Cos'è un film
d’azione? Intendo dire cos’è che distingue davvero un film d’azione da uno che
non fa parte di questo vasto genere? Basta che ad un certo punto il
buono e il cattivo facciano delle cose imputabili ad un action per guadagnarsi
l’etichetta? Tipo che so, inseguirsi in auto, prendersi a calci e pugni in
faccia, oppure spararsi? Non proprio, approfondiamo la questione.
Avete visto Massimino Pazzarello Furiostrada, no? Può
esservi piaciuto o meno, non è la cosa più importante in questo momento, non so
voi, ma io ho incontrato troppe persone che sono arrivate a dirmi, «Bello eh?
Però la trama…» e a quel punto la mia reazione è sempre stata la stessa, metallizzarmi
la faccia con la bomboletta spray e zompargli in testa gridando
“AMMIRATELOOOOOOO!” spiegare che in un film d’azione è l’azione che porta
avanti la storia.
Diffidate da
quelli che vi rigirano la frittata con frasi del tipo “Più che un film d’azione
è un film di azioni”, un modo subdolo di mettere qualunque film con Margherita
Buy o Tony Jaa sullo stesso livello. In Mad Max l’evoluzione dei personaggi, i
loro archi narrativi, le dinamiche tra di loro, si sviluppano con scene d’azione,
Iko Uwais in “The Raid” cerca sua fratello lungo i piani del palazzo a pugni e
calci. Non bastano solo un inseguimento o una sparatoria per fare un film d’azione.
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"Tranquilli raga, dice che non ci sono dialoghi, ci spariamo e basta!". |
Questo lo ha
capito bene Ben Wheatley che è un dritto, davvero un gran dritto, uno che i
generi li conosce ed è anche uno dei filmaker più esplosivi e dotato di idee
anche radicali in circolazione, il suo “Kill List” (2011) è una bomba e il suo
High-Rise, per quanto forse non
completamente riuscito, si prendeva il difficile incarico di adattare un
romanzo di J.G. Ballard in maniera comunque efficace.
La sua nuova
fatica si chiama “Free Fire” che lo so, sembra uno di quei titoli da film DTV
con poche pretese, invece è una dichiarazione d'intenti, per fortuna ho potuto
vedermelo dall’inizio alla fine, godendomi la straordinaria gestione di ritmo e
spazi che Wheatley impone a storia e personaggi, ma per una volta sola nella
vita avrei voluto mettere in pausa il film per rispondere al telefono, se
qualcuno mi avesse chiamato, la telefonata sarebbe stata grossomodo questa: “Pronto?
Ah, Ciao, no niente sto guardando Free Fire, sono arrivato al momento in cui si
sparano”.
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Ecco, quando attaccano, poi è più o meno tutto così fino alla fine. |
Sì, perché “Free
Fire” è questo: 90 minuti (il minutaggio perfetto dei film secondo me), una
fase introduttiva efficacissima e poi a parlare è solo il suono delle pallottole
che fischiano fino ai titoli di coda. In quella lunga e articolata sparatoria
c’è un film, c’è la storia di tutti i personaggi, perché in un film d’azione,
le scene d’azione portavano avanti la storia, motivo per cui “Free Fire”
rischia seriamente di essere il film che tutti quelli che vogliano cimentarsi
con questo genere devono, per lo meno, vedere un paio di volte.
Parliamo subito
dell’elefante di Knoxville (Tennessee) nella stanza, a me Quentin Tarantino è
simpatico e i suoi film mi piacciono, il vero dramma del cinema post anni ’90 sono
quelli che provano ad imitare Tarantino e tanti suoi fan senza fantasia che
dicono di amare i film che lui rubacchia, omaggia e rimaneggia. Detto questo,
guardando “Free Fire” in più di un’occasione so che verrà paragonato a “Le Iene”
(1992), criminali che fanno cose da criminali in un magazzino abbandonato e
anche un il finale che, anche se è diverso (tranquilli, nessuno SPOILER), in
qualche modo lo ricorda nello spirito. Fatta questa doverosa premessa, Ben
Wheatley è un regista con le idee precise, senza nessuna intenzione di
scimmiottare nessuno, quindi questo film per certi versi è l’esatto contrario
di “Reservoir dogs”, perché sostituisce le chiacchiere dei personaggi Tarantiniani
con l’equivalente in numero di proiettili esplosi. Insomma: meno parlare e più
sparare!
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Locandina alternativa così figa che non potevo non utilizzarla! |
L’ambientazione
nella Boston dell’anno 1978 è parte integrante della trama, ma serve anche a
mettersi in scia a certo cinema criminale alla Martin Scorsese (che non a caso
è accreditato come produttore esecutivo), a zio Martino Ben Wheatley scippa
solo il gusto per i panta zampa anni ’70, le camice con i colletti a punta e
una colonna sonora d’epoca che serve ad introdurre i personaggi e a portarli
tutti nello stesso magazzino, sulle note di “Run through the jungle”, secondo
voi io criticherò mai qualcuno che mi mette i Creedence in un film? Ma figuriamoci!
Oh! Per stare in
tema musica: ma possibile che Hollywood abbia riscoperto John Denver? No, perché
nel giro di pochissimo, questo è il terzo film che si gioca una delle sue canzoni in un momento cruciale. Tanto
di cappello a Wheatley, che al pari di BongJoon-ho in Okja sceglie “Annie’s song”, ma dandole una connotazione
completamente diversa.
La trama è
talmente semplice che pure io posso riassumerla. In un magazzino a Boston, s'incontrano alcuni venditori di armi, capitanati dall’accento folle di Sharlto Copley e alcuni compratori, le
cui origini irlandesi lasciano chiaramente capire quale uso faranno degli M16
che vogliono acquistare. Altro applauso a Wheatley per aver scelto l’Irlandese Cillian
Murphy per il ruolo del capo dei ribelli, attore largamente sottoutilizzato che
mi fa sempre piacere vedere in un film, in particolare se poi accanto a lui troviamo la
bella di turno, la lanciatissima Brie Larson.
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Unica donna del cast, poteva andarci molto ma molto peggio. |
A mediare tra le
due parti, un Americano molto, ma mooooolto rilassato, forse perché quando sei
il più alto della stanza puoi davvero tenere d’occhio tutti e da questo punto
di vista
Armie Hammer è un'altra scelta
di casting azzeccata. Nemmeno il fatto che Copley abbia portato degli AR70 al
posto dei richiesti M16 è un problema che viene risolto presto, ma davvero
volete dirmi che non avete capito come continua il resto della trama?
Per motivi
futili, iniziano a volare le pallottole e tutti i personaggi corrono,
strisciano e saltano a trovarsi un posto dietro due ripararsi per rispondere al
fuoco e se la prima parte introduttiva, ha dei dialoghi fantastici che filano
via lisci come l’olio (e che non vengono coperti dal rumore degli spari,
anzi!), quando il film dà il via libera agli spari, come spettatori iniziamo a
divertirci sul serio.
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"Amico anche tui qui, che combini?", "Niente uno spasso, ammazzo... Il tempo". |
Ho passato gran
parte del tempo a strabiliarmi per l’incredibile gestione che Ben Wheatley fa
dello spazio, di fatto, il film è una lunga e complicatissima coreografia che
deve tenere il conto di chi spara a chi e da che punto, ma soprattutto dei vari
spostamenti dei personaggi, la cosa davvero incredibile è che grazie alla
regia e al favoloso montaggio del film, sappiamo sempre dove i tanti
personaggi in gioco si trovano e vi assicuro che le situazioni cambiano continuamente,
grazie a costanti cambi di fronte e piccoli obbiettivi da raggiungere (tipo l’unico
telefono presente nel magazzino) che sono battaglie da vincere per
conquistarsi un punto vantaggio rispetto al proprio avversario, per sperare di
spuntarla nella guerra in corso tra le quattro mura del magazzino.
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Nell'angolo blu, la squadra degli Irlandesi capitanata da Cillian Murphy... |
Questo continuo
cambio di fronte fa sì che i personaggi si ritrovino ad approfittare della
situazione per risolvere le loro dispute personali, quindi in questa grande
coreografia (pare che Ben Wheatley abbia ricreato il set del film utilizzando
Minecraft per tenere tutto sotto controllo, storia vera!) si formano le coppie
e le trame personali dei personaggi proseguono raggiungendo un arco narrativo
completo, invece che a parole, a revolverate, brutto?
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... E in quello rosso, il Sudafrica di capitan Sharlto "Buffa pronuncia" Copley! |
Quindi, non è
soltanto una sparatoria girata alla grande in stile che so, John Woo, ma con tanti duelli uno dentro l’altro, in cui i personaggi devono fare attenzione e
non finire sulla traiettoria di qualche altro colpo che nel frattempo qualcun
altro sta sparando. Se amate questo genere di cinema, mettetevi comodi e
godetevi la cura maniacale di ogni dettaglio messo su da Ben Wheatley.
Insomma, “Free
Fire” è un grande spettacolo, Wheatley uno dei registi più bollenti in
circolazione e voi dovreste davvero vedere questa sua nuova fatica, rischia di
essere uno dei film più fighi dell’anno, anche perché qualcuno guarda Mad Max e vede solo gente che corre
prima da una parte e poi dall’altra e dentro “Free Fire” solo gente che si
spara, io, invece, ci vedo del cinema, anzi del gran bel cinema.
Allora, fammi fare un breve riassunto: film da 90 minuti di pura action che omaggia Tarantino, ambientato negli anni '70, Scorsese produttore, Colpley presente e i Creedende in sottofondo. É un sogno? Mio al 1.000x1.000!
RispondiEliminaNo no esiste davvero giuro! Buon divertimento, non credo ci sia altro da aggiungere ad un film così ;-) Si spera solo di vederlo uscire in sala anche da noi, il cast in questo senso spero che aiuti a convincere i nostri distributori. Cheers!
EliminaNon sono un fan del regista ma questo mi sembra un filmone niente male: me lo segno subito :-P
RispondiEliminaDel buon Ben apprezzo il suo essere eclettico, sta sperimentando con vari generi, questo è un esperimento riuscito, mi sono divertito molto a vederlo, fammi poi sapere come lo hai trovato ;-) Cheers
EliminaNon sono un patito di action e sparatorie, il regista l'ho apprezzato più che altro per Killer in viaggio anziché per Kill List però, tra Brie Larson e Annie's Song e i riferimenti a Le iene e Mad Max: Fury Road sei riuscito a incuriosirmi. ;)
RispondiEliminaIl bello è proprio che le storie dei personaggi proseguono e si intrecciano, mentre sono impegnati a spararsi, per altro Brie Larson ogni volta che la vedo mi convince sempre di più, qui rischiava di essere quella fuori luogo, invece è davvero azzeccata ;-) Cheers
EliminaCarino. Visto e dimenticato dopo due minuti.
RispondiEliminaMa sono uno di quelli che pensa che "Mad Max - Fury Road" sia "due ore di gente strana che guida" e che "The Raid" sia un'insopportabile tamarrata (mea culpa).
Pero' mi piace come riesci sempre a trovare qualcosa di interessante da dire, anche in film(etti) come questo.
Un saluto.
[Mentre una celebre aria di Georg Friedrich Händel, Cassidy trasporta una croce in spalla fustigandosi con la locandina arrotolata di “The Raid”]
EliminaVa bene lo stesso, non importaauch!
Lascia ch'io pianga
mia cruda sorte,
e che sospiri
la libertà...
http://www.footballa45giri.it/wp-content/uploads/2012/12/051.jpg
;-)
Cheers!
Ahahahahahaha!
EliminaSe e quando tornero' a Torino ti offriro' una birretta.
:-P Ci sto! La birra allevia tutte le sofferenze ;-) Cheers
EliminaFree Fire è il Green Room di quest'anno, vai così Wheatley. Poi finché c'è anche Michael Smiley nulla può andare storto
RispondiEliminaConcordo in pieno, è il titolo di genere figo di questa stagione, Michael Smiley è un grande, caratterista di razza che si mangia lo schermo, ho un altro film con lui in pista in questi giorni, garanzia di figosità ;-) Cheers
EliminaPer caso "Jawbone" ;)
EliminaProprio quello ottima mira, sono arrivato a metà e mi sta anche piacendo, ti farò sapere ;-) Cheers
EliminaBen Wheatley, autore di quella bomba drogata di a field in England+Micheal Smiley(giù il cappello)+Cillian Murphy=Venduto!
RispondiEliminaHo cercato sul sito e non ne ho trovato traccia: ti consiglio di recuperare Peaky Blinders, con il buon Murphy capofamiglia mafioso irlandese/gitano nell'inghilterra post prima guerra mondiale. Il "villain"? Una vecchia conoscenza di queste parti: Sam Neil 8-)
Vai divertiti e fammi poi sapere il tuo parere ;-)
EliminaConosco conosco, ma non sono mai riuscito a vederlo, mi sembrava un “Boardwalk empire” Irlandese, anche se dovrei dire, ancora più Irlandese ;-) Per ora di Steven Knight sto guardando (a rilento causa mille altre cose da vedere) “Taboo” che mi stava piacendo. Proverò a recuperare “Peaky Blinders” mi pare di aver visto che è disponibile su Netflix. Cheers!
Mi hai convinto!
RispondiEliminaMe lo segno per vederlo :)
Buon divertimento, fammi sapere come è andata poi ;-) Cheers!
EliminaHigh-Rise mi era piaciuto, questo invece è stata una bella scoperta. Veramente è un saggio di balistica, chissà quanto ci sarà voluto per ochestrare tutta la troupe ed il cast. Si i rimandi a Tarantino per un paio di cose non possono che arrivare situazione nell'insieme e finale lo ricordano molto, ma è tutto diretto in modo personale e le sparatorie alla John Woo/Sam Peckinpah son sempre gradite. Ottimo il cast e comunque la Brie è sempre pronta ad esploder(l) quando meno te l'aspetti.
RispondiEliminaPare che Ben Wheatley abbia studiato le coreografie delle sparatorie usando “Mincecraft” per avere bene in testa l’idea degli spazi (storia vera), Tarantino aleggio, ma ben si rifà ai tipi giusti, Woo e Peckinpah sono i nomi da fare, per me resta un gran bel filmetto che ricorderanno in troppo pochi purtroppo. Sulla Brie non mi esprimo, sono di parte, la vorrei vedere in tutti i film. Cheers!
EliminaC'è qualcosa che non va. Finchè ci sono pallottole e sangue che scorre a fiumi io ci sto, MA...
RispondiEliminaCi ho provato a guardarlo MA, caso più unico che raro, dopo 40 minuti mi sono decisamente rotto er ca*** dell'azione statica con dialoghi che meh, non mi hanno convinto nè per la verve nè per il ritmo e il montaggio. Mi è mancato ogni coinvolgimento, ho trovato sprecato ogni membro del cast. E mi sono annoiato, cosa che non credevo possibile con una tale quantità di colpi esplosi. Sono andato avanti veloce, e alla fine boh, ci ho trovato qualcosa di decisamente sbagliato.
Sul serio, non sono riuscito a finire la visione, e mi capita in un caso ogni 1000. C'è davvero qualcosa di molto sbagliato. Mah.
Tu e Brie Larson non andrete mai d'accordo ;-) Cheers
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