mercoledì 5 luglio 2017

El Diablo (1990): Chi ha detto che Carpenter non ha mai fatto un western?


Sapete qual è il bello di avere un blog come questo? Potersi inventare tutte le rubriche, anche le più disparate e magari riportarne in auge una che dai lettori è stata molto apprezzata (muchas gracias a todos!) tipo quella dedicata a… John Carpenter’s The Maestro!


Magari non sono stato tanto bravo a farlo trasparire, ma siccome siete lettori attenti, sono certo che potreste aver intuito che ho una leggerissima passione per Giovanni Carpentiere, motivo per cui sono alla costante ricerca di tutto quello che porta la firma del Maestro, come questo “El Diablo” a cui come il protagonista del film, davo la caccia da parecchio tempo, per fortuna posso contare su Lucius Etruscus, senza il cui prezioso intervento starei ancora inseguendo i cottonwood impegnati a rotolare nel deserto.

Non mi capitava di vedere un film di cui conoscevo il titolo e poco altro in televisione da tempo, certo è stata un’impresa affrontare le infinite e fin troppo frequenti pause pubblicitarie de la 7 Gold, ma per Giovanni Carpentiere si fa questo ed altro, quindi mettetevi comodi, che ora ne parliamo!


"Mena il tuo colpo più duro 7 Gold, non mi fai paura!".
Il più grosso desiderio di ogni fan del Maestro è probabilmente quello di vederlo alzarsi dal divano e rivederlo in azione non dietro a tastiere e sintetizzatori, ma ad una macchina da presa, l’altro grande desiderio è quello di vederlo alle prese con un western. Badate bene: i film di Carpenter sono TUTTI dei western nello spirito, da Distretto 13 a Vampires e almeno uno, piuttosto famoso, è stato originariamente scritto con un cavallo rubato, invece che un camion (storia vera). Ma il sogno sarebbe vedere Giovanni alle prese con un western classico, uno con i cavalli e i cappelli a tesa larga per capirci e ve lo dico subito, anche se già lo sapete: no di western così Carpenter non ne ha diretti, però un paio li ha pure scritti ed uno di questi è proprio “El Diablo”.

Salto indietro nel tempo, 1988, il Maestro è reduce dall’insuccesso commerciale di due dei suoi migliori film di sempre (sai che novità!) come Il signore del male ed Essi vivono e scrive, scrive un sacco, scrive una marea di sceneggiature, in particolare western, il suo primo grande amore.

Non è certo una segreto che Giovanni abbia scritto solidi film diretti poi da altri registi, oppure che abbia accettato progetti televisivi con risultati anche notevoli, per “El Diablo” dev'essere stata irresistibile l’idea di poter lavorare con il suo grande amico e collaboratore Tommy Lee Wallace, con cui scrive a quattro mani il film, anzi, sei mani, perché nella sceneggiatura c’è anche lo zampino di Bill Phillips, giù autore dell’adattamento per il cinema di Christine - La macchina infernale.


Ha più probabilità lui di beccare un bersaglio, che io la paternità delle singole scene.
Insomma, “El Diablo” diventa un film tra amiconi, tanto che nel ruolo di produttrice esecutiva insieme a Carpenter torna anche la leggendaria Debra Hill e qui cacchio! Toglietevi il cappello quando entra una signora!

Tutto bene, ma chi paga? Beh, facile la HBO Pictures, lo dico per i più giovani: oggi il celebre canale “per adulti” televisivo è famosissimo per serie tv incentrare su intrighi e trame ben scritte poppe e culi, ma un tempo produceva serie tv davvero toste come “Oz”, oppure film TV fatti come si deve, tipo quello dedicato a Mike Tyson con Michael Jai White. Ma il canale era celebre anche per lo spazio dedicato a comici e commedie, che costituiva un’abbondante porzione, motivo per cui “El Diablo” il film fatto tra amici viene etichettato come “Western commedy” e, tutto sommato, riesce a gestire piuttosto bene entrambe le sue due anime. Ora che (forse) siete abbastanza curiosi, parliamo della trama!


...Ma prima rispettiamo la tradizione di questa rubrica dei titoli di testa!
Billy Ray Smith (Anthony Edwards, il “Ciccio” di E.R.) è il goffo insegnante di un paesello come ce ne sono tanti lungo il vecchio west, tutto galline che gironzolano per strada e vita tranquilla. Ma la grande passione di Billy Ray sono i racconti del suo eroe, Kid Durango, il più veloce pistolero del west! Proprio mentre in classe, davanti ai suoi studenti in estasi, il giovane insegnante legge loro l’ultima avventura di Kid Durango impegnato a sistemare alcuni banditi, i banditi arrivano davvero!

Si tratta di El Diablo (Robert Beltran) che rapisce la più brillante alunna della scuola, la bionda Nettie (Sarah Trigger), senza più l’uomo di legge, lo sceriffo a cui El Diablo taglia allegramente la lingua, chi potrà correre a salvare Nettie dal suo triste destino? Ci penserà Billy Ray che, consapevole dei suoi (molti) limiti da eroe improvvisato, sa bene che per salvare qualcuno da una situazione impossibile, ci vuole Jena Plissken Kid Durango!


"Sei sicuro Ciccio? Guarda che fai ancora in tempo a chiamare Jena".
“El Diablo” incredibilmente non è affatto brutto, la qualità generale per essere un film per la tv è piuttosto alta, certo non siamo di fronte ad un capolavoro, ma il regista Peter Marckle, lo stesso di un mio personale culto (“Bat*21”, 1988) tutto sommato fa un lavoro più che decente e il film riesce a gestire abbastanza bene le parti da commedia e quelle più tragiche dove scorre il sangue.

Diventa sempre complicato attribuire la paternità di questa o quella scena, all’interno di una sceneggiatura scritta a sei mani, ma la trama ha qualcosa di ognuno dei suoi autori, procede dritta da un punto “A” ad un punto “B” senza incespicare come nei lavori di Bill Phillips, ha una leggerezza, condita da NESSUNA volontà di letture di secondo livello, se non quella primaria di intrattenere il pubblic, che è tipica dei film (anche da regista) di Tommy Lee Wallace e un gusto per il western classico e per i personaggi dalla battuta facile che viene istintivo attribuire a John Carpenter.

La ricerca dell’alunna rapita di Billy Ray, fa pensare ad un “Sentieri selvaggi” (1956) volutamente più scemo e nella sua ricerca del leggendario Kid Durango, il nostro Ciccio trova quello che diventa di colpo il vero protagonista del film, Van Leek interpretato da uno scalciante Louis Gossett Jr.

Ora ho un altro motivo per stimare il grande Louis Gossett Jr. (come se ne avessi bisogno!).
Ho un culto per Louis Gossett Jr. per il semplice fatto che nella sua filmografia è passato dalla serie A (con l’Oscar per miglior attore non protagonista per il sergente istruttore di “Ufficiale e gentiluomo”) per scivolare sempre di più il titolo decisamente lontani dalla serie A, ma tutti interpretati con una grinta e una faccia da schiaffi capaci di riempire lo schermo, piazzando lungo la strada un'infilata di titoli ed interpretazioni di culto, in cui il suo Van Leek (che suona come Van Cleef e non credo sia un caso!) non sfigura affatto.

Entra in scena armato di quattro pistole, sproloquiando sul fatto che non sarà più veloce come una volta ad estrarre, ma che comunque sa barare bene: non serve essere veloci e poi morire lo stesso.  Van Leek è un personaggio a cui lo spettatore si aggrappa subito, proprio come fa Billy Ray, basta questa scena e il suo parlare all’orecchio del suo cavallo di nome Rio e Boom! Abbiamo il nostro sghembo El Grinta che, infatti, pochi minuti dopo in una sparatoria, fa il verso proprio a John Wayne, con briglie tra i denti e revolver in mano, certo Peter Marckle dirige tutta la sparatoria a colpi di primi piani, ma poco importa, vedere Van Leek mettere il cotone nelle orecchie del suo amato cavallo prima di gettarsi all’assalto dei nemici gli fa comunque guadagnare dei punti simpatia.


"...che ne dite di giocare, come si come si fa a Bangkok?" (cit.)
Una buona parte della riuscita del film è merito anche delle facce che lo popolano, nel loro percorso alla ricerca di Kid Durango e della giovane Nettie, i due protagonisti mettono su una posse di scapestrati che per qualche minuto sono anche sette, anche se non propriamente magnifici, giusto per ribadire le influenze dei classici su questi piccolo film fatto tra amici.

Tra i componenti della squadra assemblata strada facendo, troviamo il predicatore furbacchione interpretato dalla faccia scavata di John Glover (che qualche anno dopo, rischierà di beccarsi una clamorosa ginocchiata nella palle da Sam Neill all’inizio di un filmetto abbastanza ben riuscito di Carpenter), da Bebe con la sua vistosa gamba di legno e dalla faccia di M.C. Gainey, attore che avete visto in TUTTI i film e non manca nemmeno un indiano che è interpretato mica da uno a caso, ma da l’INDIANO per eccellenza, quello di “Renegade” il grande Branscombe Richmond!


"Tutti insieme preghiamo che i calci di Sam Neill non siano troppo forti".
Certo, questa armata brancaleone è volutamente ironica, Orso che balla con il suo trucco in faccia rischia di passare per un cliché, ma complici le facce giuste e dei dialoghi davvero frizzanti, che filano belli lisci, ci si affeziona a questi magnifci (si fa per dire) sette che, a ben guardare, hanno più carisma di quelli del remake di Antoine Fuqua e tra le loro fila hanno anche un indiano comunque più credibile e motivato!

"In 110 puntate di Renegade, non avevo mai visto una cosa del genere".
Bisogna dire che non tutte le battute e le gag sono riuscite, alcune sono particolarmente sceme (tipo Billy Ray che sviene come una donnetta ogni momento), altre, invece, se pur non tanto ben costruite, fanno ridere, come quando lo sfigato professorino spara per sbaglio al suo stesso cavallo, con Van Leek che gli urla “Prega solo che non sia Rio!". Ho trovato simpatica anche la gag dello sgherro di El Diablo, colpito due volte da una freccia nella stesso punto, un po’ riciclata da Mel Brooks ma comunque riuscita.

Il fatto che il gruppo di protagonisti riesca a guadagnarsi le attenzioni del pubblico, è utile quando il film cambia leggermente di passo, diventando più drammatico, il sacrificio del gruppo arriva un po’ a sorpresa, visto il tono leggerino della storia e compensa il fatto che il vanesio El Diablo, con i suoi vistosi speroni da vero tamarro, non sia propriamente un Boss finale che sprizza carisma da tutti i pori, ecco.


Evidenti segni di continuità da parte del Maestro.
Una delle trovate più riuscite ruota intorno al personaggio di Kid Durango, qui interpretato da un’altra faccia nota, quella di Joe Pantoliano, conciato come Billy Bob l'albino del film L’Uomo dai 7 capestri (guarda caso un altro western ironico), il personaggio si rivela essere una finzione, di fatto è solo uno scrittore, impegnato a mettere su carta le avventure di Van Leek, romanzate perché “Nessuno comprerebbe le storie di un negro cowboy" per dirla con le parole dello stesso personaggio di Louis Gossett Jr.

Ora, io non vorrei scomodare la citazione sulla leggenda che vince sulla realtà tratta da quella bomba assoluta di “L'uomo che uccise Liberty Valance” (1962), però il ruolo di Kid Durango nel film è un modo molto efficace di ricordarci che nel west le leggende potevano nascere e prosperare come in nessun altro posto ed epoca storica al mondo, oltre ad essere un simpatico omaggio al valore di una storia, ma su questo, se volete sapere tutto, cliccate fortissimo QUI.

"Ed ora tutti insieme dall'Etrusco che ci racconta una storia...".
Insomma, “El Diablo” non è il film che vi cambierà la vita, temevo un film in tono molto minore, invece mi sono ritrovato davanti un solido film per la tv scritto con il piglio giusto, insomma, anche questa volta, San Giovanni Carpenter, non fa inganni!

Ed ora che ho finalmente messo le mani sullo sfuggente El Diablo? Qualche altra avventura attende questo vecchio cowboy? Ci sono tanti altri Carpenter nascosti là fuori e almeno un altro prevede sei colpi, cavalli e cappelli a tesa larga, quindi, per ora, io e questa rubrica ce ne andiamo cavalcando verso il tramonto... Hasta luego!

12 commenti:

  1. Mai visto! E, credo, neanche mai sentito nominare. Bel colpo averlo trovato e bella anche la recensione perché mi ha fatto venir voglia di vedere un film western (che proprio non sopporto!) e magari pure in TV su 7 Gold!
    Louis Grosset Junior, per me, più che il Foley di "Ufficiale e Gentiluomo" resta il burbero insegnante di "Aquila d'Acciaio" e quello di "Scuola di Eroi", film che da piccolo conoscevo a memoria!

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    1. Ti ringrazio moltissimo :-D Merito di Lucius che mi ha segnalato per tempo il passaggio televisivo, era una vita che davo la caccia al film. Carpenter e Western? Irresistibile per me ;-)

      Louis Gossett Junior, oltre ad avere uno dei nomi più fighi di sempre (senti come suona bene!) viene citato sempre tra gli attori caduti i disgrazia dopo l’Oscar. Eppure più che per il suo celebre sergente istruttore, i suoi ruoli veramente di culto sono arrivati tutti dopo, oltre ai due film citati da te che mi riguardavo ad ogni replica televisiva, aggiungerei anche “Il mio nemico”, altro super cult! ;-) Cheers

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    2. Neanche io, mai sentito! È il secondo insospettabile film che mi fai scoprire!

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    3. Bene, felice di svolgere una funziona sociale ;-) In realtà ne ho anche altri del Maestro, uno alla volta li scoverò tutti, una missione da appassionato! ;-) Cheers

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  2. Contentissimo di essere stato utile nella tua Caccia a Carpenter Rosso e grazie dei link ;-) Bazzico apposta i canali terrestri alla ricerca di chicche chiccose...
    Come scrivo nel mio post, è incredibile che per una produzione televisiva John tiri fuori così tanta buona roba, non ultimo il rapporto tra realtà e finzione narrativa che in fondo approfondirà con "Il seme della follia". Ora sotto a cercare altri introvabili! ^_^

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    1. Ho sempre seguito la tua rubrica sulla programmazione televisiva, sapevo di fare bene… Bro-fist! ;-)
      Esatto, Carpenter non si è mai fatto problemi di budget (ha sfornato filmoni con due lire) e nemmeno il formato televisivo è mai stato un limite, qui il rapporto tra realtà e finzione si sposa bene con molte situazioni prese da tanti classici western, un omaggio al genere a tutto tondo. D’altra parte mica uno diventa Maestro così, per nulla ;-) Ci sono ancora tante chicche Carpenteriane la fuori, è solo questione di tempo! :-D Cheers

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  3. Innanzitutto complimenti per il blog,sarà un mesetto che ti ho scoperto, anche oggi mi hai stupito con questa chicca del Maestro che non conoscevo! E comunque massima stima a uno che apprezza anche roba come Killer Clowns e Bubba Ho-Tep! Un piccolo appunto, se ricordi bene Sam Neill il calcio alle palle lo tira ad un infermiere pelato,e infatti poi John Glover lo ringrazia e questo si allontana dopo averlo guardato male! Aspetto con ansia una tua recensione su A dangerous method chissà che non mi venga voglia di vederlo. Hola.

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    1. Ti ringrazio moltissimo, felice che tu mi abbia scoperto, e benvenuto sulla Bara Volante! ;-) Non mi faccio problemi tra film di serie A o di serie Z, per me ci sono solo i film belli e quelli brutti.

      Hai perfettamente ragione, ho riassunto perché volevo citare la scena del calcio per associarla immediatamente al faccione di John Glover, visto che è un inizio che si ricorda bene in un film che non passa inosservato, magari faccio una piccola correzione per essere più preciso, muchas gracias!
      “A dangerous method” per citare la scritta sui titoli di coda di “Ritorno al Futuro parte 2”, è “Attualmente in lavorazione” ;-) Grazie per il commento! Cheers

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  4. Mai stato un grande appassionato di western, pero' con questo mi hai incuriosito.
    Un po' per il Maestro, un po' per John Glover e Bobby Sixkiller e soprattutto perche' voglio vedere il grande Robert Beltran fare il cattivo in un western. Quell'uomo non ha il culto che si merita.
    Complimenti & saluti.

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    1. Ha un tono da commedia, e una sotto trama legata alla finzione, che lo rende un film interessante, anche per chi non ama i western. Il cattivone di Robert Beltran promette tanto subito, poi non si mangia la scena, ma penso anche volutamente, a questa storia non serve un cattivo che gigioneggia, ma uno efficace per sottolineare l’assenza di gloria dei protagonisti, in effetti Beltram ha un curriculum specialmente televisivo di tutto rispetto. Grazie a te, cheers!

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    1. Non è semplicissimo da trovare, ma merita la visione ;-) Cheers

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