Non so bene per quale ragione, ma una decina di anni fa mi sono ritrovato a chiedermi chissà com’è fatto l’interno dei miei polmoni. Pensavo proprio al colore, alla rugosità dei miei alveoli, non ho idea del perché, ma qualunque cosa facessi ci pensavo, leggevo un libro e intanto nel fondo della mia testa pensavo ai miei polmoni al lavoro durante la respirazione e se fumassi? Di che colore sarebbero? Per fortuna, questa strambo pensiero dopo pochi giorni è sfumato da solo, se ve lo state chiedendo: sì, avevo già visto “Inseparabili” almeno una decina di volte.
"È
importante la bellezza interiore. Dovrebbero fare dei concorsi di bellezza
anche per l'interno dei corpi. Perché non dobbiamo avere un ideale di bellezza
per l'intero corpo, sia interno che esterno?" dice Beverly ad un certo
punto del film, non penso proprio che i miei polmoni potrebbero vincere dei
premi e non ci tengo a scoprirlo, ma è incredibile la soffocante continuità
tematica del mio secondo Canadese preferito. Soffocante, polmoni, potevo trovare anche un altro abbinamento di parole in effetti.
Dopo il successo
mondiale de La Mosca, Cronenberg
cambia nuovamente pelle, sarebbe fin troppo facile e perfino riduttivo dire che
“Inseparabili” è il film della maturità per Davide Birra, in realtà, è molto
più di così. Con questa pellicola inizia ufficialmente la seconda parte della
carriera del regista, quella in cui il Canadese abbandona gli effetti da Body
Horror e le tematiche fantascientifiche andando a giocare in un campo
che apparentemente non dovrebbe vederlo protagonista: quello dei film
drammatici. Il risultato finale è straordinario, per quanto mi riguarda “Dead
Ringers” è uno dei capolavori cronenberghiani, l’ennesima prova di talento di
un regista unico al mondo. Classido? Classido che cavolo! Si vive una volta sola.
Alla base troviamo il romanzo omonimo di Bari Wood e Jack Geasland, tratto da un episodio di cronaca che sembra fatto dal sarto per il nostro Davide Birra: nel 1975 a New York, i corpi dei due famosi e rispettabilissimi gemelli Marcus vengono ritrovati nel loro appartamento tra immondizia e un inspiegabile stato di degrado.
Alla base troviamo il romanzo omonimo di Bari Wood e Jack Geasland, tratto da un episodio di cronaca che sembra fatto dal sarto per il nostro Davide Birra: nel 1975 a New York, i corpi dei due famosi e rispettabilissimi gemelli Marcus vengono ritrovati nel loro appartamento tra immondizia e un inspiegabile stato di degrado.
La trama è tanto
stringata che persino io posso riassumerla: i gemelli Mantle, Beverly e Elliot
(Jeremy Irons che vale per due!) sono due geniali ginecologi di Toronto,
inventori di tecniche mediche rivoluzionarie. Insieme sono una doppia unità
perfettamente funzionante, un rapporto quasi simbiotico di totale condivisione
delle esperienze, Inseparabili, appunto.
Come tutte le
storie migliori, lo scenario cambia quando nelle loro vite arriva l’attrice Claire
Niveau (Geneviève Bujold) tanto bella e famosa quanto infelice, anche per la
sua impossibilità di avere figli, per i gemelli diventa più di una
paziente, ma il suo rarissimo utero triforcuto affascina il più sensibile dei
due fratelli, Beverly che si lascia conquistare
anche dal resto della donna, innamorandosi di lei follemente e qui cominciano
i casini grossi.
L’ossessione per
la fertilità e il parto (come in Brood),
un amore intenso e melodrammatico (La Zona Morta e La Mosca), ma anche
l’ossessione per il corpo, le flessioni delle mente e il sesso. Se ad una prima
occhiata “Inseparabili” sembra un film totalmente diverso dai precedenti, in
realtà, porta dentro di sé i segni della soffocante continuità tematica di
quell’ossessivo compulsivo di Cronenberg.
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Un dramma con tre attori. No, due attori! Due, siamo in ottica di risparmio. |
Inoltre, il film è
un apice forse mai più raggiunto per quanto riguarda i film con gemelli come
protagonisti, pensateci, di solito questo elemento è sfruttato in maniera
comica nelle commedie, oppure didascalica nei thriller, dove solitamente uno
dei due è quello buono, mentre l’altro il gemello malvagio, uff! Che noia, come se
uno avesse la colpa di essere nato tra fine maggio e giugno.
In questo film,
invece, Cronenberg tratta i due protagonisti in modo inedito, sono due
personaggi scritti alla grande, con due caratteri diversi e ben definiti, il
colpo di genio assoluto di Cronenberg è stato quello di farli recitare entrambi
allo stesso attore, per altro straordinario, Jeremy Irons che qui offre una
delle sue migliori prove di sempre e, se devo dirla tutta, quando mi chiedono
qual è il mio film preferito di Geremia Ferroso (non avete idea di quante volte
mi succeda, almeno sei o sette alla settimana!) non ho dubbi: questo! Anche se il cattivo gli viene piuttosto bene.
Cronenberg ha
dovuto stringere i denti per portare al cinema questa storia, tutte le case di
distribuzione volevano un suo film con due gemelli protagonisti, ma alla parola
“Ginecologi” fuggivano urlando, nemmeno dovessero fare loro una visita. Davide
Birra è inamovibile: no, i Mantle non possono essere avvocati, devono avere un
rapporto ravvicinato, ma professionalmente distaccato con l’altro sesso. Peccato
che, per stessa ammissione di Cronenberg, gli attori americani abbiano un'idea
chiara dei ruoli che possono o non posso interpretare, soldati e killer vanno
bene, ma ginecologi? Non è abbastanza macho, Jeremy Irons (inglese e forse non
è un caso), invece, era per nostra fortuna di un altro avviso, famoso per tanti
drammi storici in costume, voleva qualcosa di diverso per dare un'immagine
più moderna di se stesso, non poteva esserci coppia più azzeccata di Davide e
Geremia che, infatti torneranno a lavorare insieme, ma questa... E' un’altra
storia.
Cronenberg non
mostra il fianco nemmeno davanti alla limitazione di avere un solo attore a
coprire due ruoli, spesso opta per primi piani necessari ad ovviare la mancanza
di obliquità di Irons, invece l’attore inglese guadagna grazie alla
tecnologia, utilizzando i primi metodi di controllo computerizzato della
fotografia, ma resta il fatto che il buon Geremia ha dovuto comunque sostenere
una (doppia) prova che lo rende di fatto protagonista di tutte le scene del
film, alcune delle quali girate due volte, recitando prima le battute di
Beverly e poi quelle di Elliot, o viceversa, tanto gli vengono tutti e due alla
grande!
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Talmente bravo che ancora oggi sono convinto ci abbia nascosto il suo gemello segreto. |
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"Dimmi un po', ti piace Puccini?" , "Quando te ne esci con queste domande sono sempre molto preoccupato". |
La prova di
recitazione di Irons è favolosa, grazie ad un ottimo lavoro sul linguaggio del
corpo e sull’uso della voce, nella parte iniziale del film siamo SEMPRE in
grado di distinguere se quello che stiamo guardando è il cinico e spregiudicato
Elliot, oppure il timido Beverly che, non a caso, dei due è quello con un nome
da donna (anche se si scrive diversamente come dice lui incazzandosi non poco).
I gemelli Mantle
sono un sistema autarchico che funziona alla perfezione, basato sulla totale
condivisione delle esperienze (“Tu non hai avuto alcuna esperienza che non
abbia avuto anch'io”), se pensate che la malattia, l’elemento virale che
modifica lo status quo (come in Il demone sotto la pelle) sia assente, è soltanto perché si manifesta con forme
ginoidi (come in Rabid), quella di Claire
Niveau che farà saltare il banco, dividendo i due fratelli.
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"Ti piace la cena Beverly?" , "Guarda che sei tu Beverly". |
Significativa in
tale senso è la riuscitissima scena onirica, unica incursione visibile della
carne mutata celebre marchio di fabbrica di Cronenberg in questo film.
L’inconscio di Beverly gli suggerisce una Claire che morde il cordone
ombelicale (chi ha detto Brood?)
dando il via alla separazione dei gemelli siamesi.
Da qui in poi
Beverly comincia la sua personale rivoluzione, inizia ad allontanarsi sempre
più dal fratello perdendosi in un tunnel di droghe, sesso, gelosia e paranoia
che gli fanno perdere progressivamente il senso della realtà, trasformandolo in un "Mad doctor" che vede tutte le pazienti come mostri (anzi, in pieno delirio urlando al telefono
è ancora più esplicito “…Si è sbattuto una mutante!"), come se fossero tutte
varianti della mutazione uterina della sua Claire.
Il corpo ancora
una volta si adegua alle flessioni della mente e anche se Bev non manifesta
trasformazioni apparenti (è ancora identico a suo fratello) ha subito una
mutazione interiore anche più drammatica di quella della Brundlemosca o di Max Renn,
che lascerà i suoi segni anche oltre la morte.
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"Ho capito il problema. Infermiera mi passi la chiave a brugola da 16". |
Qui, Cronenberg
con il suo tocco da anatomopatologo trova ancora una volta il modo di dare
forma cinematografica a quello che normalmente non vediamo, prima era la
telepatia in Scanners qui, invece, è l’interno
del corpo, gli organi che per Bev dovrebbero essere oggetto di concorsi di
bellezza, nella sua mente deformata richiedono una nuovo tipo di tecnologia, l’innovativo
strumento ginecologico grazie al quale i gemelli Mantle hanno guadagnato
credibilità e successo, si trasformando in grottesche caricature simili agli
attrezzi di tortura medievale che fanno bella mostra nei titoli di testa del
film.
Trovo significativo
che Beverly si rivolga ad un artista che è interpretato da Stephen Lack (il protagonista
di Scanners) una scelta di Cronenberg che unisce idealmente i due film, al
resto ci pensa proprio Davide con la regia, basta una delle sue tipiche inquadrature
gelide, per trasformare i famigerati “Strumenti ginecologici per operare su
donne mutanti" l’oggetto del terrore di tutto il film, quando Cronenberg
li inquadra, mi viene voglia di portarmi al volo le mani sull’inguine facendo “Fiiiiiiiiuuuuuu!”
a me che non ho nemmeno un utero! Figuriamoci come deve essere per le signore e
signorine guardare questo film, sappiate che avete tutta la mia solidarietà per
quel poco che serve.
Rispetto la tradizione dei titoli di testa, e fornisco anche un contributo visivo. |
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A Cronenberg basta una delle sue inquadrature, ed è subito "colpo segreto del malessere". |
Il melodramma,
che è un elemento chiave nel cinema di Cronenberg, prende il sopravvento, Elliot
decide di impedire la separazione con ogni modo possibile, se separazione dei
siamesi dev’essere, è qualcosa che solo loro due possono decidere, in modo
consensuale, perché i fratelli Mantle devono restare sincronizzati, utilizzando
anche le stesse droghe.
Mi rendo conto
che “Inseparabili” è uno dei pochi film in cui penso che il titolo italiano sia
anche più azzeccato di quello originale, “Dead Ringers” significa letteralmente
“Sosia perfetto” e la parola “Dead” lo rende un gioco di parole molto azzeccato
per questa storia, ma “Inseparabili” funziona ancora meglio, perché nell’ultima
parte del film, Bev ed Elliot sono nuovamente uniti, quasi simbiotici e Jeremy
Irons è davvero bravissimo a renderli indistinguibili, togliendo allo
spettatore tutti i punti di riferimento che prima utilizzava per determinare
chi è chi.
Vagano per casa
come due zombie, muovendosi all’unisono vestiti allo stesso modo, usando le
stesse droghe e piagnucolando su torte, gelati e compleanni, per me il finale
di “Inseparabili” è il meraviglioso apice di questo melodramma, inoltre ha
una peculiarità che lo caratterizza... Faccio prima a descrivervela, dai che ho
quasi finito!
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Carini, manca il Maggiolino e le strisce pedonali per fare Abbey road. |
Mentre decidono
volontariamente di effettuare la separazione dei siamesi, i due fratelli non si
chiamano nemmeno più per nome, ma solo Chang ed Eng, come i celebri
siamesi Thailandesi. Ora, se non avete visto il film smettete SUBITO di
leggere, altrimenti sapete già come finisce, no? Ecco, ma siete così sicuri?
La recitazione li
rende indistinguibili, i nomi, Eng e Chang non sono un indizio, ma solo una
copertura, la mattina dopo uno dei due si sveglia invocando un nome in maniera
ossessiva ed inquietante, “Elly Elly Elly Elly Elly”, così su due piedi io vi
direi che si tratta di Beverly che invoca disperato il fratello, ma mi rendo
conto ogni volta che rivedo il film che non ho la prova, Cronenberg non ci
mostra la pistola fumante, potrebbe anche essere la mente di Elliot incastrata
in una sinistra cantilena dopo il suo gesto.
Il mistero
permane e la scena suggestiva non aiuta, uno dei due Mantle esce di casa e va
ad un telefono pubblico, risponde una donna, ma dalla voce è impossibile capire
chi sia, è la rossa Cary? Oppure, l’attrice Claire Niveau? Se lo sapessimo
avremmo un indizio su quale dei due Mantle è sopravvissuto, ma Cronenberg non
ce lo dice chiaramente, io direi Bev, ma voi siete sicuri? Diavolo di un David
Cronenberg! Se non ci fossi bisognerebbe inventarti.
Come riassumere l'ansia da separazione in una sola scena. |
Prossima settimana,
preparate cappello e Clark Nova, si va tutti nell'Interzona, viaggio di sola
andata!
Visto al cinema un miliardo di anni fa in una sala praticamente vuota, eravamo io la mia amica ed una coppia un pò turbata per la verità. Bellissimo, Irons talmente bravo che non riesco neanche a dire quanto sia bravo qui, ma che ansia mamma mia...
RispondiEliminaGrazie per la testimonianza diretta, e il contributo alla mia teoria, un film in grado di fare presa su chiunque, possessore o meno di un utero. Geremia Ferroso recita per la storia ;-) Cheers!
EliminaPost meraviglioso, ho una gran voglia di rivedermi questo cult assoluto...
RispondiEliminaGrazie mille, gentilissimo! ;-) Sono di parte perché è uno dei miei Cronenberg preferiti, molto teorico ma riassume alla grande la poetica del mio secondo Canadese preferito. Cheers
EliminaDiavolaccio di un Dave. Sa istintivamente che una storia è un veicolo su cui viaggia una idea che non deve arrivare per forza da qualche parte, per cui è consigliabile sedersi comodi e godersi il viaggio, ma semina indizi su quella che può essere una chiave di lettura. Mantle è ovviamente il mantello sotto cui si nascondono/rivelano le due parti di noi che non si godono il viaggio tutte tese alla destinazione ultima. Claire Niveau è un doppio inside joke perchè niveau è il livello/la livella ( nonono, non sto pensando al prence Totò ) e cioé il momento in cui la misura è colma , il viaggio si avvicina all'epilogo. Claire naturalmente contiene una idea di luce. Una rivelazione. Una epifania. Archetipi come una pioggia di meteoriti sul pianeta degli Erculoidi. Prometeo Irons ruba il fuoco della rivelazione della nostra incompiutezza e perisce nel tentativo( riuscito ? ) di comporsi. Elliot Alfa è nel profondo più debole della sua Beverly Eva anche prima di evolveere nella sua sorella crepuscolare Lilith, dea della luna, qui nei panni di Claire Niveau. Un discorso sul rapporto tra i sessi che nemmeno una femminista radicale negli anni sessanta davanti ad un falò di reggiseni. E gli strumenti ginecologici lovecraftici per sondare l'orrore profondo di una maternità come veicolo della inesorabile Madre Natura in un "gemellaggio" - ahahah - con lo alieno di Ridley Scott. Elliot e Bev soli, come si può essere soli quando si sente la mancanza lacerante dell'altra mezza mela, di fronte allo scandalo del vero senso di tutto. Come bimbi sotto una pioggia di meteoriti o di smarties. Brr.
RispondiEliminaNon riesco a rivedere quel film nemmeno dopo sei lustri.
Mi sarei svegliato ogni notte per anni lanciando di qua e di là i miei peluche di Alien se il produttore di Dave avesse accettato la sua prima idea di due gemelli interpretati da Arnold Schwarzenegger e Danny DeVito ? Mm
Un film con DeVito e Swarzy che fanno i gemelli? Una grande idea, faremmo cinque milllllioni, di dollari, fammi avere qualcosa per lunedì ;-)
EliminaCome sempre nel tuo commento, mi sono perso nel viaggio tra smarties e livelle, però ho intravisto qualcosa, il diavolaccio Canadese aveva già capito, e voleva suggerirci che uno dei due gemelli Mantle, sarebbe passato dal design deforme di attrezzi ginecologici sgraziati, ad un altro tipo di design altrettanto sgraziato e lovecraftiano, fix it again Beverly. Cheers!
https://www.youtube.com/watch?v=xLYtNnwpJg0
Non ci posso credere: ho seguito il link e lì Jeremy parla di godersi il viaggio. Tutto è collegato a tutto !
EliminaUn collegamento ad un altro collegamento, il mio cervello ha collegato leggendo il tuo collegamento con concetto di godersi il viaggio… Ok dopo questa sto talmente fuori che posso scrivere del prossimo film della rubrica su Dave ;-) Cheers
EliminaMi è sparito il commento.
RispondiEliminaDicevo che per me poteva starci anche Uguali da morire, come titolo italiano.
Forse a rischio di sembrare una commedia alla Mel Brooks, ma anche Inseparabili può essere qualcosa alla Bud&Calà.
-zoM
Ho controllato, non sei finito per errore nel filtro SPAM, sarà stato uno barellamento temporanei di blogger, anche perché ho tolto tutti i filtri.
EliminaMel Brooks aveva già prodotto “La Mosca” quindi avrebbe anche potuto replicare, un po’ me lo vedo in stile commedia con Calà ginecologo che fa “Doppio libidine!” ;-) Poi anche tu oggi sei un po’ inseparabile, i fratelli zoM e Moz Mantle ;-) Cheers!
Uno di quei film angosciosi e stranianti di cui vado pazzo, arricchito oltretutto dalla presenza di un intenso Jeremy Irons; un attore che non si meriterebbe di comparire in produzioni kolossal di poco conto (non c'è bisogno che vi ricordi quali, vero?) ma anche in quei casi riesce sempre a fare la sua porca figura.
RispondiEliminaAh, il film in questione è tra i miei preferiti; per me supera anche "La Mosca" forse perchè sono interessato di più al dramma psicologico che all'"imbruttimento" esteriore (condito anche lì di dramma, ovviamente). Non a caso, ne "La cosa" ho sempre preferito le scene di tensione tra i protagonisti piuttosto che la Bestia stessa.
Devo assolutamente rivedermi tutti questi titoli in estate, non si può guardarli una o poche volte.
Saluti!
Anche quando fa il maggiordomo che stira i mantelli neri (occhiolino occhiolino) buca lo schermo, ma mancano i registi alla Cronenberg per un talento così. Un film fondamentale, con cui il mio secondo Canadese preferito ha iniziato (alla grande) la seconda parte della sua carriera, anche io ci vado pazzo, Davide Birra ha le mie stesse fisse, per quello mi piace così tanto ;-) Grazie per il commento! Cheers
EliminaQuesto per me è il suo film più complesso.
RispondiEliminaCronenberg et uno dei pochi geni in grado veramente di cambiarti la vita e la prospettiva di visone
Adoro questo film, uno dei miei preferiti del mio secondo Canadese preferito. Cheers
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