sabato 13 maggio 2017

In diretta dal mio comodino: Baltimore 4 & Frankenstein Underground


Mancava da un pezzo da queste pagine il post tematico sulle ultime novità a fumetti presenti sul mio comodino, siccome l’universo narrativo di personaggi creati da Mike Mignola è vasto e prolifico, oggi un bel post dedicato a due personaggi del “Mignolaverse”, Lord Baltimore e Frankenstein!
Baltimore Vol.4 - La cripta di ossa

Abbiamo lasciato il più letale cacciatore di Vampiri dei fumetti, alle prese con alcuni racconti brevi tutti raccolti nel volume precedente, per questa quarta uscita, invece, si torna prepotentemente alla trama principale, ovvero la vendetta di Lord Baltimore e la sua feroce caccia al vampiro che gli ha distrutto la vita: il maledetto Haigus.

Ai testi troviamo il solito Mike Mignola in coppia con il suo compare Christopher Golden, i due dopo aver dato vita al personaggio di Joe Golem, si sono evidentemente decisi a dare una grossa svolta anche alle trame di Baltimore, questo quarto volume presenta due storie belle movimentate.

"Sono qui per masticare gomme e ammazzare vampiri, e ho finito le gomme".
Nella prima composta da tre numeri e intitolata “Il treno infernale”, Baltimore scopre come fanno i Vampiri a muoversi velocemente di giorno, per evitare di essere passati a filo delle numerose armi del cacciatore, ma i collaboratori umani dei succhia sangue metteranno i bastoni tra le ruote a Lord Baltimore.

Infatti, Baltimore si ritrova completamente solo contro tutti i soldati della città ormai per metà sotto il controllo dei vampiri, il tutto in una serie di tavole piene di azione disegnate alla grande dal Ben Stenbeck: una vera sicurezza, ormai completamente a suo agio nell’atmosfera oscura delle storia e nell’ambientazione post prima guerra mondiale. Il treno del titolo non è solo la via di fuga su rotaie dei vampiri, ma gli umani pur di alimentare il suo motore sono disposti a dare la vita… Letteralmente!

Le ultime due storie che completano il volume costituiscono la saga che dà anche il titolo al volume. Quattro personaggi provenienti dal passato di Baltimore, vengono radunati, per cercare di far ragionare il cacciatore e, magari, piegarlo a più miti consigli. Sì, ma chi li ha radunati?

Lo scheletrino sardo che grida "Aiiie!" prima di morire come vi suona?
Nella cripta di ossa, il cacciatore quasi trova la morte, in una storia così drammatica ed apocalittica che, vi giuro, ho pensato fosse l’ultima del personaggio, poi per fortuna ho scoperto che un quinto volume verrà presto pubblicato fiuuuu!

In questa storia il personaggio di Baltimore alza decisamente il tiro, dopo Haigus arriva un nuovo nemico, ancora più potente che sono sicuro terrà a lungo banco nelle storie del cacciatore, a farne le spese è la città di Londra che tra il fuoco e le matite di Stenbeck diventa un inferno. Insomma, un numero esaltante e coinvolgente, in cui il personaggio di Baltimore e la sua vendetta, passano dall’essere una faccenda personale, ad una missione, quasi una crociata su scala più ampia in cui ad essere in pericolo è tutto il mondo. L’esperimento nato sulle pagine di un romanzo, dai compari Mignola e Golden, è diventato con il tempo uno dei fumetti del Mignolaverse che non vedo l’ora di leggere, mica male!

Frankenstein Underground

Dopo essermi gustato l’anteprima (grazie Lucius!), ero nato pronto come Jack Burton, sapevo che “Frankenstein Underground” sarebbe stata una bella follia, confermo: lo è. Forse non è il miglior fumetto uscito dall’attiva fucina del Mignolaverse, ma è un lavoro estremamente coerente con la poetica Mignoliana, Mignolesca… Mignoletta… Oh, insomma, di Mignola!

Il buon Michele è un grande appassionato di Horror e letteratura gotica in generale, Frankenstein è un archetipo narrativo che il papà di Hellboy ha utilizzato anche nelle sue storie, basta pensare a Roger l'Homunculus, uno dei primi e più amati componenti del B.P.R.D. che proprio al mostro di Mary Shelley deve tantissimo.

Frankie goes to hollywood.
“Frankenstein Underground” malgrado il titolo, non nasce con l’intento di fornire ai lettori una versione alternativa alla creatura che tutti amiamo anche per via delle sue molteplici incarnazioni. Ma è solo un modo per dare una conclusione alla parabola di un personaggio comparso nel Mignolaverse e forse, ancora più semplicemente, il titolo andrebbe interpretato per quello che è: il buon Franky che affronta una serie di creature sotterranee e per farlo fugge e in qualche modo trova il suo posto nel mondo.

Piccolo passo indietro, dov’era comparsa la creatura del dottor. Frankenstein precedentemente? Dovete sapere che il rosso Hellboy, ha passato svariati anni in Messico a bere come se con ci fosse un domani, il suo passatempo preferito oltre a sgargarozzare Tequila? Fare a pugni con i Luchadores locali.

Il tutto raccontato nel volume di Hellboy intitolato La casa dei morti viventi, scritto da Mike Mignola e disegnato da uno dei miei artisti preferiti, il grande Richard Corben. Chi era il compagno di bevute di Hellboy in Messico? Proprio la creatura del dottor. Frankenstein, che in “Frankenstein Underground” riprende il suo peregrinare.
Le ragguardevoli serate alcoliche di Red & Frankie.
Infatti, all’inizio del volume Franky ed un avvinazzato Hellboy si scambiano cortesie sotto forma di pugni, poi inizia la fuga della creatura, un viaggio senza meta che lo porta a vagare, tra i deserti messicani che sono, però, solo una tappa di una fuga iniziata ben prima, nei primi dell’800 in Svizzera e in Francia.

Lo ammetto: cercare di trovare una logica è anche complesso. Prima la creatura cerca di entrare a far parte di un circo, ma la società degli uomini gli va stretta, considerando che ormai si trova ben oltre in concetto di umanità.

Da qui in poi ve lo dico candidamente: mi sono messo comodo e mi sono goduto i disegni del solito bravissimo Ben Stenbeck, ridacchiando mentre pensavo all'email ricevuta dal disegnatore da Mike Mignola, in cui gli spiegava: "Ok, nella prossima pagina spunta l’enorme chela di un mostrone che trascina Frankenstein, invece nel numero dopo introduciamo la fratellanza Eliopica, fammi avere qualche bozza per fine settimana".

Immagino sia stata la stessa reazione di Stenbeck.
Ho apprezzato la scena finale, un piccolo flash del futuro in cui un Frankenstein capellone, ha trovato la sua missione di protettore, non sono certo di aver capito tutto tutto della trama, quasi sicuramente no, ma il tema della ricerca di se stessi e del libero arbitrio è molto caro a Mignola, questa è una delle sue più deliranti declinazioni.

Insomma, divertente se non vi create troppe aspettative, da lettore di Mignola di vecchia data, sicuramente uno dei suoi lavori più matti, secondo me ha seguito l’esempio di Hellboy nella sua fase messicana e prima di buttare già la trama ha svuotato parecchie bottiglie!

2 commenti:

  1. Felicissimo di averti "anticipato" Frankie, e che il Mignolaverse si stia espandendo sempre di più: meno male che stavolta la distribuzione italiana si comporta bene ;-)

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    1. Avevi ragione, Frankie è il lavoro più fuso mai scritto da Mignola, uno strambo esperimento ;-) La Magic Press ha perso tanti titoli, ma si tiene stretti quelli relativi al Mignolaverse, sono (fisiologicamente) in ritardo con le uscite, ma per fortuna non perdono un colpo! Cheers

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