Appena pensi di
aver capito la struttura di una stagione, quando capisci che avremmo tanta
verticalità e che per la trama verticale dovremo aspettare gli ultimi episodi
BOOM! Arriva Steve Moffat in scivolata a gamba tesa e con tutte le altre
metafore calcistiche (che non so usare, quindi la smetto) e fa saltare tutto
per aria con il tritolo! Da qui in poi sempre come direbbe River Song (citata
nell’episodio di oggi): SPOOOOOOOILER!
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Vi metto anche il diario di River Song, così che il concetto sia chiaro. |
Lo
scorso episodio iniziava con una specie
di citazione in omaggio a Star Trek, questo, invece, mi ha ricordato la
frase di Spock nell’episodio in cui perde la vista, ma sente (grazie alle
celebri orecchie) cosa dicono i suoi compari, eravamo tutti così preoccupati per gli
occhi del Dottore che ci siamo dimenticati tutto il resto.
L’episodio si
svolge lungo due linee temporali distinte, la prima è quella “Years ago” in cui
vediamo il pianeta dei boia, capaci di porre fine alla vita di ogni razza della
galassia, compresa quella dei Signori del tempo, anzi di uno in particolare,
Missy (sempre interpretata dalla bravissima Michelle Gomez), una delle tante
incarnazioni (anzi, rigenerazioni) del Maestro, l’arci nemico del Dottore fin
dai tempi della loro infanzia su Gallifrey.
Era chiaro dopo
l’episodio precedente che nella camera blindata a cui il Dottore e Nardole
stavano facendo la guardia ci fosse proprio Missy, Steve Moffat spazza via il
campo da ogni dubbio sollevando il velo su questa rivelazione in quattro e
quattr’occhi (o quattr'otto fate voi), davvero pochi fronzoli tutti molto apprezzati, alla faccia della
trama orizzontale ipotizzata.
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E' tornata! E' tornata! Finalmente mi era mancata! |
Non è chiaro come
Missy sia stata catturata, ma qui Moffat si gioca una carta classica: porre
l’eroe di fronte ad un dilemma etico da cui può uscire solo attraverso due
opzioni, in cui una è molto brutta e l'altra prevede di sporcarsi le mani in prima persona (in fondo,
a
Sherlock recentemente il Moffa ha
fatto fare quasi la stessa cosa). Chiaro che il Dottore, come ogni eroe che si
rispetti, dovrà trovare l’opzione numero tre, ovvero l’alternativa ad essere
colui che esegue la sentenza e uccide Missy. Quindi, in un attimo Moffat
giustifica la camera blindata, anzi, la stanza di piega quantica per essere
precisi e modifica il ruolo di Missy all’interno della stagione, non più
minaccia, ma (forse) addirittura alleata del Dottore, il che è una gran mossa,
perché parliamoci chiaro: Missy sarà pure diabolica, ma a carisma non è seconda
a nessuno (anzi!), quindi non è male sapere che per una volta gioca nella
squadra dei buoni, anche solo per essere legittimati a tifare per lei.
Per risolvere il
dilemma etico del Dottore, Il Moffat recupera il diario di River Song che
arriva portato in scena da Nardole nei panni del Deus ex machina (viene proprio
presentato così), che ricorda al protagonista qual è il ruolo del Dottore. Il
libro blu di River Song, invece, torna di moda dall’ultima volta (o la prima?
Con i viaggi nel tempo non si sa mai) in cui lo abbiamo visto, ovvero l’episodio
“Silence in the Library” (4x08) dove la riccioluta Song faceva il suo esordio.
Tenete a mente il ruolo del Dottore, l’espediente del Deus ex Machina e una
biblioteca, tutti elementi che tornano buoni del resto dell’episodio.
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Nessuno si aspetta l'inquisizione spagnola, ma nemmeno il Papa! |
Balzo in avanti,
l’altra linea narrativa (o temporale) della puntata prevede Bill impegnata a
portarsi a casa Penny, la ragazza pare avere qualche senso di colpa sulla sua
omosessualità, poco serve che Bill cerchi di convincerla che non c’è davvero
nulla di male in questo, se poi improvvisamente nell’appartamento spunta il
Papa, in una scena davvero esaltante e recitata da Joseph Long nei panni di
sua eminenza in un Italiano più che decente, considerando che non è
obbligatorio che il Papa sia italiano, come storia (anche attuale) insegna.
Come ci è
arrivato il Papa nell’appartamento di Bill? Facile, colpa del Dottore che
ancora non vuole rivelare alla ragazza la sua cecità, ma ha bisogno di lei
perché il Vaticano ha invocato l’aiuto del Dottore per recuperare il “Veritas”,
testo segretissimo ben nascosto al centro dell’Haeriticum, la biblioteca
vaticana dove sono nascosti tutti i testi considerati eretici, una roba tipo Il nome della rosa, per capirci.
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Solo a me mi prendono per i fondelli quando leggo con gli occhiali da sole, eh? |
Lo so che quando
si parla di Vaticano e libri eretici si finisce subito in “Zona Dan Brown”, ma
la rivelazione finale aiuta a digerire questa scelta di Steve Moffat e l’attore
Corrado Invernizzi nei panni del cardinale ci regala almeno un emissario della
Santa Chiesa credibile, anche nell’accento. Per altro in questo episodio scopriamo che il TARDIS non traduce l'Italiano, le lingue aliene rendendole comprensibili si, ma non l'Italiano, vuoi vedere che la famosa cabina blu è stata costruita in uno strambo Paese a forma di scarpa?
Ho apprezzato il
fatto che gran parte della trama ruoti attorno ad un testo immaginario e anche le
svariate battute sparse durante l’episodio, come la sedia da lettura con le
cinghie che il Dottore rimpiange di non aver avuto per arrivare alla fine di “Moby
Dick” (“Chiudi il becco e insegui quella balena!”), non è nemmeno male la
battuta su Nardole che si atteggia a fare il duro ("Are you secretly a
badass?", "Nothing secret about it, Babydoll") che, però, non
giustifica il fatto che il personaggio s'infili di testa nel pericolo, della
libreria Vaticana, salvo poi pagare il prezzo al momento della rivelazione dei
vari portali, quelli che conducono al CERN o al Pentagono. Insomma, Nardole non
è amatissimo dal pubblico e questo molto probabilmente non sarà l’episodio con
cui si conquisterà altri ammiratori.
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Nardole stamattina è sceso dal letto pensando di essere Bruce Willis. |
Steve Moffat è
sempre riconoscibile come autore, nelle trame da lui scritte si nota sempre un
abbondante utilizzo della tecnologia e qui la rivelazione è anche piuttosto
inquietante, se per metà episodio siamo preoccupati per la cecità del Dottore
e gli strani alieni che compaiono nella biblioteca, nella seconda metà l’atmosfera
diventa ancora più funebre.
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Se tutti i bibliotecai fossero così, tutti i libri verrebbero restituiti in tempo! |
Tutta questa
linea narrativa, in realtà, non è altro che una simulazione, messa su da una
grande entità maligna (il Maestro? Molto probabile) con cui allenarsi ad
eliminare gli umani, una realtà virtuale in cui è legittimo uccidere i passanti
come si fa giocando a Grand Theft Auto che il Dottore riassume come se Super
Mario si eliminasse dal gioco perché stufo di morire.
Quindi, in
entrambe le linee narrative, i libri hanno il loro valore, ma anche il deus ex
machina e il ruolo del Dottore, come vi dicevo lassù in alto da qualche parte.
L’utilizzo degli occhiali sonici può sembrare il secondo Deus ex machina dell’episodio
(e probabilmente lo è), ma serve a sottolineare il discorso del Dottore,
abituato a vincere sfruttando le debolezze e gli errori dei suoi avversari. La
simulazione è tanto perfetta che gli occhiali sonici del Dottore-copia,
possono comunicare con quelli del vero Dottore fuori dalla simulazione, la
beffa è che per sconfiggere “Matrix” basta mandare un email al Dottore che, per
altro, si auto firma con tanto si kiss kiss finali (“Dear Doctor, save them. The
Doctor X”).
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Il Dottore che chiama il Dottore, praticamente un consulto tra colleghi. |
Anche in questa
realtà il Dottore-copia è l’eroe che deve reagire ad una situazione senza
speranza, trovando una terza opzione, pensando fuori dagli schemi, il
Dottore-copia che capisce che per essere “The Doctor” non è necessario essere
reali, ma non arrendersi mai e trovare sempre il modo di fregare i propri
nemici e siamo sicuri che non fosse un messaggio meta televisivo per gli
spettatori a casa?
Insomma, “Extremis”
è l’episodio che fa saltare il banco e, al pari di “A good man goes to war”
(7x06), si gioca la rivelazione (lì sull’identità di River Song, qui su Missy) e
scombina tutte le carte sul tavolo, preparando il campo ad un finale ancora più
grande. La minaccia vera non era dentro la camera blindata, ma la fuori ed è
ancora più minacciosa.
A me, direi per come strutturato, questo episodio mi ha lasciata un po' fredda... ma sospendo il giudizio fino al prosieguo che per ora non ho tempo di recuperare. Ci aggiorniamo in quel commento XD
RispondiEliminaApprezzo che si sfruttino le caratteristiche del personaggio del Dottore, per raccontare storie che con altri personaggi non si potrebbero raccontare, qui il Moffat come suo solito forza la mano, non è stato un brutto episodio, ma ti prende meno di "Heaven sent", ci parliamo dopo l'episodio 10x07, tanto oggi lo vedrò di sicuro ;-) Cheers
EliminaEpisodio fantastico, mentre lo guardavo mi sembrava di assistere alla proiezione di un vero e proprio filmone tant'è che se fosse terminato a venti minuti mi sarebbe anche bastato per quella serata perchè di contenuti ce n'erano e tanti!
RispondiEliminaAlla fine avevi ragione, Missy è la prigioniera della camera blindata. Tuttavia fino a che non vedo aprire quella porta resterò con il dubbio che ci sia veramente lei. Ormai non posso fidarmi di queste serie tv, il plot twist è sempre dietro l'angolo! XD
Sono l'unico a cui piace Nardole? Già l'attore mi sta simpatico di suo, in queste vesti mi piace ancor di più; per ora è l'episodio in cui la sua presenza è stata più incisiva.
Bill è stata messa un pò da parte in questo episodio anche se ha recuperato verso il finale. Ok, non era la vera Bill ma una sua simulazione, tuttavia, ho comunque avvertito un minutaggio minore a lei dedicato.
In attesa della prossima review!
Saluti!
Anche a me Nardole non dispiace, bisogna dire che non è mai stato utilizzato al pieno del suo potenziale, ed ora che è arrivata Bill è ormai passato in secondo piano. Non mi è dispiaciuta l'idea della simulazione, e' tutta una preparazione alla minaccia, che però dovrà essere all'altezza, è anche vero che ormai tutto quello che scrive il Moffat viene criticato, ma è anche l'unico che cerca di portare il personaggio ai suoi limiti, usandolo per raccontare storia che con altri personaggi non sarebbero possibili ;-) Cheers
EliminaQui la stagione ha iniziato a volare! Scopro solo ora, a distanza di duecentomila anni, che Nardole non è (era?) amato. Come si fa a non amare Nardole? D:
RispondiEliminaNardole era fortissimo e da qui la stagione è salita di colpi, pensa che mi sto guardando "The devil's hour" solo per la presenza di Peter Capaldi, mi manca Twelve. Cheers!
EliminaAnche a me manca tantissimo Twelve, durante la prima visione non mi ero resa conto QUANTO mi piacesse... Rivederlo dopo anni (e tutto di fila, senza attese!) me l'ha fatto apprezzare ancora di più. "The devil's hour" è in lista una volta finito il rewatch (ho finito stasera l'undicesima stagione e voglio spararmi XD)
EliminaPer me Capaldi è stato l'attore che ci ha messo più tempo a trovare il suo look, ma quello più pronto a calarsi nel ruolo, no dai non ne vale la pena, non ora che sta per tornare RTD ;-) Cheers
EliminaBiblioteche dedicate interamente a libri proibiti, antichi grimori che fanno suicidare chi li traduca: come faccio a non impazzire per questo episodio??? ^_^
RispondiEliminaAh, l'ho visto doppiato e quindi il papa parla in latino, tradotto dal cardinale :-D
Ora devo tornare indietro e catturare millemila schermate dei libri per farci uno speciale sul mio blog: quanto mi fa faticare, il Dottore, ma per lui (e per la rima) solo amore!
Sapevo che una volta salito a bordo del Tardis ti saresti divertito, con il Dottore bisogna sempre correre correre correre, ma ne vale la pena ;-) Cheers!
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