Facendo un giro
molto molto lungo, a luglio Spider-Man, come il cane Lassie, tornerà nella casa
(delle idee) che lo ha generato, il suo esordio in Civil War era solo la prova generale per il prossimo “Spider-Man:
Homecoming” e, siccome da un grande potere derivano grandi responsabilità, io
sento la responsabilità di ripercorrere le tappe di questo ritorno, in una
rubrichello pieno di ragnatele che ho deciso di battezzare… Torna a casa
Spidey!
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"Sono il vostro amichevole Uomo Ragno di quartiere, da oggi senza bisogno di sfogliare le pagine". |
Sono convinto che
alcuni personaggi dell’immaginario siano perfetti, talmente azzeccati nella
loro concezione da poter resistere uguali a se stessi nei decenni. Ora, a costo
di sembrare David Carradine in “Kill Bill vol. 2”, devo dirvi che Spider-Man è
un gran personaggio perché oltre ad un look fighissimo, ha anche il modo più
stiloso di muoversi per la città, inoltre la sua poetica è perfetta, il motto
dello Zio Ben “Da un grande potere derivano grandi responsabilità” fa di lui un
personaggio pulito, ma anche l’eterno infelice, potrà anche salvare la città
mille volte di fila, ma ogni giorno si ricorderà di quell’unica volta in cui
suo Zio è morto per colpa del suo egoismo. Una figura tragica, malgrado il
costume colorato e la battute con cui prende allegramente per i fondelli gli
avversari.
Sì, decisamente
un personaggio perfetto che dal 1962 affascina tante persone, tra cui James
Cameron, il primo che provò in maniera concreta a portarlo al cinema, prima che il suo progetto andasse a picco (capito? James Cameron,
andare a pic… Ok, la smetto) insieme ai diritti di sfruttamento della Carolco e
al lunghissimo processo durato più di dieci anni che ne seguì, ma questa è
un'altra storia… Che pensate che non ve la racconterò? Occhio perché potrei
tornare come uno dei super cattivi dell’Uomo Ragno Buahahah ah ah ah!
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"Vedo già il titolo: "Idiota parla dello Spider-Man di Cameron!" voglio 250 parole per Lunedì". |
Nell’aprile del
1999, la Sony (quindi Columbia Pictures) forte di una squadra di avvocati che a confronto “Law and Order” non gli
lava nemmeno il vetro della macchina, vince la causa e diventa titolare dei
diritti di sfruttamento del personaggio al cinema, la Marvel Comics, che
detiene la proprietà del personaggio, non era ancora il colosso che oggi può
permettersi dieci film milionari tutti intrecciati tra loro con gemme, maghi figli dei fiori e alberi parlanti,
ma girava ancora con il cappello in mano, bussando a tutti gli studios per
vendere i suoi personaggi.
Piazzare il loro personaggio
di punta alla Sony, è stata l’apertura di pedone per la conquista della
scacchiera, un contratto che faceva felici tutti allora, anche perchè la Marvel di allora era alla ricerca di registi blasonati per dare
credibilità ai suoi personaggi al cinema.
Ok, quindi a chi
lo facciamo dirigere il film? Al solito Tim Burton che ha già fatto Batman e (metà) film su Superman? Naaa meglio Chris
Columbus! Insomma, alla fine sono tutti d’accordo, l’uomo giusto è David
Fincher che, però, dichiara che accetterà solo se potrà portare in scena la storia
con cui il fumetto americano ha perso per sempre la sua verginità, ovvero “La
notte in cui morì Gwen Stacy”. I capoccia della Sony in coro rispondono: “No
grazie, preferiamo pensare ai bambini” e telefonano a Sam Raimi.
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Un come al solito elegantissimo Sam Raimi, impegnato a ehm... lanciare sassi sul set. Ah la magia del cinema! |
Già... Sam Raimi! Il
ragazzetto tutto buone maniere che ha rivoluzionato per sempre l’Horror con la
trilogia grondante mito e sangue di Evil Dead. Perché c’è una cosa che nessuno dice mai di Sam Raimi, ovvero che
tutti i film su commissione che ha accettato, li ha sempre diretti come un vero
professionista e senza perdere mai le caratteristiche estremamente
riconoscibili del suo cinema. La Sony deve aver pensato che se uno è passato
dal capolavoro La Casa 2 a “Gioco
d’amore” (1999, uno dei pochi film romantici con Kevin Costner che merita di essere visto), ormai deve essere “Praticamente innocuo” per citare Douglas
Adams, peccato che nel mezzo ci sia stato anche “Darkman” (1990), tenetemi
l’icona aperta su questo titolo, tornerà buono più avanti.
Ed è qui che Sam
Raimi li ha fottuti tutti. Sì, perché non era solo una cosa che diceva durante le interviste per passare per il regista giusto, no, nella sua casa d’infanzia Raimi aveva
davvero un disegno dell’uomo ragno sulla parete dietro al suo letto, fatto fare
dai genitori ad un decoratore, per assecondare l’insana passione del piccolo
Sam per il ragno (storia vera), oltre a beh, robetta, circa 25.000 fumetti tra
roba della EC Comics e, ovviamente, “The Amazing Spider-Man”. Anche se sono
convinto che se mai mi mettessi a contare i miei, me la potrei quasi giocare,
occhio Sam che ti lancio la sfida uno di questi giorni.
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"Si certo Cassidy, ora me lo segno tra le cose importanti, insieme a comprare il latte". |
Spider-Sam Raimi
ha le idee chiarissime, da lettore sa che i ragazzi vogliono volteggiare sulla
città con l’Uomo Ragno e non molla un centimetro nemmeno sul cast del film, fanno
provini per il ruolo di Peter Parker gente come Jay Rodan, James Franco (tenuto
a bordo per manifesto talento, ma nel ruolo del rivale Harry Osborn), Chris
Klein, Wes Bentley e il futuro Joker Heath Ledger. Raimi sempre educatissimo li
visiona tutti e poi dice: "Voglio Tobey Maguire perché ne “Le regole della casa
del sidro” era bravissimo" (storia vera).
Tobey “Con quella
faccia un po’ così” Maguire, uno che
candidamente arriva ad ammettere di non aver mai letto nemmeno mezza vignetta
di un fumetto, figuriamoci di Spider-Man, ma trova la sceneggiatura a sua detta
“Interessante” e accetta la parte e, malgrado una buona fetta del pianeta (non
senza argomentazioni sensate) lo consideri uno che è stato morso da un pesce lesso
radioattivo, per la parte è semplicemente perfetto.
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Con quella faccia un po'così, quell'espressione un po'così, che abbiamo noi prima d'andare a |
Franco, Bentley,
Ledger (ciao “BIP” mannaggia quanto manchi…), sono tutti oggettivamente dei
fighi, qui ci vuole un Nerd, nel senso vero e non modaiolo contemporaneo del termine, uno che
si esalta per la scienza che non vive di pallone, non parla di figone, non
indossa vesti buone, quindi è fuori da ogni discussione (Cit.), in questo Tobey
Maguire pare uscito dalle tavole di Steve Ditko, sembra un giovane vecchio che
quando si spreme una lacrima fa facce imbarazzanti, proprio come Peter Parker
quando ci ammorba con l’attacco di magone prima di ripartire con ritrovate motivazioni,
ma il tempo a chi ha dato ragione? A Sam Raimi, ovvio.
Se uno che arriva
dai film seri come Maguire è a bordo, allora deve essere un progetto grosso, Kirsten
Dunst accetta di tingersi rossa per interpretare Mary Jane Watson solo perché
nel cast c’è Maguire (storia vera) e, ammettiamolo tigrotti, con lei nel ruolo
hanno davvero fatto centro, perché non avrà la fossetta imposta da John Romita
Sr (Inchini! Riverenze!) per la parte, ma ha tutto il resto per la parte della
fidanzatina dei sogni e della damigella in pericolo, per un film che comincia
con “Tutte le storie iniziano con una ragazza…” lei è quella giusta.
La sceneggiatura
viene affidata a David Koepp che in carriera ha avuto bassi notevoli e alti
che potreste ricordare come i vostri film della vita, qui è una di quelle volte in cui aveva gli interruttori e i
bottoncini del cervello accesi. Partendo dalla sceneggiatura originale di James
Cameron, Koepp cambia i cattivi, ridotti al solo (green) Goblin in accordo con
Sam Raimi, per non mettere troppa carne al fuoco (storia vera).
Anche se avrei
pagato soldi buoni per vedere Nicolas Cage nei panni di Norman Osborn, a lui
viene preferito Willem Dafoe che fa modificare varie volte il costume di Green
Goblin per avere più libertà di movimento e, una volta conquistata la
comodità, decide di fare lui stesso quasi tutti i suoi stunt, per mantenere il
linguaggio del corpo del personaggio anche durante le scene d’azione, il
sindacato stuntmen non l’avrà presa benissimo, ma il risultato sullo schermo è
notevole, bravo Willem Dafoooooe! (Cit.).
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"Il mio piano criminale è lasciare tutti gli stuntmen senza lavoro!". |
Sembrerebbe una
marcia trionfale, la Sony punta tutto sul concetto dell’eroe di New York e
chiede a Raimi di dirigere un teaser apposta (non come quelli di oggi, 30
secondi di niente) in cui uno Spidey mai mostrato, ferma una rapina in banca,
intrappolando l’elicottero dei rapinatori in una ragnatela tesa tra le due Torri Gemelle, salvo poi una brutta mattina di settembre del 2001, la Grande Mela viene colpita come nemmeno nei piani dei super cattivi dei fumetti Marvel è mai accaduto, una di
quelle volte in cui qualcuno degli eroi di carta avrebbe davvero fatto comodo
nella vita vera.
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Nella lente destra, il ricordo di tempi migliori (o almeno meno peggio). |
Il film esce
negli Stati Uniti nel maggio del 2002, è uno dei primi blockbuster ambientati a
New York dopo l’attentato, incassa, bah uno sproperio, resta nella storia come
il titolo che ha raggiunto i cento milioni di ex presidenti defunti stampati su
carta verde più velocemente, qui da noi nel Paese scarpiformide arriva a giugno
dello stesso anno, io ho 18 anni, mi mancano pochi giorni alla fine delle
superiori e ho preso da poco la patente, guido una vecchia gloria che non è la
Old’s Mobile Delta 88 di Sam Raimi (che qui fa il suo cameo, è la macchina di
Zio Ben), ma è a suo modo una “The Classic”.
Chi prende la
macchina per andare al cinema? Ragà tranquilli, passo a prendervi. Sfiga, piove
come se avessi fatto adirare il Dio Thor, recupero tutti gli amici, guido fino
al cinema sotto una pioggia torrenziale, parcheggio, scendo, splende il sole
(storia vera). Mi guardo tutto il film in estasi, il sogno del piccolo lettore
di Spidey che c’è in me si realizza, un film sull’Uomo Ragno, uno vero non come
quello degli anni ’70 con Nicholas Hammond (che fa un cameo qui, si intravede nella
parata), ricordo distintamente che quando Norman Osborn dice a Peter che il
diploma è la fine di una cosa e l’inizio di un’altra, uno dei miei soci dice “E’
vero!”, il film giusto per quattro Nerd ben più sfigati di Peter Parker che si
barcamenavano tra i banchi di scuola.
Esco dal cinema,
ho le farfalle i ragni nello stomaco splende il sole, metto in moto l’auto,
ricomincia a diluviare (storia vera!), ma poco importa, ho appena visto il film
che aspettavo da sempre, era l’alba dell’Era dei super eroi al cinema, ma m'importava molto di più un’altra verità: se consideriamo la trilogia di Evil Dead come un film solo, avevo
appena visto il mio terzo film preferito di uno dei miei registi preferiti, a
distanza di tempo la classifica è ancora invariata, per il titolo numero due, magari
una di queste volte ne parliamo, sarebbe pure ora.
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Ho tenuto questa immagine come fondo schermo sul computer per mesi (storia vera). |
Non so più quante
volte ho visto “Spider-Man” in VHS (originale) prima e in DVD (originale) poi,
ero preoccupato del fatto che rivedendolo oggi in cui i Super al cinema sono
la normalità, risultasse vecchio in modo imbarazzante. Niente di più
falso: il film è pervaso da un eroismo talmente puro e classico che è impossibile non
volergli bene, persino la risposta a quella mattinata brutta di settembre, che
qui è riassunta nella scena in cui nei “Knickerbocker” lanciano roba contro
Goblin gridandogli: “Se te la prendi con New York, te la prendi con tutti quanti”,
è talmente sincera e di pancia che mi tira dentro, quindi è perdonata in
automatico.
David Koepp fa un
lavoro didascalico, ma chiaro, anche perché oggi il pubblico è pronto a Super
eroi che chiacchierano con il pubblico,
ma nel 2002 bisognava ancora sdoganare il genere, quindi “Spider-Man” è la
classica storia sulle origini, una fantasia adolescenziale in cui uno sfigato
passa da zero ad eroe e salva la ragazza dal cattivo, il tutto costellato dal “Cammino
dell’eroe” che è solitario, tenendo a mente l’eterno senso di colpa di Peter
Parker.
Lo schema deve
essere semplice anche nel mostrare lo scontro tra buono (buonissimo) e cattivo
(cattivissimo) che qui intrecciano una relazione tipo Luke e Darth Vader, con Goblin che cerca di portare Spider-Man al
lato oscuro del super eroismo e quando dico che è didascalico parlo di scene
tipo quando il Goblin Padano interrompe la preghiera di Zia May, poi la intima
di finirla e se la ride di gusto sulle parole “Liberaci dal male”, concetto
espresso in stampatello, ma talmente dritto che ogni volta a quel bastardo
color caccola gli grido “Lasciala stare Goblin!” agitando il pugno verso lo
schermo nemmeno fossi stato disegnato da Gil Kane.
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"Non è così che si da un cinque alto". |
A rivederlo oggi “Spider-Man”
sembra provenire da un altro decennio cosa che in effetti è vera, ma quello
che voglio dire è che risulta figo e datato in parti uguali, ma è un datato
positivo, naif come se fosse l’equivalente cinematografico di leggere le prime
storie di Spidey, quelle dei primi numeri disegnati ancora da Steve Ditko,
schiacciando “Play” sembra di stare scorrendo le pagine de “L’Uomo Ragno
Classic”, un effetto che con il tempo non potrà che migliorare.
Sono proprio le
prime storie di Spidey quella che Sam Raimi conosce meglio e omaggio in questo
film, i siparietti comici con J. Jonah Jameson (un magnifico J. K. Simmons,
attore feticcio di Raimi) fanno ridere come nei fumetti e ogni volta che Willem
Dafoe ghigna diabolico consapevole del segreto di Peter Parker, riempie lo
schermo, anche senza (per fortuna!) la terrificante pettinatura “A righe” di Osborn
è spaventoso allo stesso modo, per non parlare della scena del ponte, con MJ al
posto della povera Gwen e finale (per fortuna) differente.
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Come far perdere diversi battiti cardiaci agli appassionati del fumetto. |
Anche il finale,
in cui il costume di Spider-Man va in pezzi come la camicia di Ash Williams e
il nostro ne prende un sacco e una sporta, in una specie di versione in piccolo
per ragazzi de La Casa, viene portata
in scena la morto di Goblin trafitto dal suo aliante che completa l’arco
narrativo e il cammino dell’eroe di Peter (“Ho già avuto un padre si chiamava
Ben Parker” ogni volta mi esalto un casino!), non senza ironia, perché per
tutto il film lo stile di Sam Raimi è tutto da vedere e sempre riconoscibile.
Gli effetti
speciali di John Dykstra utilizzati
per creare le movenze ragnesce dell’Uomo Ragno in volo sono digitali e
invecchiate così così, ma sono talmente poche che ancora funzionano e,
soprattutto, immerse in un sacco di effetti speciali vecchia maniera e
movimenti vorticosi di MDP tipici del cinema di Sam Raimi.
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Il modo più stiloso per muoversi nel traffico cittadino. |
Il montage con
cui Peter si allena e disegna il suo costume (le mani e il talento sono quelle
di Phil Jimenez), i piccoli tocchi horror, come il consiglio di amministrazione
della Oscorp trasformato in scheletrini da Goblin, per non parlare di alcuni
passaggi della regia, il modo in cui un ancora impacciato Spidey, inseguendo il
ladro che ha ucciso Zio Ben, evita con un salto un cavalcavia, è lo stesso dell’inseguimento
del bendato Dr. Westlake all’elicottero di Durant in Darkman, anche il
finale, con la voce narrante dell’eroe che ribadisce la sua solitaria missione
e ribadendo il suo nuovo nome (“Chi sono io? Sono Spider-Man” / “Io sono
Darkman”) è davvero lo stesso.
Spider-Sam Raimi
si porta dietro la sua squadra, oltre a J. K. Simmons e Rosemary Harris, arriva
anche il fidato compositore Danny Elfman che qui firma quello che, a mio avviso,
è una delle sue colonne sonore più riuscite, nei panni di una Punk (“Uno con
otto mani eccitante") c’è Lucy “Xena” Lawless e dove c’è Sam Raimi non possono mancare suo fratello Ted (l'assistente di J.J.J.) e il suo
amico d’infanzia. Infatti è proprio Bruce Campbell ad inventare il nome
Spider-Man (“Il ragno umano? Non hai trovato niente di meglio?”) nella scena
del wrestling, quella il “Pavido Parker” deve resistere tre minuti in uno “Steel
cage match” contro Randy “Macho Man” Savage… “Tre minuti di giochiniiii!”, no
sul serio, lo so tutto a memoria, mettetemi alla prova.
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"Non lo sopporto più con queste citazioni, passami la mia motosega". |
L’idea di
riempire la casa di Norman Osborn di maschere è ancora oggi geniale, fa capire
che il personaggio conosce il valore di una maschera spaventosa durante un
rituale o uno scontro, il fatto che la maschera del Goblin lasci in vista gli
occhi e la bocca dell’attore è un vantaggio, perché Willem Dafoe, esperto
in personaggi luciferini, qui regala una prova immensa, cambia faccia,
espressione e voce con una teatralità esagerata perfetta per “Mad Doctor” reso
pazzo dal suo stesso esperimento, la scena del monologo allo specchio anticipa
la schizofrenia di Gollum di diversi anni, con quel gusto per il dramma tipico
dei cattivi Marvel… “Il cuore Osborn prima di tutto lo attacchiamo al
cuore", no sul serio, lo so tutto!
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Strano che ti facciano fare sempre il cattivo Willem, con una faccetta così tenera. |
Insomma, “Spider-Man”
è un film così solido da aver dato vita, insieme al primo X-Men, a quello che ancora oggi è il sotto genere più in voga dei
nostri giorni e, allo stesso tempo, la prova di un filmaker estremamente coerente
e a sua agio con la materia in questione, Sam Raimi ha un grande potere ed è
stato all’altezza delle grandi responsabilità.
ottima recensione come sempre grazie.
RispondiEliminaormai sono curioso : che macchina avevi nel 2002??
io la panda 45
rdm
Ti ringrazio molto, sempre gentilissimo ;-) Una vecchia Fiat Tipo 1.4 del 1989, color rosso granata, e senza nemmeno più un idea di ammortizzatori posteriori, passare piano sul più piccolo dei dossi con le ruote dietro, generava un rumore di vero "Heavy Metal" ;-) Cheers!
EliminaGran film, preferito di un filino al secondo. Ah se avessero fatto fare tutto a raimi pure per il terzo...
RispondiEliminaFunziona ancora alla grande, rivedendolo mi sono reso conto di ricordarlo davvero a memoria, anche più del secondo, che ho amato molto, e che a questo punto non vedo l’ora di rivedermi ;-) Il terzo è roba da smangiucchiarsi le nocche delle mani, ne parleremo nel corso della Spider-Rubrica. Cheers!
EliminaPrimo e secondo di Sam Raimi sono gli unici film del ragno per me.
RispondiEliminaGli altri non esistono, nemmeno il prossimo. :-P
Del tutto comprensibile e condivisibile, sarà dura trovare la voglia (e il fegato) per i rivedermi i due “Amazing solo nel titolo”, quelli che non esistono. Hai già messo una pietra tombale anche su “Homecoming” quindi? Bah speriamo bene, come Mulder “I want to Believe” ;-) Cheers
EliminaBel post.
RispondiEliminaIn parte, i tuoi ricordi sono simili ai miei.
Unica cosa che non mi piacque, e di fatto non mi piace dei film di spaidaman (anche amazing) è che scelgono sempre un trentenne per fare un quindicenne.
Forse con Homecoming questa cosa sarà risolta.
In ogni caso, i film di Raimi sono belli, certo figli del loro tempo (gli unici film di superereoi invecchiati bene e diventati mito sono i Batman di Burton) ma interessanti e divertenti.
Defoe magistrale.
Moz-
Grazie mille ;-)
EliminaVero è una scelta che per questo film posso ancora capire, era il 2002, serviva credibilità per lanciare i super eroi al cinema, sarebbe stato molto complicato far digerire un ragazzino, per avere un Peter Parker 16enne, abbiamo dovuto aspettare il 2017, anzi, dobbiamo ancora aspettare fino a Luglio ;-)
Vero il Batman di Burton è invecchiato alla grande, ma il Burton di allora era un signor regista, mi ha sorpreso però questo Spider-Man, sta invecchiando bene, sta invecchiando in modo Pop ;-) Cheers
C' è da dire che comunque Peter non rimane al liceo e quindi alla fine la scelta non era mica tanto sbagliata vista l' età all' epoca di TM.
EliminaMadonna che bomba hai tirato fuori... il film della mia infanzia! Mi hai fatto scendere i lacrimoni T.T
RispondiEliminaTi dico che ero quasi tentato di metterlo anche tra i “Classidy”. Ero già grandino quando è uscito, ma è stato il film che aspettavo da sempre, quindi ho dovuto per questione di cuore giocarmi il carico. Non sono uno che piange con i film, ma per questo, devo sbattere forte le palpebre e stare concentrato ;-) Cheers
EliminaWillem ride come Gianni Morandi. Una epifania. Probabilmente ne ero consapevole da decenni, ma ho realizzato la cosa solo ora. Guardo in rete e , sorpresa, trovo una foto di Dafoe, Morandi ed Eros Ramazzotti insieme e ridono. Sono fisionomista come un disegnatore di livello Gil Kane o Steve Ditko. Non ha sempre fatto il cattivo, anzi. In Platoon è l'angioletto buono sulla spalla di Charlie Sheen e subisce il martirio che riprova nella Ultima Tentazione di Cristo. Sarà il mio lavorare da anni per quei service a cui le multinazionali si rivolgono quando è proprio il caso di inibire il pensiero eterodosso, ma a me il suo sorriso pare persino rassicurante, Trovo davvero inquietante il vibrare di un angolo della bocca senza labbra di un burocrate nato di mezza età mentre sigla senza emozione apparente un documento che al minimo cancellerà ettari di polmone planetario. Se fossi un regista e Willem un attore ( ok, lo è ndr ) , lo sceglierei per il mio Power Rangers meet i Puffi e lo tingerei tutto di blu. O lo farei fare da qualcun altro perchè io sono cattivo...
RispondiEliminaSi le parti da cattivo sono il suo pane "Strade di fuoco", "Cuore selvaggio" tutta roba in cui si mangia lo schermo. Ma anche io sono per il Willem buono, Scorsese fu geniale nell’affidargli la parte del più buono di tutti.
EliminaIn Platoon e Nato il quattro luglio fa lo “Yin” di Tom Berenger “Yang”, Il pilota baffuto de "L'ultimo attacco", il buono (nel senso Ed Bunker del termine) di "Animal Factory" e ci metto anche "Mississippi Burning", ed ora mi hai fatto un “Inception”, a metà tra i Power Ranger e i Puffi, ora voglio il sorrisone di Willem Dafoe nei panni e nel Mullet di “Capitan Planet” :-D Cheers
Vero accipicchia. In Mississipi Burning è la idea di The Dragnet che poteva averne uno studente di college nerd morso da un JFK geneticamente modificato.
EliminaMi sembra un paragone molto azzeccato, per altro mi hai ricordato quel film con Dan Aykroyd salvandomi la giornata, ora la passerò tutta a ridere da solo ;-) Cheers
EliminaUn giorno di quel 2002 mio padre venne da me e mi disse: "Mi porti al cinema a vedere Spider-Man?" Esce fuori che moriva dalla voglia di vederlo ma sapeva che a me non interessava: non voleva andarci da solo così gli ho fatto compagnia. Io avevo 28 anni e lui 55: eravamo due Matusalemme in una sala strapiena di ragazzini! (Ovviamente mio padre scelse un orario "popolare"...)
RispondiEliminaQuesto per dire che è stato solo un caso che ho visto al cinema il film. Non leggevo i fumetti di Spidey ma adoravo i suoi cartoni animati, e ho accolto con grande entusiasmo i film anni Ottanta che vidi sulla RAI, che a rivederli oggi c'è da dargli fuoco per quant'erano brutti, ma da ragazzo li trovavo deliziosi :-D
Mi sono piaciute le citazioni, Campbell e il resto, ma mi manca il gene per apprezzare i filmoni di supereroi :-P
Poi ho scoperto che la scena finale di questo film è presa di netto da una storia del 1976, dove però Spidey è una "vittima", che regge la funivia mentre è un altro l'eroe che deve decidere se salvarlo. Un eroe appena nato proprio grazie al Goblin. Un eroe di nome Frank Castle, il Punitore! E' lui che deve decidere chi salvare... e ovviamente sceglie l'Omino Ragno, in una delle primissime avventure vissute insieme.
https://fumettietruschi.files.wordpress.com/2014/12/11.jpg
Ricordo che uscì un CD con le canzoni ispirate dal film o comunque usate come mix, e se non sbaglio c'era "Hero" dei Nickelback: o era il secondo Spidey?
L’immagine del papà Etrusco che chiede “Mi porti al cinema a vedere Spider-Man?" vince il premio speciale del giorno! ;-)
EliminaPuntualissimo come al solito, ho dovuto omettere un sacco di dettagli specialmente fumettistici dal post, perché dopo tre pagine scritte, ancora dovevo iniziare a parlare del film (storia vera!), però dici bene, MJ che cade nel vuoto rimanda subito a “La notte in cui morì Gwen Stacy”, ma in effetti ricorda la scena dell’incontra tra Frank Castle e il ragnetto, almeno per la scelta che l’eroe deve fare.
La colonna sonora, altro argomento sforbiciato dal commento, si, poteva contare sulla ultra trasmessa (in radio e su EMMEtivì) “Hero” dei Nickelback, e anche su un pezzo dei Sum 41 (che fine hanno fatto?) coadiuvati dal chitarrista degli Slayer, pezzo che nel film si sente due secondi, quando Peter e lo Zio bene sono in auto. E poi beh, Macy Gray, che nel film invece canta proprio alla parata nella parte di se stessa ;-) Cheers
@Lucius
RispondiEliminaHero dei Nickelback è nella colonna sonora del primo Spidey.
The Punisher non ha nessun rapporto con gli Osborn, ma è stato assunto ( ed ingannato ) dallo Sciacallo ( The Jackal ) nella sua prima incursione Marvel. Castle è la risposta Marvel alla moda di allora dei Giustizieri della Notta a la Bronson. The Jackal è una altra variazione sul tema del Joker. In fondo anche The Green Goblin è Lex Luthor che si traveste da Joker.
La Marvel avrà anche tanti difetti non lo nego, ma ha sempre avuto il fiuto per capire cosa piaceva al pubblico, o per lo meno, quali sono le mode del momento, tendenza che meno evidente, anche oggi in qualche serie sfoggia. Cheers
EliminaSì, era un modo di dire. Da vecchio amante del personaggio mi sono riletto e studiato le origini del Punisher in una serie di post che linko più sopra: confermo tutto! Era l'erede spirituale di eroi letterari purtroppo quasi ignoti in Italia ed è un peccato.
EliminaSi, il buon Frank Caslte si è poi aggiornato nel tempo, negli anni '80 quando era scritto da Chuck Dixon sembrava il sosia di Stallone, sempre al passo con i tempi il Punisher ;-) Cheers
Elimina" sempre al passo con i tempi il Punisher ;-)"
EliminaGià! Nei 90 sfoggiava il codino! XD
Ho seguito il link di Lucius e ho ritrovato Il Persecutore ( Hitman in originale ). Quanto tempo ! A me piaceva parecchio anche il Castle di Ross Andru con i basettoni anni settanta ed un fisico meno massiccio. Ricordo ancora oggi l'esordio di Mosaico in una storia in cui Spidey incontrava Il Punitore e Nightcrawler ( poco prima che qualcuno osasse tradurlo in Lombrico). Formidabili quegli anni.
RispondiEliminaNon vale sono di parte, Ross Andru è uno dei miei Ragno-Disegnatori preferiti di sempre. Le sue tavole erano ultra dinamiche, e le pose di Spidey mai banali e ancora moderne. Cheers!
EliminaQuesto spiderman - e un po' tutta la trilogia - mi piace abbastanza. Un film solidissimo e pieno di momenti davvero epici. SI vede soprattutto moltissimo la mano (benedetta) di Sam Raimi
RispondiEliminaAmen, non avrei potuto dirla meglio, quella mano lì, dovrebbe stare in un museo, come avrebbe detto Indy ;-) Cheers
EliminaQuando ancora i cinecomics non erano una saga trita e ritrita ma erano prima di tutto dei Film. Questo "Spider Man" ce l'ho ancora nel cuore e pur mostrando alcuni segni di "vecchiaia" a livello visivo, riesce incredibilmente ad essere più "nuovo e fresco" dei supereroi odierni.
RispondiEliminaMerito certamente della guida di Raimi che pur calando un pò di qualità nel terzo capitolo, riesce - tutto sommato - a proporci una trilogia niente male in cui io riesco ad empsatizzare con i protagonisti senza trovarmi davanti con sole scene in CGI o un mood terribilmente apatico.... CAPITO "The Amazing spider-man"?!? Ma di lui ne riparlerai. XD
Ah, ti ringrazio per aver citato Caparezza. Adesso dovrò ascoltarmi di nuovo quel pezzo.
Saluti!
La penso proprio allo stesso modo, Raimi era l’uomo giusto per questo compito, in pochi ci credevano che avrebbe fatto un buon lavoro. Dovrò trovare la forza di rivedermi anche “Amazing solo nel titolo”, anche se lo trovo profondamente irritante, ma in qualche modo farò ;-)
EliminaPrego grazie a te, Caparezza è uno dei miei preferiti, ogni tanto fa capolino, grazie ancora! Cheers
Ricordo la magia dell'epoca. Non c'importava se Tobey Maguire fosse identico a Peter Parker, c'importava solo di vedere Spider Man sugli schermi. E come lo faceva bene!
RispondiEliminaLo ricordo con tanto affetto!
Hai riassunto alla perfezione lo spirito dell'epoca, per fortuna lo aveva capito anche Sam Raimi, evidentemente uno di noi (parte il coro: Sam Raimi uno di noooooooiiiiii!) ;-) Cheers
EliminaLa scena finale continua ad esaltarmi come quella di "Batman"! XD
RispondiEliminaAll' epoca leggevo anch' io i fumetti, ma capitai durante la saga del clone! °_O Sic! Meno male che c' era "L' uomo ragno classic"! XD Mi vedevo tutte le serie TV trasmesse da "Solletico"! XD Belle quelle anni 80, ma la, all' epoca, nuova con la sua continuity ed il suo pathos aveva ed ha davvero una marcia in più!
Dal vivo, oltre ai film tratti dalla serie TV de L'UR, ci dovevamo accontentare con film TV come "Hulk e Thor gli invincibili"! Una mezza "poverata", ma per i tempi bastava! XD
Questo film ancora dopo 15 anni è davvero fresco, divertente e teso. Davvero un cinefumetto di formazione!
Mi sa l' ultima grande sceneggiatura di DK! XD
L' idea di Raimi alla regia è stata una scelta davvero azzeccata! Così come lo era quella di Burton ai tempi.
Peccato per MJ già al liceo, ma vabbé. Mi pare di aver capito che si ispiri anche un pò ad "Ultimate Spider-man".
"anche senza (per fortuna!) la terrificante pettinatura “A righe” di Osborn"
Spero che non ci sia chi si lamentasse anche di questo! C' è chi voleva pare il GV con il suo costume! Ecco, come già detto, gli farei vedere "Brivido" se gli manca e poi voglio vedere se non cambiano idea. XD
All' epoca: "Wow! Un film su L'UR!", Oggi: "Ancora!?!". XD
"insieme al primo X-Men, a quello che ancora oggi è il sotto genere più in voga dei nostri giorni e, allo stesso tempo"
E pensare che dopo questi due rischiavano di mandare tutto a schifio! XD Infatti la Marvel ha deciso di prendere le redini direttamente! XD
Pensa che dopo averlo seguito saltuariamente, ho iniziato a seguire il quindicinale proprio in piena saga del clone, mai smesso da allora, e poi ho recuperato tutto, tra UR Classic e UR Collection ;-) Ha qualcosa di Ultimate queste film, ma poco, "Amazing si fa per dire" ha pescato molto di più dalla serie Ultimate.
EliminaHa detto una grande verità, l'entusiasmo di troppe persone si sazia troppo in fretta, motivo per cui esiste questa rubrica, a me l'idea di poter vedere un bel (e speriamo lo sia davvero) film sull'Uomo Ragno ancora mi gasa ;-) Cheers
Rivisto dopo… non lo so, 10 anni? Ai tempi me lo riguardavo fino allo sfinimento. Lo riguardavo e c'era qualcosa che non mi quadrava. Era diverso da qualsiasi cosa avessi visto. Non ero del tutto consapevole del perché. Mi piaceva, e al tempo stesso non mi quadrava...
RispondiEliminaConoscevo già Raimi, giusto perché la mia infanzia era stata segnata da un filmetto leggero come "Darkman".
Credo di aver abbandonato "Spiderman" dopo la triste visione di "Spiderman 3" (una pietra quasi tombale), Oggi, dopo 16 anni e un lungo oblio, quel primo film, credo di averlo capito.
Ho capito solo adesso quelle tante inquadrature "strane", quello stile registico con cui Raimi altro non voleva fare che "portare al cinema un fumetto" (complice una fotografia che più fumettosa non si può).
Il cinefumetto oggi lo diamo per scontato. Ma allora non era così. E dopo niente è stato più fatto in questo modo. Nemmeno nel mezzo dei successi dell'MCU.
Le inquadrature di "Spiderman" sono fatte apposta per trasmutare (quanto mi piace questa parola) la pagina, la didascalia, la striscia, nei frame in movimento di un film. Ne sono dimostrazione le tante pose di Spidey, certi momenti in cui l'azione sembra quasi fermarsi in un'inquadratura per il solo gusto di far godere quel momento di massimo splendore visivo, o quello in cui la faccia o l'espressione del personaggio vengono tratteggiati meglio.
Raimi ha messo su pellicola le tavola di un fumetto, creando il "suo" fumetto di celluloide.
Esempio: perché quasi ogni volta che Spidey appare in scena col costume è così plastico, e si muove con movimenti netti - o non si muove affatto - e si mostra in una posa il più stilosa possibile? Non è questo un effetto da tavola fumetto? Ma si che lo è!
Perché la testa di Spidey è immobile tipo pupazzo quando salva MJ la prima volta? Tutta la scena è plastica, si muovono solo lo sfondo e i capelli di lei: tavola in movimento.
Perché la maggior parte delle inquadrature, anche quando dinamiche, hanno quel senso di panoramica o preciso tratteggio statico di un personaggio (vedi primi piani di W. Dafoe)? Fumetto.
Anche le inquadrature nei dialoghi: nuca-mezzo-volto d'un personaggio e profondità su chi gli parla: anche qui, fumetto. In un film è raro che i dialoghi vengano girati con quelle inquadrature. Il cinema in quanto tale ha regole diverse.
Spiderman si può guardare muto, per fotogrammi. Mancano solo i balloon. Ma anche senza dialoghi sarebbe ugualmente perfetto. Si può scorrere come uno storyboard. Le parole sono secondarie. L'espressione degli attori denota sempre il tono della scena.
NESSUN film tratto da un fumetto nelle successive due decadi ha mai usato uno stile simile e avuto un'identità così forte. E non lo dico da fan eterno osannatore di Spiderman, ma da folgorato dell'ultim'ora, che il film aveva amato e forse mai capito sino in fondo.
E' veramente difficile da spiegare, e forse bisogna rivederlo con distacco, ma sono convinto che il primo Spiderman sia il prototipo perfetto del film fumetto: è in bilico tra il gusto dell'esagerazione da b-movie e il caricaturale del fumetto, del senso dello spettacolo forzato in ogni inquadratura per ottenere una trasposizione in movimento delle strisce.
Dopo aver visto decine di comic-movie, è stato folgorante. Si nota tutta la differenza. I cinecomic Marvel usano il mezzo cinematografico con padronanza, ma si piegano largamente agli stilemi del cinema. Raimi ha reso dignità al fumetto come forma espressiva, là dove tanti altri autori e registi, pur creando capolavori, si sono mossi usando il cinema come forma per esprimere storie nate sui fumetti. Raimi, da mestierante assoluto, ha fatto tutt'altra cosa: ha creato il primo e forse unico vero incrocio tra le due forme d'arte, celebrando quella d'origine usando come surrogato il cinema.
Bob.
Siccome sono anni che leggo commenti in rete su questo film, ne ricordo uno che lamentava l’eccessiva staticità della regia di Raimi, che per me è ancora uno dei più dinamici giocolieri della macchina da presa in circolazione. La critica verteva su troppi secondi dedicati alla stessa inquadratura, ma secondo me non è affatto un problema. Pensa anche a “Spider Man 2”, l’entrata in scena di Doc Ock, MJ e Peter sono al ristorante, auto volante sfonda la vetrata. BOOM! Zoom sul volto dei due protagonisti, BOOM! Ancora zoom sul volto dei protagonisti, una scena “statica” vero, ma ti fa avvertire quanto i tentacoli del dottore siano pesanti e letali.
EliminaIl tuo discorso fila in pieno e non è nemmeno difficile da capire, se si hanno letto tanti fumetti dell’Uomo Ragno, specialmente classici dell’era Romita senior o Ross Andru per fare due nomi, qui si ritroveranno tutte le pose di Spidey in volo, erano i fumetti che leggeva Raimi e che lui ha replicato sul grande schermo. Dici bene Raimi si può seguire senza audio, perché ha uno “Storytelling” perfetto, e guarda caso, “Storytelling” si dice anche dei disegnatori di fumetti, le cui tavole possono essere seguite senza leggere i dialoghi, non è un caso tutto questo ;-) Ang Lee ci ha provato con “Hulk”, ma si è limitato a dividere lo schermo in vignette, Raimi ha disegnato, usando il cinema quello che di solita sta dentro le vignette. Cheers
Ma solo io ho notato l'incredibile somiglianza tra il "dialogo interiore" di Goblin/Norman Osborn in questo film e quello di Gollum nel Signore degli Anelli-le Due Torri, che tra l'altro è uscito nello stesso anno? O sono deliri da nerd pazzo?
RispondiEliminaNon sei il solo tranquillo, anzi io credo che Peter Jackson si sia ispirato a questo film, Jackson è un po' il fratello Raimi perso in Nuova Zelanda, e a giudicare dai suoi primi horror splatter, stai tranquillo che ha sempre guardato con occhio di riguardo i film di Raimi ;-) Cheers
EliminaA me manca la trilogia della Casa, e quella splatter di Peter Jackson, ma sto iniziando a pensare anch'io che Jackson sia il quinto fratello di Sam Raimi, anche se con Lo Hobbit ha un pò svaccato, mentre Raimi non ha mai perso il talento (Spider-Man3 non è un suo film, è un film fatto da produttori invasivi)
EliminaRaschiando il fondo del barile delle serie di fantascienza Novanta-Duemila che mi sono perso, mi sto vedendo "Cleopatra 2525", una delle tante scelte discutibili del Sam Raimi in veste di produttore.
RispondiEliminaNel futuro gli umani vivranno sotto terra e si sposteranno mediante tunnel verticali: le eroine protagoniste della serie si lasciano cadere nei tunnel, crollano verticalmente a gran velocità... e sai come si fermano? Da apparecchi impiantati ai polsi lanciano una ragnatela e cominciano poi a dondolare in giro come fa Spidey. E questo Raimi l'ha prodotto fino al 2001, tanto per far capire quanto i suoi sensi di ragno fossero particolarmente attivi all'epoca :-P
Il Raimi produttore spesso spaventa più di alcuni suoi Horror, però grazie per la dritta gli darò un'occhiata, di fatto è la differenza tra Raimi e gli altri che si sono ritrovati a dirigere un film sull'Uomo Ragno, lui è davvero cresciuto a pane e fumetti ;-) Cheers
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