martedì 28 febbraio 2017

Death Race 2000 vs. Death Race 2050: Scaldate i motori, i pedoni valgono doppio


Era un pezzo che volevo rivedermi “Anno 2000 - La corsa della morte”, quindi ho pensato bene di ripassare prima di vedere la nuova versione del film uscita da poche settimane, poi mi sono detto: perché non rispettare lo spirito di entrambe le pellicole, facendole scontrare tra di loro? Il risultato è questo post, che vede “Death Race 2000” (1975) contro “Death Race 2050” (2017)! Ladies and gentlemen, start your engine!

ma prima del semaforo verde, qualche bel pulsatone da schiacciare!

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Death Race 2000 / Anno 2000 - La corsa della morte (1975)

Ib Melchior, chi è Ib Melchior? Su due piedi risponderei l’uomo con il nome più bello del mondo, ma oltre a questo primato era anche uno scrittore danese, nonché produttore e regista che ha scritto e collaborato ad un sacco di titoli, tra cui “Terrore dallo spazio” (1965) di Mario Bava o la serie tv “Lost in Space”, ma è anche l’autore del racconto breve intitolato “The Racer” (1952), che una volta elaborato dal cervello esplosivo di Roger Corman è passato alla storia come il film “Death Race 2000”, qui da noi “Anno 2000 - La corsa della morte”.

La storia originale si concentrava sul pilota e il suo meccanico, ovviamente il leggendario Roger Corman capisce che con una storia del genere si può tirare fuori di tutto, infatti aggiunge il presidente con poteri illimitati e Frankenstein, il miglior pilota del mondo.


Tipo Fantasma dell'opera, ma fa suonare l'albero a camme, invece che l'organo a canne.
Per la regia sceglie Paul Bartel, anche se i due hanno idee molto diverse, il produttore voleva un film estremamente violento e privo di comicità, mentre il regista pensava ad un'atmosfera surreale, dove la violenza non è mai mostrata. Per nostra fortuna, i due hanno trovato un'azzeccata via di mezzo che ha reso “Anno 2000 - La corsa della morte” il cult che è ancora oggi.

Nel post datato anno 2000, gli Stati Uniti d'America non esistono più, annientati dalla crisi economica e da dissidi interni, al loro posto sorgono le Province Unite d'America, governate da un Presidente (“Il presidente di che?”) dai poteri illimitati venerato come un Dio.

La guerra e la violenza non esistono più, ma per dar sfogo all’umana pulsione di ammazzarci uno con l’altro, ogni anno viene organizzata la più sanguinosa gara automobilistica del mondo: Transcontinental Road Race, vince chi taglia per primo il traguardo sulla costa opposta e nel frattempo colleziona più punti, anziani e bambini valgono molti più punti in classifica generale.


Gli anziani saranno anche più lenti ma valgono di più.
Il pilota più famoso del mondo è il mascherato Frankenstein (David Carradine), sopravvissuto a centinaia di incidenti, ricostruito chirurgicamente e sfigurato sotto la sua maschera di pelle nera (in realtà gomma, perché Carradine si è rifiutato di indossare vestiti di pelle in estate, storia vera!).
Gli sfidanti sono una serie di personaggi coloriti almeno quanto il campione in carica, anche se il massacro su ruote è minacciato dalla resistenza, intenzionata ad eliminare i piloti per scuotere le coscienze del popolo.

Roger Corman, sicuro di sé, offre il ruolo del pilota mascherato a Peter Fonda che in tutta risposta scoppia a ridere leggendo la sceneggiatura, la soluzione al problema di casting si chiama David Carradine che aveva appena finito di girare la puntata conclusiva della serie che lo ha reso famoso “Kung Fu” ed era alla ricerca di un ruolo completamente diverso. Ditemi cosa volete, ma credo che tra i due ruoli, quello più assurdo sia ancora il monaco Shaolin che avrebbe dovuto essere interpretato dal vero creatore di quella serie, ovvero Bruce Lee.


"A vederti così, mi sembri tutto tranne che cinese".
Carradine, però, è perfettamente a suo agio nella parte e qui inizia la sua scalata a mito cinematografico, ma occhio perché il film a facce note è ben messo, l’ambizioso sfidante che scalpita per battere Frankenstein è interpretato da... Rullo di tamburi... Sylvester Stallone! Il suo personaggio è il cliché dell’italo-americano malavitoso, (con mitra Thompson montato sul cofano dell’auto), il suo nome? Qui davvero tocca allacciarsi le cinture: Machine Joe “Rombo di Tuono” Viterbo, l’unico che potrebbe scalzare Ib Melchior dalla classifica dei nomi pazzescamente fighi.

"Frankenstein... sono io che vengo a prenderti!" (Quasi-cit.)
Ecco, anche se di fatto il ruolo è lo stesso (lo sfidante che affronta il campione con tanta voglia di rivalsa per finire poi sconfitto), diciamo che le parti migliori della sua interpretazione Sly le ha conservate per quel filmetto uscito l’anno dopo, potreste averne sentito parlare

In ogni caso, Stallone fa il suo dovere, pare che abbia anche improvvisato gran parte delle battute del suo personaggio che, in effetti, dopo Frankenstein è il più memorabile del film. Se affinate lo sguardo, si vede per pochissimo, ma uno dei meccanici è interpretato dal mio grande amico John Landis, professionista di comparsate.


Altro che le lucine sotto la macchina di Fast & Furious.
“Death Race 2000” è un B-Movie purissimo, lo è nella trama e nella messa in scena, basta guardare i costumi volutamente pacchiani, o le rombanti auto da corsa, che sono poco più che dei golf cart agghindati con il peggio ciarpame incollato sopra. Eppure, il film ha fatto storia lo stesso. I suoi 80 minuti, anticipati dai titoli di testa disegnati a mano con le matite colorate (vedere per credere), filano via tra personaggi assurdi e volutamente caricaturali, tipo il commentatore della gara che sembra Claudio Cecchetto, o le sessioni di massaggio ai piloti tra una tappa della gara e l’altra.

No dai, guardatelo, secondo me è proprio lui in persona.
Eppure, “Anno 2000 - La corsa della morte” è uno dei titoli più famosi in assoluto quando si parla di futuri distopici e giochi mortali utilizzati per esorcizzare la violenza e tenere sedato il popolino davanti alla televisione, basta dire che è uscito lo stesso anno di quella bomba di Rollerball, anche se qui il tono è decisamente più da cartone animato.

I vari piloti assurdi come i loro nomi (Calamity Jane, Matilda la nazista di Milwakee, e Nero the Hero) e le loro morti, qualcuna in stile Willy il coyote, mescolano l’atmosfera dei “Wacky races” con la violenza del soggetto, sembra davvero di guardare il film ispirato al cartone animato di Hanna-Barbera, solo con il sangue e il futuro distopico al posto del cane Muttley che se la ride dall’automobile di Dirk Dastardly.


Manca solo Muttley che se la ride.
Ma sotto la scorza cialtrona, “Death Race 2000” nasconde stoccate alla società e un attivismo politico mai davvero celato, l’equivalente di prendere per il bavero lo spettatore e scuoterlo dicendogli: "Svegliati, ti stanno tenendo alla catena rimpinzandoti con tv spazzatura". Insomma: satira, drittissima pura e semplice satira del tipo migliore.

Roger Corman in questo b-movie ha impresso tante di quelle idee che negli anni in tanti hanno pescato a piene mani da questo film, se più o meno siete della mia leva, ancora vi ricordate le (inutili) polemiche per quel videogioco violentissimissimo dove si stiravano i pedoni, chiamato “Carmageddon”. Ma oltre ai videogiochi, il film ha ispirato un ideale seguito con le moto al posto della auto (“I gladiatori dell'anno 3000” dello stesso anno) e tre prequel/remake, di cui uno diretto dal solito Paul W. S. Anderson. E poi, ovviamente, il quasi remake del 2017, a questo proposito…

Death Race 2050

Dietro ad una bella locandina di solito ci sta un brutto film, questa volta non è così, anche se bisogna digerire il nome “ROGER CORMAN” a caratteri cubitali. Capisco che l’ultranovantenne produttore sia un nome che tira più del regista e sceneggiatore G.J. Echternkamp (Salute!), sappiate che proprio come il film originale Corman ci mette solo il nome, ma anche lo stampo, perché “Death Race 2050” è in tutto e per tutto identico al film del 1975, se non per qualche gustosa variante.

I primi minuti sono spiazzanti, sembra davvero di stare guardando una versione aggiornata del vecchio film, fatto con (un po’) più soldi e con Malcolm McDowell, sempre morigeratissimo, nella parte del Presidente (lasciatemi l’icona aperta che ripasso sgommando…), bisogna digerire il fatto che per una mezz’ora buona, sembra che Echter… Echternka… Sembra che G.J. non voglia urtare il suo produttore venendo accusato di lesa maestà, infatti “Death Race 2050” sembra una copia carbone del cult che già conosciamo.


"Ok, Show Me"... Ah no scusate, macchina sbagliata.
Nel senso che è tutto ripetuto uguale a se stesso: la giornalista bionda, popputa e svampita che dice che tutti gli intervistato sono suoi grandi amici, il rivale che sputa sull’auto di Frankenstein (un perfetto Manu Bennett) beccandosi una minaccia di morte, c’è persino la co-pilota bionda, con lo stesso identico ruolo, ma con le gambe (mica male) di Marci Miller.

"Anche con quella maschera, ti ho visto che mi guardavi il culo".
Le novità sono pochine, ma azzeccate, ad esempio, gli spettatori possono seguire la gara in tempo reale attraverso un visore da realtà virtuale (in realtà occhialini da nuoto dipinti, ma è pur sempre un B-Movie no?) e, ovviamente, anche gli sfidanti sono stati un minimo aggiornati.

Matilda la nazista di Milwakee è diventata Tammy la terrorista (Anessa Ramsey), bionda sul tipo “White Trash” come direbbero i nostri amici dall’altra parte dell’Atlantico che prega strane divinità tra cui Tom Hanks (!). Minerva Jefferson (Folake Olowofoyeku) intravista in Westworld, vi terrà allegri con il suo nuovo singolo, l’appena appena martellante “Drive, Drive, Kill, Kill, Drive” e via dicendo così per una mezz’ora buona.


Ti si ficca in testa peggio del ritornello di "Ramaya".
Mentre il sostituto di Sylvester Stallone è Jed Perfectus (Burt Grinstead) e non venite a dirmi che il nome non lo hanno pescato da Mad Max - Furiostrada perché non ci credo!

"Che giornata! Che splendida giornata!" (Cit.)
“Death Race 2050” si mette perfettamente in scia all’originale, istruzioni per l’uso: se non amate il cinema povero e cazzaro tenetevi alla larga e sappiate che l’unico difetto è una certa ripetitività nello sviluppo della storia che si avverte molto di più rispetto al primo film, il che è strano visto che la struttura, gara, pausa in attesa della prossima tappe e nuova gara, è identica a quella del 1975.

Il bello è il finale che non è certo rivoluzionario, ma a suo modo riesce a rivisitare quello del film del 1975, ma la vera forza di “Death Race 2050” è il suo essere assolutamente spudorato: uccisioni e ammazzamenti, donnine nude e cazzoneria diffusa come solo un piccolo film indipendente può offrire nel cinema bacchettone del 2017, ma ancora di più una presa di posizione satirica chiarissima.

Il presidente dei nuovi Stati Uniti d’America, si vanta con gli amici di aver fatto raggiungere al Paese il 99% di disoccupazione, felice di essere potente e ricco sfondato e per rendere ancora più chiaro il messaggio, si perde anche il giusto tempo a fare battute sugli strambi capelli del presidente, tanto che Malcolm McDowell sfoggia un ciuffo in cui pare abbiano fatto il nido un paio di razze diverse di pennuti, sarà pure satira di grana spessa, ma direi che il messaggio (e il bersaglio) è piuttosto chiaro, no?


"Presidente di che?" (Cit.)
Insomma, vi avevo promesso una gara ed in ogni gara c’è un vincitore, chi vince la sfida tra i due film? Sicuramente Anno 2000 - La corsa della morte senza il quale non avremmo avuto tanti giochi mortali cinematografici tipo L’Implacabile, ma in realtà a vincere è la serie Z del cinema, che quando sfoggia questa satira e questa faccia da culo, è più divertente di tanta serie A troppo impegnata a non offendere nessuno.

16 commenti:

  1. Confronto spettacolare, a dimostrazione che se un remake è fatto come Corman comanda allora a guadagnarci sono due film, non uno solo.
    Dai tempi del primo film la cultura popolare ha raggiunto livelli di barbarie inimmaginabili negli anni Settanta, quindi questo aggiornamento è stato necessario e secondo me molto ispirato. Volutamente cazzone e assolutamente non serio... ma cosa c'è di serio in quello che vediamo in TV? In un mondo demente e decerebrato, solo la potenza devastante di Frankenstein può salvarci ^_^

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    1. I due film sono volutamente molto simili, quindi ho pensato di farli gareggiare uno contro l’altro ;-)
      Dici bene, ci sono voluti solamente trent’anni perché la tv diventasse peggiore di quella ipotizzata negli anni ’70, alla fine la satira è quella che guarda più avanti di tutti, il problema è quando ci azzecca! ;-) Cheers

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  2. Ovviamente Anno 2000 - la corsa della morte è tra i miei dvd da diverso tempo.
    Sono fan anche del semi-remake con Gesonstatam, mi piaceva un sacco l'idea delle corse in carcere.
    Ma... ma... ma... non sapevo niente del vero remake del primo! Cioè, ora deve essere mio, perché dalle foto che hai messo (e dalla tua rece) sembra davvero un film degli anni settanta!
    Lo voglio.
    P.s. la citazione videoludica iniziale mi ha steso, è una frase che cito sempre anche io. I bei tempi delle sale giochi... :)

    Moz-

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    1. Anno 2000 è un titolo di culto, per quanto riguarda la versione con Giasone, anche quella sta per scendere in pista ;-) Te lo consiglio il remake, specialmente se apprezzi e conosci bene l’originale, a tratti sembra una fotocopia, ma è un film con la sua personalità. Cheers!

      P.S. Eh eh sapevo che qualcuno avrebbe colto, chiaramente va pronunciata con il “vocione” in stile videogioco ;-)

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  3. Ho capito, me li devo guardare uno in fila all'altro.

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    1. Ho fatto così anche io, siccome volevo rivederlo da un pezzo, prima del remake (2050) mi sono rivisto l'originale, credimi è un buon modo per apprezzarlo ;-) Cheers

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  4. Credo che aspetterò il nuovo episodio previsto per il 2050 di cui riassumo la trama , sempre che il mio amico ed ex allievo Clint E. non cambi idea e non decida di sviluppare il soggetto del mio amico ed ex allievo Woody A. che ci tiene a sceneggiare ed interpretare il film sebbene abbia impegni fino al 2049 , perchè mi piace il plot che prevede una posse di tombaroli che inavvertitamente risvegliano il demome Zendymarton dal suo sonno ibizico. Crepascolino si incavola quando lo si chiama x le abluzioni mattutine dopo dieci ore di sonno, figuriamoci un antico diavolaccio biondo dalla mascella cesellata che ha dormito poco meno di sei lustri. Il suo primo gesto di stizza è una death race con Morandi e Baglioni e i Pooh avvitati al seggiolino di cars che corrono come non ci fosse un domani. Non vedo l'ora. Spero davvero che Gianni sposti il suo tour caraibico che è previsto per quell'anno e sia della partita. In caso contrario Clint e Woody vorrebbero Al Bane , ma solo perchè pensano che sia un cosplayer di Tom Hardy. Non so come dir loro la verità...

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    1. Se esce nel 2050, come minimo lo intitoleranno Death Race 2100 ;-) Essere svegliati presto fa scattare subito una voglia di corsa della morte, lo capisco Crepascolino, chissà che colonna Sonora verrà fuori con un film così, basta che Tom Hardy non si metta a cantare “Nel Sole”! Cheers

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  5. Tom Hardy canta C'è un boa nella canoa nel remake di Mosquito Coast in uscita l'anno prossimo.

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    1. Basta che non attacchi con "Ramaya" poi può fare (quasi) tutto quello che vuole Tommaso Resistente ;-) Ecco quello è un altro film da vedere. Cheers

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  6. Meraviglioso confronto, mi hai fatto venire voglia di riguardarli!

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    1. Grazie ti ringrazio, consiglio il "Doppio spettacolo", insieme funzionano bene questo due cuginetti ;-) Cheers

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  7. Mi ha sempre inquietato la tuta che indossa il tizio :I

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    1. Eh ma è una maschera con il trucco, vedere per credere, anche se lo so, è un pelo inquietante ;-) Cheers

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  8. Guardando Death Race 2000 oggi è fin troppo chiaro quanto Death Race con Jason Statham (un film che mi piace moltissimo) gli sia debitore, fin dal titolo, il personaggio di Frankenstein eccetera. Ha fatto giustamente scuola, ha delle trovate fantastiche (i fondali di cartone sono meravigliosi), satira socio-politica di quella fatta bene e un giovanissimo Stallone: cosa si può volere di più?

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    1. Quello dovrebbe essere un remake, anche se abbastanza astuto da prendere un po' le distanze, omaggiando ma riuscendo comunque a camminare sulle sue gambe, o a correre sulle sue gomme, fai tu ;-) Cheers

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