Seth (Dominic Monaghan) è il classico personaggio di cui, se mai qualcuno si ricordasse di lui, tutti sarebbero pronti a dire “Un così bravo ragazzo!”, un solitario che lavora nel canile locale e si affeziona ai quattro zampe dietro le sbarre.
Tornando a casa dal lavoro sul bus, incontra Holly, la classica bionda che un tempo era la bellona più popolare della scuola e che oggi si barcamena tra un lavoro da cameriera e un quasi ex fidanzato. Se avete già capito l’andazzo, non è impossibile intuire che Seth si ricordi benissimo di Holly, il non detto che da spettatori ci arriva comunque, sono le infinite volte in cui il ragazzo avrà magari addirittura pensato di chiedere alla bionda di uscire, senza mai trovate il coraggio per farlo.
D’altra parte,
Holly guarda Seth con l’aria di chi pensa: "Ci conosciamo? Respiri la mia stessa
aria?". Quindi, col cavoletto che si ricorda del nostro accalappiacani.
Ah, ma Seth la
prende bene, eh? Sì,sì, tanto che in un attimo si trasforma in uno stalker,
scoprendo di lei tutto quello che può pedinandola prima sui social network e
poi fisicamente, presentandosi al ristorante dove lavora, regalandole fiori,
sapete no, il tipo di attenzioni: “Mi piacciono le tende nuove del tuo
soggiorno, le ho viste dal cortile di casa tua”.
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"Potresti smetterla di consumare ossigeno prezioso e ordinare?". |
Holly non
gradisce (ovviamente), Seth incassa il due di picche condito da una randa di
mazzate, su gentile offerta del quasi ex fidanzato della biondina. Ma il nostro
non si dà per vinto, un saldatore e un montage degno di MacGyver dopo, il
ragazzo mette su una gabbia nascosta nel magazzino inutilizzato del canile e
poi ci chiude dentro Holly, non per torturarla o abusare di lei, ma perché ne è
davvero innamorato.
Ora, fino qui
tutto normale, no? Cioè, la normalità non prevede bionde chiuse dentro gabbie. Intendo dire: una trama piuttosto standard, no? Ecco, a questo punto la storia
piazza un colpo di scena che non vi rivelerò perché penso di potervi parlare del film senza rivelarvi altro, sappiate che questo twist modifica le
dinamiche tra vittima e carnefice, aggiungo solo che il vero colpo di scena, è
il finale, ma tanto non vi racconto nemmeno quello. Ciccia!
“PET” tutto
sommato funziona, incredibile perché lo sceneggiatore Jeremy Slater non ha
proprio un curriculum invidiabile, è lo stesso che ha scritto quella fetecchia
di The Lazarus Effect, ma anche
Fantastic 4, che non necessita nemmeno di un aggettivo, già di suo è un modo
efficace per definire i film brutti, una cosa del tipo “E’ più o meno brutto di
Fantastic 4?”. Risposta ovvia: qualunque film è meno peggio di quello.
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Femmine in gabbia anche se non è un WIP. |
Alla regia
troviamo un quasi esordiente, Carles
Torrens, in carriera tanti cortometraggi e il segmento “M is for Mom",
scartato dai vari “ABCs of Death” (primo e secondo), ma inserito in “ABCs of
Death 2.5”, ovvero il film composto da tutti i corti meritevoli, ma scartati per
i film originali. Insomma, il grande limbo del “Bravo, ma non bravissimo” è l’aurea
che ruota intorno anche a questo “PET”.
Gli attori fanno
un ottimo lavoro, Ksenia Solo è giustissima nei panni di Holly, è talmente
magra che sembra proprio una che ha passato l’adolescenza ossessionata dall’avere
il peso perfetto per entrare nei vestiti giusti, ad un primo impatto, è
simpatica come scoprire che causa sonno, hai versato il sale e non lo zucchero
nel tuo caffè del mattino, ma tutto questo va benissimo per il suo ruolo.
Seth, invece, ha il
naso a patata di Dominic Monaghan, era uno degli Hobbit de “Il Signore degli Anelli”,
ma anche il cantante eroinomane Charlie, della serie tv “LOST”, a giudicare
dalle sue rughe, sembrano passati ottocento anni da allora, ma quella sua
faccia buffa e lo sguardo sperso lo rendono perfetto per il sociopatico
motivato che si ritrova ad interpretare qui.
Sono sempre
interessato ai film che sanno trattare bene storie basate su rapporti morbosi, sono
venuto su a colpi di film di David Cronenberg, quindi ossessioni di natura
sessuale, deviazioni di corpo e mente mi trovano sempre propenso, chi ha
saputo portare l’argomento rapporti personali morbosi nei film a livello
olimpionico, sono stati sicuramente i Coreani. Ad esempio, non vedo l’ora di
poter vedere “Agassi” il nuovo di Park Chan-wook, che sull’argomento pare avere
delle cose da dire.
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"Il mio migliore amico si chiamava Pipino, abbiamo passato dei bei momenti insie... Signorina, dove va?". |
Ecco i Coreani,
guardando “PET” mi sono ritrovato a pensare: cavolo, il film originale coreano
da cui gli Americani hanno tratto questa loro versione, avrà trattato l’argomento
in maniera sicuramente più efficace e dolente.
Piccolissimo
problema: “PET” non è la versione americana di nessun film, è stato scritto ex
novo e ha fatto il giro di tutti i festival giusti (tra i quali quello di Sitges), in
generale non è affatto brutto, riesce a descrivere in maniera funzionale un
vero rapporto d’amore, emerso nella più assurda e impensabile delle situazioni
in maniera credibile e riuscita, azzecca il finale, che è molto più gustoso che
conoscere la svolta della prima metà del film. Il problema, forse è colpa mia,
forse è colpa di Park Chan-wook che è troppo bravo, ma guardando “PET” non sono
riuscito a non pensare: uhm, ok, tutto qui?
Bello, ma
medaglia d’argento alle olimpiadi del sadismo e dei rapporti umani ambigui,
secondo gradino del podio contro gli imprendibili Coreani. Il che non è affatto
un male, il film non si lascia andare in lungaggini inutili, dura 94 minuti e
sono tutti utilizzati alla grande, ci lascia con la sensazione che Carles
Torrens abbia davvero delle cose da dire, è giovane e si spera possa maturare
anche la sensibilità per il grottesco necessaria a far fare il salto di qualità
ad un film come questo.
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"NOT PENNY'S BOAT" (Cit.) |
Per ora posso
dire di aver apprezzato, ma non ho trovato il filmone di cui in tanti hanno
parlato, apprezzabile e con ampi margini di miglioramento, poi per qualche
secondo si vede anche un Dalmata, cosa che comunque mi compra ogni volta, lo so,
sono sono un tipo strano.
Io ho in casa un dvd della Noshame intitolato "The Pet" (in italiano vi hanno aggiunto "la sottomissione di Mary"). E' un film del 2006, guardabile anche se leggerino. E' probabile che il regista di questo nuovo film lo abbia avuto presente, anche nel caso di "The Pet" l'ingabbiamento è volontario.
RispondiEliminaIn effetti fin dal titolo ha piu’ di una somiglianza, mi manca però quello del 2006, mi hai messo la pulce nell’orecchio ora ;-) Cheers!
EliminaSe riesci a procurartelo, aspettati un film senza acuti ma comunque guardabile, soprattutto se ti piace il genere (a me sì).
RispondiEliminaNaturalmente volevo scrivere: ...anche SE nel caso di "The Pet" l'ingabbiamento è volontario.
Si era chiaro nessuno problema ;-) Mi metto alla caccia, grazie ancora per la dritta! Cheers
EliminaOra lo voglio vedere, sembra abbastanza fico.
RispondiEliminaCredo di aver individuato il finale: si mettono insieme vivendo come cani.
Moz-
Si lascia guardare, forse gli manca il genio, ma si vede il potenziale del regista.
EliminaAh ah non sarebbe niente male quello come finale, con cuccia e ciotola ;-) Cheers
Altro che coreano: è il remake de "La carne" (1991) di Marco Ferreri, con la scena in cui Castellitto e la Dellera vivono in una cuccia per cani :-D :-D :-D
RispondiEliminaScherzi a parte, film intrigantissimo, grazie della dritta. Anch'io adoro queste trame ed è indubbio che i coreani siano dei maestri malati sull'argomento: devo ancora riprendermi dalla visione di Auditions di Miike, tanti anni fa :-P
Invece di guardare lontano avrei dovuto rimanere nei confini di casa! ;-) Mi fa paicere vedere che non sono il solo ad apprezzare questo tipo di storie, e sempre pensando ai coreani mi sono dimenticato del giapponese, che titolo quello! Il takashi Miike dell’anno 2001 avrebbe dovuto essere conservato in un museo, grandissimo film “Auditions” ;-) Cheers!
Eliminaaspita, lo avevo già scartato ...
RispondiEliminaLa locandina non è invitante, la storia sembra già vista, ma alla fine si lascia guardare ;-) Cheers
EliminaQUando compaiono film così nei famosi siti di cinema solitamente li lascio perdere. Questo - e The Authopsy of Jane Doe - invece mi ispirano abbastanza!
RispondiEliminaFaresti bene a vedere anche "The Authopsy of Jane Doe" che arriverà su questa pagine il prima possibile ;-) Cheers
EliminaNe avevo già letto anche in un altro blog e mi ero incuriosito, la tua recensione conferma che si lascia vedere piacevolmente.. insomma da recuperare, dai!
RispondiEliminaConfesso candidamente di aver deciso di guardarlo per via del tema, pensado ”Se va male, almeno il film dura poco”, alla fine si lascia guardare, Carles Torrens potrebbe regalarci della gioie in futuro. Cheers!
EliminaDa mammoletta che sono, me lo salto volentieri XD
RispondiEliminaDai non dire così! Poi non è particolarmente violento questo, anche se il tema non è da commedia. Cheers!
EliminaCiao, ho visto il film ieri sera e mi è piaciuto ma senza spoilerare troppo potreste darmi una spiegazione della scena finale? A parte essere decisamente inverosimile perché lui ha quel look? Pensando alla sua immagine mi ha lasciato dubbi su chi sia la persona!grazie!
RispondiEliminaPenso che servisse solo a far capire che era passato diverso tempo, anche se il trucco non era proprio efficacissimo. Cheers!
EliminaGrazie della risposta!Siccome mi piacciono molto i thriller sapresti consigliarmi qualche titolo tipo (the residence, sliver...) ambientati in palazzi?!
Elimina"The Raid" non vale vero? ;-) Ti consiglio High-Rise. Cheers!
EliminaGrazie, high rise lo guarderò sicuramente. Tra le trame che preferisco c'è sicuramente 'il mistero del 4 piano'...:-)
EliminaAllora direi "L'inquilino del terzo piano" ;-) Cheers
EliminaOttimo suggerimento il film è del '76 ma non l'ho mai visto.Ho appena visto 'Senza uscita'molto carino peccato che dura solo 68 minuti. Grazie delle dritte!
EliminaDi nulla figurati ;-) Cheers!
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