domenica 2 ottobre 2016

Saga vol. 6: Un fumetto di genere (in tutti i sensi)


Ogni nuovo volume di Saga scavalca immediatamente la pila (altina) di cose da leggere, conquistandosi il primo posto, dopo un paio di volumi un po’ sottotono, il fumetto di Brian K. Vaughan e Fiona Staples, manda a segno un altro ottimo volume.

Di che parla “Saga”? A grandi linee la storia è quella di Landfall, un pianeta tecnologico in guerra con il suo satellite, Wreath, abitato da un branco di ribelli armati di artefatti magici. Gli abitanti di Landfall vengono chiamati con malcelato disprezzo “le ali”, perché, beh… Hanno delle vistose alucce che spuntano dalla schiena. Per ricambiare il favore, gli abitanti di Wreath sono noti come “le corna” e non perché siano tutti arbitri di calcio.

La guerra impazza da anni, quando il fante dell’esercito di Landfall, Alana, incaricata di sorvegliare un campo di prigionia per “corna”, fa la conoscenza del soldato di Wreath, Marko. I due si innamorano, scappano insieme e danno alla luce la Hazel, che eredita ali e corna da mamma e papà, diventa subito il pomo della discordia galattico, un ibrido che rappresenta la più grossa minaccia all’ordine costituito. Sulle sue tracce, cacciatori di taglie e soprattutto, la temibile nobiltà del mondo, Robot, seguono casini e uno dei fumetti più belli che vi possa capitare di leggere in vita vostra.


Brava Hazel, presto sarai tu a disegnare il tuo stesso fumetto.
Per effetto di quanto visto e letto nel volume numero cinque, Hazel ha raggiunto l’età per andare all’asilo, ma essendo la sua vita un discreto casino, il suo asilo è un centro di detenzione femminile su Landfall, in pratica il carcere di Orange is the new black, con donne e bambine che si autogestiscono sotto il controllo delle guardie. Hazel può contare solo sulla protezione della nonna paterna Klara e di Lexis, vista nel volume precedente ed elevata a “zia” adottiva. Il tutto mentre mamma e papà superati i dissidi, tornano a collaborare per cercare di salvarla.


"Nonna, mi sa che hai visto troppe puntate di Orange is the new black".
Ovviamente, non mancano le facce note, come il mitico Ghüs (che insieme al trichecone Amicio fa bella mostra di sè sulla copertina variant), la babysitter fantasma, il sempre più fuori di melone (e fuori forma) cacciatore di taglie Il Volere e il Principe robot IV, ormai decaduto e convertito a cavaliere errante. Nella storia tornano prepotentemente in auge anche il reporter e il suo fotografo Upsher e Doff.

Fiona Staples e Brian K. Vaughan mandano a segno un altro paio di gustosissimi personaggi: la maestra d’asilo Miss Noreen (una specie di cicala con caschetto rosso di capelli) e Petrichor, avete presente la Sofia Bursett di Orange is the new black? Ecco, quasi uguale.

"Hai le zampe da cicala e ti impressioni per un paio di ali? Non hai uno specchio a casa?".
“Saga” gioca con i generi, intesi come generi letterali o sessuali (il famigerato e tanto discusso gender), questo fumetto è una Space opera che riesce ad applicare temi odierni e molto vicini a noi, a variopinti personaggi spaziali, in questa avventura tra pazzeschi paesaggi alieni, si parla di famiglia (in qualunque sua forma), di rapporti tra genitori e figli e in generale dell’amore, unendo fantascienza e sentimento in un riuscitissimo mix di generi, il risultato finale è un fumetto per chi ama mostri strani e cliffhanger ad effetto (quello che conclude questo volume è clamoroso!), ma anche per chi vuole una storia intimista piena di sentimenti e rapporti umani. Il bello è che lo fa, senza scontentare nessuno.

Ma i generi, intesi come sessuali, vengono mescolati, in quello che diventa un bellissimo inno alla diversità, i personaggi sono così riusciti e realistici (per quanto dotati di ali, corna o altri dettagli caratteristici) da risultare del tutto funzionali, la coppia di reporter omosessuali è inserita nella storia non per far notizia o per risultare politicamente corretti, ma perché un forte legame tra i due è necessario.


In una storia come “Saga” che celebra l’abbattimento delle differenze, Petrichor è l’aggiunta ideale al cast di personaggi, il bello è che Brian K. Vaughan è capace di caratterizzarla senza farne un santino, ma un personaggio sfaccettato con pregi e difetti, esattamente come Alana e Marko.

Mai mettersi contro una mamma incazzata.
Insomma, in questo sesto volume di “Saga” ci si diverte, ci sono azione e colpi di scena, ma allo stesso tempo si riflette sul tempo che passa per tutti e sull’importanza delle persone a cui vogliamo bene, il tutto senza risultare mai pedanti o banali. Più la storia procede e più i personaggi (e noi lettori) si ritrovano a valutare gli altri non in base alla nazionalità, alla religione, all’orientamento sessuale o alle corna sulla testa, ma con il semplice binomio “buono” oppure “cattivo”, un po’ come fa Hazel che, non a caso, manda a segno tutti i monologhi più riusciti del volume, riassumendo tutta questa serie meglio di tutti: «So che la diversità è una parola abusata di questi tempi, ma senza di essa, che cosa saremmo?».

Visto che questo fumetto celebra la diversità, voi fate qualcosa di diverso, leggete “Saga”, mi ringrazierete dopo. 

4 commenti:

  1. Bei disegni! E, come sempre, bella recensione!

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  2. Ti ringrazio moltissimo ;-) Fiona Staples è un vero talento, specialmente nel disegnare creature variegate dal design davvero originale, sta collezionando una lunga serie di Eisner award tutti meritati ;-) Cheers

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  3. Splendida chicca, sei uno stanatore professionista ^_^

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    1. Che ci sto a fare altrimenti? ;-) Scherzi a parte, "Saga" è uno dei migliori fumetti in circolazione, vale la lettura. Cheers!

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