domenica 9 ottobre 2016

La strana indagine di Thomas Winslow di Giacomo Festi: In fuga tra le storie


Mi piacerebbe poter conoscere personalmente qualcuno degli autori di cui parlo nei miei sconnessi commenti, anche solo per iniziare con un aneddoto personale (ovviamente di quelli imbarazzanti) che, però, riassume il personaggio e il suo lavoro meglio di quanto potrò mai fare io.

Purtroppo non conosco abbastanza bene Giacomo Festi da potervi raccontare di quella volta in cui sono dovuto andare a recuperarlo menter, ubriaco come una scimmia, svitava parchimetri nel cuore della notte. Una cosa che è accaduta davvero oppure vi sto raccontando una storia immaginaria (per altro nemmeno troppo originale)? Lasciamo un'aurea di mistero su questo. Quello che, invece, posso dirvi di sicuro e certo, è che Giacomo sa scrivere e lui a me una bella storia l’ha raccontata davvero, una storia che s'intitola “La strana indagine di Thomas Winslow”.

Sì, perché il nostro Jack qui, oltre a scrivere puntualmente sul suo blog cinematografico Recensioni ribelli (passate a trovarlo) scrive anche libri, ne ha già scritti parecchi e quando mi ha chiesto se avevo voglia di leggere la sua ultima fatica, ho accettato di buon grado, volevo già leggerlo solo sulla base della copertina, fate un po' voi.


Samurai venduto separatamente.
Ho letto il libro senza sapere una mazza della trama, il risultato è che in pochi giorni me lo sono divorato, conquistato da una prosa snella e da un tipo di storia che avrei apprezzato, anche se mi fosse capitata per le mani per vie traverse e non dal suo creatore: una storia, che parla di storie.

Nelle prime pagine del romanzo partiamo da guerrieri con il nome-con-i-trattini, per poi ritrovarci in una rissa tra gang in un campetto da basket, passando per due futuri innamorati che si conoscono alla fermata del bus. L’unica costante tra queste storie così differenti una dall’altra è Thomas Winslow, testimone degli eventi che fugge non visto, poco prima che la trama entri nel vivo. In fuga da una storia all’altra, inseguito da loschi figuri, uomini in grigio che sembrano un omaggio a Michael Ende, tanto per restare in tema di racconti immaginari.

Gli uomini grigi, però, hanno un capo dal nome chilometrico, per comodità riassunto con Gillighan, che ha il compito di colmare i buchi di memoria di Winslow e aggiornare noi lettori sulla situazione. Thomas è un personaggio in fuga tra le storie altrui che però, ha lasciato in sospeso la sua storia, quella di cui è il protagonista, ed è proprio Gillighan a ricacciarcelo dentro contro la sua volontà.

Chiusa la porta del fantasy, "La strana indagine di Thomas Winslow" diventa un thriller noir anche nell’ambientazione, perché il nostro Tommasino è un detective degli Anni '30 alle prese con un misterioso omicidio. Ditemi cosa volete, ma uno come me che apprezza sia il poliziesco che il fantasy, con questo libro si diverte.


Che dite è annastanza noir così o ci vuole più nebbia?
Si è divertito anche Jack perché la parte poliziesca del romanzo si gioca tutti i topoi classici del Noir: un detective solitario, stropicciato e dal passato appena appena travagliato, una bellissima ereditiera a coprire il ruolo della Femme Fatale di turno, cliché? Forse, ma utilizzati tutti molto bene. A sottolineare quello che noi lettori già sappiamo, trattandosi di una storia in cui il protagonista è prigioniero, non è un caso se tutti i personaggi, si ritrovino a parlare per metafore, del fatto che in un modo o nell'altro, siamo tutti burattini a cui qualcuno tira i fili.

L’indagine procede, senza mai prendere la scorciatoia meta narrativa che con una storia come questa rischia di essere sempre dietro l’angolo, anche se qualche piccolo elemento fa capolino. Ad esempio, tenete d’occhio i nomi dei personaggi con cui Giacomo ha omaggiato molti dei suoi preferiti, quindi vi imbatterete in cognomi come Gaiman, oppure Lansdale, anche se quello che ho trovato più divertente è Ridley, la vedova Scott.


"Oh Signore! Ora mi tocca come minimo dirigere l'adattamento cinematografico!".
Se proprio dobbiamo dirla tutta, anche il nome del protagonista penso sia un omaggio a Don Winslow, anche perché la prosa di Jack deve più di qualcosa al celebre autore di cosine come “L'inverno di Frankie Machine”.

Detto questo, ad un certo punto della trama sono stato iper critico, come gli anziani del Muppet Show mi sono appollaiato pronto a criticare: e ora come ne esce da questa indagine Noir senza scadere in un finale banale? Ad un certo punto, arriva un colpo di scena grossino e da qui il romanzo cambia di passo fino al finale, capace di mettere su una scena, che non vi descriverò per non togliervi la gioia della scoperta più di quanto non abbia già fatto, ma è stata la ciliegina sulla torta del libro, ed è riuscita a strapparmi un ghigno compiaciuto. Se quando arrivi all’ultima pagina la tua faccia assume questa posa, vuol dire che è andato tutto per il verso giusto.

In tanti hanno scritto, diretto e disegnato storie che parlano di storie, “La strana indagine di Thomas Winslow” sfrutta situazioni volutamente già viste ricavandone il meglio, il risultato è una riuscita variazione sul tema. Se ve lo state chiedendo Jack non mi ha corrotto per commentare, semplicemente se trovo qualcuno in grado di raccontarmi una bella storia, io sono sempre disposto ad ascoltarla e questa è una di quelle volte.

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6 commenti:

  1. Grazie mille! :D sono davvero felice che ti sia piaciuto!
    Sì, il nome è un chiaro omaggio a Don Winslow, anche se il testo che mi ha segnato è stato "Il potere del cane" ;) e ti dico una curiosità, il nome del protagonista è la fusione dei nomi del già citato Winslow e di quello di Thomas Harris, l'autore di Hannibal.
    E bravo a non esserti fatto sfuggire il riferimento a Ridley Scott. Quella vignetta mi ha fatto spanzare XD

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    1. Grazie a te, mi è piaciuto specialmente il finale, era facile sbagliarlo, invece hai azzeccato quello giusto ;-) Harris anche se è uno dei miei preferiti me lo sono perso, invece l'influenza di Winslow si nota, mi leggerò "Il potere del cane" mi piace anche il titolo ;-) Cheers!

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    2. Harris era difficile, dato che c'era solo il nome, mi spiace di non essere riuscito a inserire altor di suo :( "Il potere del cane" è un mattonazzo ma vale la pena! Mi è ritornato in mente più volte a vedere "Sicario" di Villeneuve, per certi versi.

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    3. Ok me lo hai ufficialmente venduto, visto che "Sicario" mi é piaciuto. Di suo ho letto solo Frankie Machine anche quello bello cinematografico ;-) Cheers!

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    1. Proprio vero, me lo sono divorato con questo questo romanzo ;-) Cheers

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