Mi piacerebbe poter conoscere personalmente qualcuno degli autori di cui parlo nei miei sconnessi commenti, anche solo per iniziare con un aneddoto personale (ovviamente di quelli imbarazzanti) che, però, riassume il personaggio e il suo lavoro meglio di quanto potrò mai fare io.
Purtroppo non
conosco abbastanza bene Giacomo Festi da potervi raccontare di quella volta in
cui sono dovuto andare a recuperarlo menter, ubriaco come una scimmia, svitava
parchimetri nel cuore della notte. Una cosa che è accaduta davvero oppure vi
sto raccontando una storia immaginaria (per altro nemmeno troppo originale)?
Lasciamo un'aurea di mistero su questo. Quello che, invece, posso dirvi di sicuro
e certo, è che Giacomo sa scrivere e lui a me una bella storia l’ha raccontata
davvero, una storia che s'intitola “La strana indagine di Thomas Winslow”.
Sì, perché il
nostro Jack qui, oltre a scrivere puntualmente sul suo blog cinematografico Recensioni ribelli (passate a trovarlo)
scrive anche libri, ne ha già scritti parecchi e quando mi ha chiesto se avevo
voglia di leggere la sua ultima fatica, ho accettato di buon grado, volevo già
leggerlo solo sulla base della copertina, fate un po' voi.
Ho letto
il libro senza sapere una mazza della trama, il risultato è che in pochi giorni
me lo sono divorato, conquistato da una prosa snella e da un tipo di storia che
avrei apprezzato, anche se mi fosse capitata per le mani per vie traverse e
non dal suo creatore: una storia, che parla di storie.
Samurai venduto separatamente. |
Nelle prime pagine del romanzo partiamo da guerrieri con il nome-con-i-trattini, per poi ritrovarci in una rissa tra gang in un campetto da basket, passando per due futuri innamorati che si conoscono alla fermata del bus. L’unica costante tra queste storie così differenti una dall’altra è Thomas Winslow, testimone degli eventi che fugge non visto, poco prima che la trama entri nel vivo. In fuga da una storia all’altra, inseguito da loschi figuri, uomini in grigio che sembrano un omaggio a Michael Ende, tanto per restare in tema di racconti immaginari.
Gli uomini
grigi, però, hanno un capo dal nome chilometrico, per comodità riassunto con Gillighan,
che ha il compito di colmare i buchi di memoria di Winslow e aggiornare noi
lettori sulla situazione. Thomas è un personaggio in fuga tra le storie altrui che però, ha lasciato in sospeso la sua storia, quella di cui è il protagonista, ed è
proprio Gillighan a ricacciarcelo dentro contro la sua volontà.
Chiusa la
porta del fantasy, "La strana indagine di Thomas Winslow" diventa un
thriller noir anche nell’ambientazione, perché il nostro Tommasino è un detective
degli Anni '30 alle prese con un misterioso omicidio. Ditemi cosa volete, ma
uno come me che apprezza sia il poliziesco che il fantasy, con questo libro si diverte.
Si è divertito
anche Jack perché la parte poliziesca del romanzo si gioca tutti i topoi
classici del Noir: un detective solitario, stropicciato e dal passato appena
appena travagliato, una bellissima ereditiera a coprire il ruolo della Femme
Fatale di turno, cliché? Forse, ma utilizzati tutti molto bene. A sottolineare
quello che noi lettori già sappiamo, trattandosi di una storia in cui il protagonista è prigioniero, non è un caso se tutti i personaggi, si ritrovino a parlare per metafore, del fatto che in un modo o nell'altro, siamo tutti burattini a cui qualcuno tira i fili.
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Che dite è annastanza noir così o ci vuole più nebbia? |
L’indagine
procede, senza mai prendere la scorciatoia meta narrativa che con una storia
come questa rischia di essere sempre dietro l’angolo, anche se qualche piccolo
elemento fa capolino. Ad esempio, tenete d’occhio i nomi dei personaggi con
cui Giacomo ha omaggiato molti dei suoi preferiti, quindi vi imbatterete in
cognomi come Gaiman, oppure Lansdale, anche se quello che ho trovato
più divertente è Ridley, la vedova Scott.
Se proprio
dobbiamo dirla tutta, anche il nome del protagonista penso sia un omaggio a Don
Winslow, anche perché la prosa di Jack deve più di qualcosa al celebre autore
di cosine come “L'inverno di Frankie Machine”.
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"Oh Signore! Ora mi tocca come minimo dirigere l'adattamento cinematografico!". |
Detto questo,
ad un certo punto della trama sono stato iper critico, come gli anziani del
Muppet Show mi sono appollaiato pronto a criticare: e ora come ne esce da
questa indagine Noir senza scadere in un finale banale? Ad un certo
punto, arriva un colpo di scena grossino e da qui il romanzo cambia di passo
fino al finale, capace di mettere su una scena, che non vi descriverò per non
togliervi la gioia della scoperta più di quanto non abbia già fatto, ma è stata
la ciliegina sulla torta del libro, ed è riuscita a strapparmi un ghigno
compiaciuto. Se quando arrivi all’ultima pagina la tua faccia assume questa
posa, vuol dire che è andato tutto per il verso giusto.
In tanti hanno
scritto, diretto e disegnato storie che parlano di storie, “La strana indagine
di Thomas Winslow” sfrutta situazioni volutamente già viste
ricavandone il meglio, il risultato è una riuscita variazione sul tema. Se ve
lo state chiedendo Jack non mi ha corrotto per commentare, semplicemente se
trovo qualcuno in grado di raccontarmi una bella storia, io sono sempre
disposto ad ascoltarla e questa è una di quelle volte.
PAGINA UFFICIALE
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Grazie mille! :D sono davvero felice che ti sia piaciuto!
RispondiEliminaSì, il nome è un chiaro omaggio a Don Winslow, anche se il testo che mi ha segnato è stato "Il potere del cane" ;) e ti dico una curiosità, il nome del protagonista è la fusione dei nomi del già citato Winslow e di quello di Thomas Harris, l'autore di Hannibal.
E bravo a non esserti fatto sfuggire il riferimento a Ridley Scott. Quella vignetta mi ha fatto spanzare XD
Grazie a te, mi è piaciuto specialmente il finale, era facile sbagliarlo, invece hai azzeccato quello giusto ;-) Harris anche se è uno dei miei preferiti me lo sono perso, invece l'influenza di Winslow si nota, mi leggerò "Il potere del cane" mi piace anche il titolo ;-) Cheers!
EliminaHarris era difficile, dato che c'era solo il nome, mi spiace di non essere riuscito a inserire altor di suo :( "Il potere del cane" è un mattonazzo ma vale la pena! Mi è ritornato in mente più volte a vedere "Sicario" di Villeneuve, per certi versi.
EliminaOk me lo hai ufficialmente venduto, visto che "Sicario" mi é piaciuto. Di suo ho letto solo Frankie Machine anche quello bello cinematografico ;-) Cheers!
EliminaBen fatto!
RispondiEliminaProprio vero, me lo sono divorato con questo questo romanzo ;-) Cheers
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