sabato 17 settembre 2016

American Horror Story - Stagione 4 - Freak Show: Gooble Gobble one of us, we accept you one of us!


Continuo imperterrito nel mio recupero della serie antologica di Ryan Murphy e Brad Falchuk, “American Horror Story” che dopo un'intera stagione dedicata alle streghe, ci porta tutti nella Florida degli anni ’50, ad assistere allo spettacolo dei freak.

Elsa Mars (la solita Jessica Lange in gran spolvero) è una quasi famosa di origini tedesche espatriata negli Stati Uniti, dove ha organizzato uno spettacolo di fenomeni da baraccone, amorevolmente raccolti negli anni uno dopo l’altro, in una grande e stramba famiglia.

Abbiamo lo sciupafemmine con mani a chela, il ragazzo aragosta Jimmy Darling (Evan Peters), sua madre la donna barbuta (Kathy Bates), il papà l’uomo più forte del mondo Dell Toledo (il nuovo arrivato Michael Chiklis direttamente da “The Shield”, quanto tempo!) e la sua nuova fidanzata l’ermafrodita tri-popputa Angela Bassett.


A proposito di nuovi arrivati: How i met your puppet.
Le ultime arrivate della famiglia sono le sorelle Bette e Dot Tattler, ah no scusate, ho dimenticato una parola chiave: le sorelle siamesi Bette e Dot Tattler (Sarah Paulson in un doppio ruolo pieno di primi piani), che diventano presto l’attrazione principale del circo, ma anche il pomo della discordia.


You're in the psycho circus (I say welcome to the show).
Specialmente quando Maggie (Emma Roberts) e Stanley (Denis O’Hare) si uniscono alla compagnia, con scopi davvero poco nobili, ovvero procurarsi cadaveri di fenomeni di baraccone per il locale museo delle stranezze, per loro il circo di Elsa Mars diventa il principale terreno di caccia.

A complicare l’assunto ci pensa il Clown Twisty, inquietante figuro, già il preferito di tutti i coulrofobici del mondo, che uccide apparentemente in maniera casuale (rapendo anche la biondina di Scream Queens), ma soprattutto guadagnandosi un nuovo fan, il ragazzo schifosamente ricco e schifosamente viziato Dandy Mott (Finn Wittrock). Rifiutato dal circo di Elsa Mars perché incredibilmente normale (e noioso sul palco), riuscirà lo stesso a mettere i bastoni tra le ruote alla compagine.


"Mettiamo un bel sorriso su questa faccia" (Cit.)
 Sulla carta la serie ideata da Ryan Murphy e Brad Falchuk avrebbe tutto per farmi felice, ma dopo la sgangherata gestione dei personaggi di Asylum e la mosceria genarle di Coven, sono abbastanza provato lo ammetto, ma sono partito senza pregiudizi, nuova stagione, nuovi personaggi e poi il tema che comunque mi trova molto ben predisposto, anche solo per l’ambientazione che ricorda un po’ quella del classico “Carnival of Souls” (1962).

Nel primo episodio le hanno provate davvero tutte per comprarmi, un omaggio ai capolavori “Freaks” di Tod Browing e uno ad Halloween di John Carpenter (un personaggio si chiama Mr. Haddonfield, più omaggio di così si muore!), ma anche una coinvolgente interpretazione di “Life on Mars” di David Bowie da parte di Jessica Lange in gustoso accento tedesco, visto il cognome del suo personaggio, il mio “Senso di Bowie” mi ha fatto sperare di sentire quel pezzo nel corso della stagione e, a dirla tutta, qualche episodio dopo si sente anche “Fame” sempre del Duca bianco e una cover di “Come as you are” dei Nirvana, giusto per sottolineare la natura post moderna di tutto il circo messo su da Murphy e Falchuk.


Sono l'unico che sta pensando a Flora e Fauna Addams?
 Il problema di “Freak Show” è che quasi subito rinuncia ad uno dei personaggi più interessanti (e visivamente riusciti) di tutta la serie, ovvero il clown Twisty, assegnato in un'azzeccatissima idea di casting all’attore John Carroll Lynch (visto in “Zodiac” per fare un titolo) che purtroppo sparisce dalla circolazione fin troppo presto, ma non prima di aver alzato l’assist per una scena che omaggia la soggettiva dell’assassino con maschera da Clown di Halloween di John Carpenter, yeah!


Un Carpenteriano davanti alla TV, si alza di scatto esultando (storia vera).
Poi, purtroppo, a tenere banco sono le solite svolte di trama del tutto non cartesiane, personaggi ricercati dalla polizia per mezzo episodio e poi basta, va bene così, o anche peggio, personaggi in custodia presso le patrie galere, a cui vengono asportate parti del corpo senza che nessuno si ponga la minima domanda, più in generale il solito problema di “American Horror Story”, ovvero: è difficile provare empatia per un personaggio, quando nel giro di quattro episodi ti ritrovi a pensare tre volte “Benedetto figliolo, sei un cretino, te la sei pure andata a cercare”.

Non so se ti viene meglio l'ombra dell'alce fatta con le mani, o quella di Tintin con il ciuffo.
Sorvoliamo sulla realizzazione dei freak che vediamo in scena, quello riuscito meglio è la gemella siamese di Sarah Paulson e, malgrado l’impegno generale di tecnici e registi, in alcuni momenti è davvero impossibile non notare la seconda testa prostetica che pende da un lato.

Inoltre, dopo quattro stagioni viste una via l’altra, la ripetitività della serie comincia a fiaccarmi, abbiamo sempre il belloccio che si mette nei guai con le signore (Evan Peters), la capetta temuta, ma successivamente rivalutata a perdonata (Jessica Lange), il serial Killer (qui tocca a Finn Wittrock) e via dicendo, apprezzo molto che “American Horror Story” utilizzi sempre gli stessi attori, aiuta ad affiliare il pubblico, ma modificare lo schema dei personaggi interpretati, dopo quattro stagioni aiuterebbe.


Chi ha detto Patrick Bateman? Bravi avete vinto un mappamondo!
Le trame si ripetono così tanto, andando anche per le lunghe, che “Freak Show” può permettersi un episodio di... Come si dice in italiano “Fan service”? Mi rendo conto che mi manca l’equivalente, diciamo "contentini per il pubblico", come l’episodio 4x10 (Orphans) in cui viene narrata la storia di Pepper, la microcefala vista anche in Asylum, con tanto di ritorno di Lily Rabe nei panni di Suor Mary Eunice, episodio che ai fini della storia (di “Freak Show”) aggiunge davvero pochissimo, al massimo potrebbe essere considerato un compendio alla stagione Asylum… Ma l’espressione “Fan service” mi sembra più appropriata.


Prima mi fanno affezionare a Pepper, poi fanno un episodio così, 'stardi!
 Anche l’omaggio a quel capolavoro di “Freaks” di Tod Browing è qualcosa che ho apprezzato, quel film mi fa impazzire, quindi non è affatto male vederlo omaggiato in questo modo (forse anche in maniera un po’ troppo marcata), la verità è che quello che funziona meglio in questa stagione di “American Horror Story” sono proprio i veri freak: Erika Ervin la modella più alta del mondo, Ben Woolf nei panni di Meep, ma a vincere su tutti è la caruccissima Jyoti Amge, la ragazza più piccola del mondo, nei (piccoli) panni di Ma Petite. Se questa stagione si fosse concentrata più su di loro (seguendo la lezione di Tod Browing) e meno sul polpettone da soap opera sarebbe stato sicuramente meglio.

Non puoi competere Emma, Ma petite è la numero uno!
A chi toccca ora? Stagione numero cinque, preparo le valige per andare a dormire in albergo!

12 commenti:

  1. Tutte le citazioni che hai riportato mi piacciono assai... ma non mi convincono a vedere la serie :-P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le singole citazioni sono i momenti migliori, ma a distanza di qualche settimana dalla fine delle visione, ancora mi chiedo come una roba che utilizza Carpenter, David Bowie e "Freaks" sia comunque così moscia. come mettere su il migliore schema d'attacco del mondo, e poi dimenticarsi di tirare a canestro. Cheers!

      Elimina
  2. Poteva essere la più bella di tutte, visto quanto adoro l'argomento, un gran peccato.
    Chissà se Ryan Murphy per questa storia si sia anche ispirato ad uno dei miei racconti preferiti di tutti i tempi, ovvero I Siamesi di Ray Bradbury, che ricorda moltissimo questa serie per ambientazione e personaggi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La penso come te, il tema mi sta molto a cuore, mi fregavo le mani all'idea di iniziarla, sono arrivato alla fine con la delusione, davvero un gran peccato. Cheers!

      Elimina
  3. Concordo con Pirkaf: potenziale da stagione migliore, poi parecchio sprecato, decisamente la peggiore delle cinque finora. E il primo episodio della sesta mi è piaciuto un casino, tra l'altro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma alla fine si è capito dove è ambientata? Possibile in un bosco oppure o letto male? Accumulerà qualche episodio, o magari la vedrò tutta insieme, a dirla tutta aspetto più "Scream Queens" ;-) Cheers

      Elimina
    2. In teoria bisognerebbe mantenere la sorpresa fino a quando non vedi il primo episodio. Ma se hai girato un po' i social oppure se vuoi proprio saperlo, te lo spoilero!

      Elimina
    3. Per fortuna riesco abbastanza a tenermi allo scuro, ti ringrazio mi tengo la sorpresa per quando inizierò la serie ;-) Cheers!

      Elimina
  4. Probabilmente la migliore stagione in termini 'impressionistici', non tanto in quelli narrativi, comunque non è del tutto male ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ha davvero i suoi momenti, con questa serie ormai sono rassegnato, non mi aspetto più trame logiche mi godo le mattane, gli omaggi a Bowie e Carpenter, o il killer che si fa il bagno nel sangue, ad esempio il clown è veramente spaventoso, non vorrei mai trovarmelo accanto al letto di notte ;-) Cheers

      Elimina
  5. A me è piaciuta talmente poco freak show che smisi di vederla a metà stagione...
    Mi è parsa una vera caduta di stile sotto il profilo narrativo. Perfino la terza stagione, bistrattata da molti, l'ho preferita a questa, ma sarà per la mia sfrenata passione per il paganesimo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La stagione numero tre si reggeva almeno sul mistero dell’identità della Supreme, qui invece, eliminato (troppo presto) il clown, diventa un melodramma spietato, peccato perché il tema mi piaceva molto, Io invece sono più tipo da Freak che da congrega di streghe ;-) Cheers

      Elimina