venerdì 29 luglio 2016

The Ward (2010): Fuga dal reparto


No sul serio, davvero mi tocca già di parlarvi di “The Ward”? Mi sembra la scorsa settimana quando ho iniziato con Dark Star, invece sono già qui... Credetemi, un po’ mi dispiace di essere già arrivato, ma non perdiamoci d’animo e per l’ultima volta, vi do il benvenuto alla rubrica… John Carpenter’s The Maestro!



L’attesa per il nuovo film di Carpenter è stata lunga, molto lunga, quello che ricordo dei nove anni (gulp!) tra Fantasmi da Marte e questo film è… Tutto! Ogni singolo annuncio, ogni notizia che giurava e spergiurava che sì, Giovanni Carpentiere era al lavoro su qualcosa, anche se in soldoni, lo abbiamo visto all’opera su due episodi della serie tv “Masters of Horror” (Cigarette Burns e Pro-Life) con risultati, diciamo appena appena opposti.

Eppure, durante quella infinita attesa le notizie fioccavano, attorno al 2008 si è vociferato insistentemente su “L.A Gothic”, che da quello che ho capito, avrebbe dovuto parlare di un ex sacerdote alle prese con la figlia da salvare, dagli eventi soprannaturali che funestano Los Angeles, titolo fighissimo che ancora non si è visto.

Per un po’ si è parlato di un nuovo film sui Vampiri per Carpenter, tratto dal romanzo “Fangland” di John Marks e con Hilary Swank come protagonista, ma anche di un film carcerario con Nicolas Cage nei panni di un ergastolano, il cui titolo sarebbe dovuto essere “Scared Straight” oppure “Riot”, ma anche per questi due film, il tempo ha dimostrato che si sono persi nella giungla delle pellicole in pre-produzione.


"Fai come farebbe Nicolas Cage, indica un punto a caso nel vuoto".
Rumors, rumors, sono stati nove anni con un sacco di rumors di sottofondo e poi a sorpresa, come un coppino sulla nuca a gioco fermo BAM! Arriva “The Ward”.

Per l'ultima volta, come da tradizione di questa rubrica, i titoli di testa!
Girato in una manciata di giorni, con un budget bassissimo (come se per Carpenter fosse una novità), un cast giovane e basato sulla sceneggiatura degli esordienti Michael e Shawn Rasmussen che, per qualche oscura ragione, attrae Carpenter, lo convince a smuoversi dal suo divano lasciando perdere il campionato NBA per qualche settimana e tornare dietro la macchina da presa. Bisogna dire che nel 2009 i Lakers di Giovanni vinsero facilmente il campionato nelle (noiosissime) finali contro gli Orlando Magic, risolte in cinque partite, quindi, secondo me, Giovà quell’estate si è ritrovato con più tempo libero del solito.

Il film fa il giro dei festival, viene presentato a Sitges (ma non scatena lo scompiglio di La fin absolue du monde), a Settembre del 2010 viene proiettato in anteprima al festival di Toronto, Carpenter non si presenta, ma manda un video messaggio in stile "Mission: Impossible" dove dichiara: “Se state vedendo questo vuol dire che sono nella soleggiata LA e non ho potuto partecipare” (Storia vera). Quando nel Novembre del 2010, sfogliando il programma del Torino Film Festival, mi trovo il nuovo Carpenter nella lista dei film, provo la mia prima esperienza di pre-morte, poi inizio a fare le capriole come Belushi gridando: “Ho visto la luce!”.


"Qualcuno chiami i pompieri, Cassidy è esploso per eccesso di gioia".
A Carpenter Torino deve essere piaciuta da quella volta nel 1999, dove ha discusso di cinema Horror con Dario Argento nella sala grande del Reposi, incontro che mi sono allegramente perso per motivi puramente anagrafici, di certo, però, non potevo perdermi il nuovo Carpenter, non dopo quella infinita attesa, quel giorno ha nevicato (per un po’) non mi ha fermato nemmeno quello, in macchina avevo colonne sonore dei film di Carpenter (dai? Non le ascolto mai!), tutto sommato il film mi piace, non è affatto un capolavoro, non allaccia nemmeno le scarpe agli altri film del Maestro, principalmente perché non è un ritorno in pompa magna per lui (tenetemi l’icona aperta che ripasso…), è un film che si lascia guardare, anche se ancora oggi non ho capito cosa ci abbia trovato Carpenter in questa sceneggiatura di così spettacolare.

Kristen (Amber Heard) è una bionda un po’ toccata che finisce nel reparto psichiatrico dell’ospedale dopo aver incendiato una fattoria, un luogo angusto location di tanti brutti ricordi per lei. Nel reparto fa la conoscenza di altre ragazze ospiti della struttura, tutte giovani, tutte estremamente riconoscibili, abbiamo: la secchiona Iris (Lyndsy Fonseca), la pagliaccia del gruppo Emily (Mamie Gummer), quella sexy (Danielle Panabaker) e l’infantile e fastidiosissima Zoey (Laura-Leigh). Ah, poi ci sarebbe un'altra ragazza, di cui nessuno parla, si chiama Alice, esce solo di notte ed è abbastanza incazzata con le altre…


"Mettiamo un bel sorriso su questa faccia" (Cit.)
In tutte le interviste rilasciate da Giovanni Carpentiere nei tour promozionali di “The Ward” il Maestro ha sempre insistito su un punto: “Old school horror movie made by an old school director”, horror vecchia scuola per uno che la vecchia scuola la conosce bene, per non dire che l’ha quasi inventata lui. Davanti ad una frase è quasi automatico che la mente voli a cosucce come Halloween o The Fog, di veramente “Old School” in questo film c’è l’ambientazione, gli anni ’60 che eliminano subito dallo schema ogni forma di tecnologia, ma il problema grosso di “The Ward” è che sì, è un film fatto alla vecchia maniera, ma non come gli Horror degli anni ’70 e ’80. Sembra una di quelle ghost stories che si vedevano spesso nei primi anni 2000 e, se vogliamo dirla tutta, la trama è molto simile ad altri film, di cui non vi posso dire il titolo altrimenti vi rovinerei il finale, ma in almeno uno di questi recitava John Cusack.

Anche ad un primo colpo d’occhio, si vede che non sembra proprio un film della vecchia scuola: Ambra Sentito non ha proprio l’aspetto della vostra classica giovane degli anni ’60 (il che alla luce del finale potrebbe quasi essere un colpo di genio), ma forse la cosa che influisce maggiormente è l’assenza dell’amato formato Panavision, usato da Carpenter in tutti i suoi film… Tranne questo.


"Se non mi ridate il Panavision, Heidi qui fa una brutta fine!".
Se una differenza salta agli occhi, l’altra salta alle orecchie: le musiche NON sono composte da John Carpenter (e si sente, mamma mia se si sente!), i pezzi composti da Mark Kilian (Chiiiiiiii???), fanno rimpiangere tantissimo le tastiere del Maestro, ci fosse stato già solo il figliolo di Giovanni, Cody, a curare le musiche sarebbe stato meglio, perché Kilian come tema principale sceglie il più banale dei motivetti infantili cantilenati, una trivella nel cervello che somiglia più ai pezzi che si sentono negli ultimi (diciamo poco ispirati, via) film di Dario Argento che in quelli di John Carpenter, prendi un pezzo a caso di Lost Themes, mettilo come sottofondo a questo film e già la pellicola avrebbe avuto un altro passo.

Il cast non è nemmeno così male, Carpenter raccoglie parecchie giovani attrici che tutto sommato fanno il loro, un ritrovo di reginette dell’urlo come Lyndsy Fonseca o Danielle Panabaker che fino a quel momento aveva già recitato in “Venerdì 13” e “La città verrà distrutta all'alba” (ovviamente i remake). 


"Sono sul set e mi ritrovo circondato da signorine tipo questa bionda qui... Brutto?".
Ambra Sentito fino a quel momento sembrava destinata ad un roseo futuro da Scream Queens, soprattutto grazie al solido “All the Boys Love Mandy Lane” (2006), poi, però, ha conosciuto Johnny Depp e le cose sono andate un filino a Sud, se siete appassionati di gossip già sapete, ma anche no, visto che con la questione ci hanno già abbondantemente sfracassato i maroni.


"Oddio, tutto ma Johnny Depp no vi prego!".
L’unico a fare il percorso inverso è stato Jared Harris, qui nei panni di una dei rari casi di Psicologo cinematografico non stronzo o doppiogiochista (è dai tempi del Dr. Loomis che l’ordine degli psicologi vuole bene a Carpenter), uno che dopo Carpenter ci ha preso gusto a comparire nei film Horror.

Sandy King, ha sempre definito questo film di suo marito come il “Chick Flick” di John Carpenter, in effetti viene da pensare che a Giovà non sia dispiaciuto farci circondare da belle ragazze per alcune settimane e l’atmosfera da “Chick Flick” (film per ragazze, di solito nel senso dispregiativo del termine) un po’ c’è, specialmente nella scena in cui iniziano a ballare tutte insieme, una roba che fa male al cuore se pensi che è stata diretta dal Maestro, quando di solito è un clichè dei film con, che ne so... Kate Hudson (…mazzata).


"Chi non balla muore ammazzata malamente!".
Ancora una cosa su “The Ward” va detta: a differenza di tutti gli altri film del Maestro, manca completamente una lettura di secondo livello. Questo film è semplicemente una Ghost story con twist finale che ribalta tutta la frittata, forse ci sono troppi jump scare per la media di Giovanni, ma se lo paragoniamo all’altro film dove i “Salti paura” non mancavano, ovvero The Fog, è chiaro che qui Carpenter non vuole puntare il dito contro nulla, nessuna critica sociale o politica, solo un film di fantasmi con un finale (nero) aperto che, alla luce della rivelazione finale, sembra infilato dentro un po’ per convenzione.

Disastro! Tragedia! Carpenter si è rincoglionito! … Cazzate!
Se Fantasmi da Marte ha avuto troppo tempo per essere demolito, “The Ward” arrivava dopo troppi anni di attesa i tentativi di Carpenter di abbassare le aspettativi non sono serviti poi a molto, ma se guardiamo solo al lavoro di Carpenter applicato ad una sceneggiatura che davvero è poca cosa, il tocco del Maestro è tutto lì da vedere.


"Unico modo è che pianta cavicchio puntuto dentro di suo cuore!" (Cit.)
Spesso il problema dei film con colpo di scena finale è che già dalla visione numero due, metà del divertimento viene a mancare, Carpenter qui sfrutta bene la natura paranormale della minaccia rappresentata da Alice, che letteralmente può spuntare da qualunque parte (nei corridoi del reparto o in un piccolissimo montacarichi), il risultato è una minaccia costante da cui non si può scappare e, nello stesso momento, il film non lascia mai il tempo allo spettatore di chiedersi cose come: “Ma perché nessuno si preoccupa delle ragazze scomparse?”, perché complici anche gli 88 minuti secchi sparati di durata, Carpenter mantiene sempre vivo e presente il senso di minaccia il che non è affatto una cosa da poco considerando che la trama comunque è piuttosto risicata.


"Faccia la faccia da minaccia" , "Salve sono la minaccia".
La sensazione che ho guardando “The Ward” è che Carpenter abbia voluto fare un film di tensione puro e semplice senza troppi fronzoli, di certo non è una pellicola fatta per soldi (altrimenti avrebbe sfornato un film alimentare l’anno), ma nemmeno pensata per essere un ritorno alle scene in pompa magna. George A. Romero quando è tornato ai suoi morti viventi nel 2005 con “Land of the dead” ha avuto a disposizione il più grosso budget della sua carriera, 100 milioni di ex presidenti defunti (tanti per Romeo, per gli altri bruscolini), qui, invece, Carpenter ha fatto una scelta differente e anche coraggiosa: sceneggiatori esordienti, un cast giovane, una distribuzione in sala limitata, per un film che nel 2010 poteva sembrare un modo non ruffiano di togliersi un po’ di ruggine di dosso e per usare un termine cestistico (Carpenter probabilmente apprezzerebbe) ritrovare il ritmo da partita in vista di altri film… Solo che nel frattempo sono passati altri sei anni e Giovanni sembra più lanciato come musicista che come regista.

In soldoni: io “The Ward” non lo odio, non mi fa gridare al capolavoro soltanto perché è anticipato dal mio utilizzo del genitivo sassone preferito (John Carpenter’s), è sicuramente un piccolo film arrivato ben fuori tempo massimo, non lo riguardo spesso, ma quando lo faccio, le cose buone che ci trovo sono quasi tutte legate alla regia del Maestro. Non so se vedremo altri film diretti da Carpenter, quello di cui sono sicuro è che malgrado i suoi film abbiano quasi sempre incassato noccioline e che, un po’ per indole, è uno dei registi che pur rimanendo fuori dai giri che contano, ha saputo dare una bella spallata alla storia del cinema.

Basta guardarsi intorno: nell’horror indipendente, in particolare, ci sono sempre più film debitori del lavoro di Carpenter, Adam Wingard ad ogni piè sospinto parla bene di Giovanni e lo cita apertamente nei suoi film, ma il tocco di Carpenter si sente anche in titoli come It Follows, oppure Green Room, ad esempio. Non se rivedremo mai il Maestro dietro alla macchina da presa, ma ora come ora, nel 2016, complice anche un tour mondiale come musicista e i trent’anni di Grosso guaio a Chinatown, pare che ci sia Carpenter ovunque, come ti giri lo trovi lì a fissarti, cacchio sembra Mike Myers!

"Prima mi metto gli occhiali per fissarti e poi ti suono il tema di Halloween".
Capolinea gente! Per la rubrica “John Carpenter’s The Maestro!” è tutto, un po’ mi spiace lo ammetto, mi sono divertito come un bambino chiuso in una fabbrica di caramelle durante il weekend lungo e spero vi siate divertiti anche voi, fate i bravi e guardate tanti Horror!

All hail to the Maestro, baby!

Ultimo, doveroso e gigantesco G-R-A-Z-I-E! Alla pagina del faccio libro de Il Seme Della Follia - Fan Page italiana dedicata a John Carpenter che, oltre a sopportarmi, ha ospitato questa rubrica, continuate così siete grandi!

24 commenti:

  1. L'abbiamo guardato una vita fa,ricordo che ci era piaciuto,ma i dettagli si perdono nella mia demenza senile/tricologica(il biondo fa male al cervello pure se è artificiale lol).

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    1. Mi piace questa tua teoria sulla biondezza (o biondaggine?) dovresti postularla e brevettarla ;-)
      In effetti guardandolo così, senza paragoni, il film il suo dovere lo fa, ogni volta che lo rivedo alla fine penso sempre che come intrattenimento puro funziona. Cheers!

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  2. a me a suo tempo è piaciucchiato, certo, nulla a che vedere con i capolavori del maestro ma un buon compitino dai...

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    1. Anche a me, i difetti ci sono, sa di un film fatto per togliersi la ruggine di dosso, nato carico di troppe aspettative che nemmeno Giovanni è riuscito a sgonfiare. I capolavori del Maestro sono (molto) diversi da questo, ma a ben pensarci anche quelli alla loro uscita hanno incassato poco e sono stati criticati ;-) Cheers!

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  3. "Faccia la faccia da minaccia" , "Salve sono la minaccia". Riderò tutto il giorno su questa! :-D
    Onestamente non ricordo nulla del film, neanche il twist finale, è stata una visione asettica che non mi ha lasciato alcuna sensazione... e dirlo di un film di Carpenter è una bestemmia! Magari la mia è stata una visione frettolosa, ma il fatto che non ho alcuna voglia di rivederlo la dice lunga...
    Detto fuori post, perché secondo te John ha tirato i remi in barca? Dal Duemila in pratica non esiste concorrenza, il suo stile e il suo lavorare a basso costo lo renderebbero Re dell'Horror più di quanto non lo sia già. Pensi sia cambiato il cinema o sia cambiato lui? (Avrà pure il diritto di godersi una vita di lavoro, piuttosto che fare la triste fine di Ridley Scott e sputtanarsi da solo...)

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    1. Non è uno dei Carpenter che guardo più spesso, malgrado i tanti difetti funziona, ma per me (e non solo) è davvero impossibile non paragonarlo agli altri film del Maestro.

      Ora come ora l’horror a basso costo domina e paga dividenti, non è un caso che Jason Blum abbia contattato il Maestro per rilanciare “Halloween” (di cui forse Carpenter curerà le musiche, vedremo), penso che per indole sia sempre stato uno che dice le cose come stanno, per quanto Los Angelino DOC, ben poco propenso ai tappeti rossi, lui di sicuro non ne fa un dramma (il pragmatismo del Maestro è contagioso e abbacinante), che sia dirigere o suonare, Carpenter ha sempre cercato il divertimento oltre che l’arte, togliendo la componente del divertimento penso sia subentrato il discorso, “Vita tranquilla sul divano a vedere l’NBA” ma anche un bel “Non mi volete come sono? ‘fanculo cazzi vostri” ;-)

      “The Ward” non è fatto per soldi (non più di qualunque altro film), concordo, non avrei potuto sopportare un film l’anno diretto per pagarsi le amate sigarette, per ora il Maestro si diverte a suonare, magari un giorno si divertirà a dirigere un altro film, ti dirò, è il mio regista preferito anche per questo motivo ;-) Cheers!

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    2. In effetti il cinema ci ha così abituati a registi "ad ogni costo" che sembra strano trovarne uno che si muove solo quando ha voglia di farlo. Anche per questo è The Maestro ;-)

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    3. Fai le cose che ti divertono e ti appassionano, l’ultima zampata, la lezione (anche di vita) del Maestro ;-) Cheers

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  4. L'ho visto frettolosamente. Ricordo un film senza lode e senza gloria. Molto più divertente la tua recensione, sicuro.

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    1. Ti ringrazio molto ;-) Il film ha i suoi evidenti difetti, e la sfiga di essere stato molto atteso, le critiche ci stanno ma sono anche troppo esagerate, ho preferito farmi prendere dal pragmatismo di Carpenter per concludere la rubrica ;-) Cheers

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  5. L'ultima possibilità che avevo di vedere Carpenter al cinema ma... ho saputo della sua esistenza quando l'hanno dato su SKY! Mi ha intrigato molto e l'inaspettato finale (magari pecco d'ingenuità) l'ho trovato un colpo di genio! Per ovvie ragioni però, questo film mi mette addosso tanta tristezza! Il tema musicale mi é entrato subito in testa e confesso, senza vergogna, che mi piace!

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    1. L'Idea in se non è male, il problema forse è che non è troppo originale, il tema musicale non mi piace, ma sicuramente ti entra subito in testa, quello senza ombra di dubbio si ;-) E l'ultimo film (al momento) del Maestro, quindi il dispiacere è anche naturale. Cheers!

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  6. Io posso solo ringraziarti per le tue bellissime recensione e ringraziare Carpenter per la sua vita da Maestro :) Diciamo che in vecchiaia si è un po' adagiato sugli allori, ma insomma anche The Ward la sua sufficienza se la può portare a casa. Siamo troppo buoni?

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    1. Sono io che ringrazio te per la pazienza di aver letto tutto, il Maestro lo si ringrazia sempre e comunque ;-) Di questo film apprezzo il coraggio di provarci, ha fatto una scelta rischiosa, che comunque apprezzo. Cheers!

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  7. In effetti THE WARD è un film che il buon John poteva risparmiarsi, un compitino diretto in modo impeccabile ma nulla più.
    Per quanto non lo reputi brutto lo colloco all'ultimo posto nella sua filmografia.
    VILLAGE OF THE DAMNED probabilmente è più brutto ma lì, se non altro, oltre alla colonna sonora da lui concepita, c'erano i cameo dei suoi attori abituali (Peter Jason e George B. Flower) un sonoro da urlo e, soprattutto il tanto amato "Panavision".
    In THE WARD non c'è nulla di tutto ciò, solo la sua grande maestria di sottile creatore di atmosfere terrorizzanti. Troppo poco direi...
    Una delle mie scene preferite è proprio quella del ballo, che però mi sembra tu non abbia gradito molto.

    Per il resto che dire?...
    Ad esempio che il tuo percorso potrebbe continuare, se solo volessi...
    Sì ok, i film da lui diretti ce li hai raccontati tutti ma... potresti sempre continuare a farci compagnia parlandoci di questi no?
    Non ci sarà il tuo genitivo sassone preferito ma il nome JOHN CARPENTER, in un modo o nell'altro, comunque c'è! ;-)

    - THE RESURRECTION OF BRONCHO BILLY
    - EYES OF LAURA MARS
    - HALLOWEEN II
    - HALLOWEEN III
    - PHILADELPHIA EXPERIMENT
    - BLACK MOON RISING
    - EL DIABLO
    - BLOOD RIVER
    - SILENT PREDATORS
    - VAMPIRES II

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    1. La scena del ballo non mi è piaciuta perchè i film con ragazze che ballano immotivatamente mi fanno sempre stridere i denti, mi piace come termina quella scena, quello sì ;-) Concordo è un compitino, funziona è apprezzo il coraggio del Maestro di rimettersi in gioco, ma finisce lì.

      Broncho Billy ne ho parlato un pò in "Dark Star", "Laura Mars" e "Black Moon Rising" lì ho commentati ;-) Per quanto riguarda la saga di "Halloween" voglio portarla avanti, specialmente per parlare del terzo film ;-) "El Diablo", "Blood river" e "Il giorno in cui le allodole voleranno" volevo già inserirli in questa rubrica, ma non sono riuscito a reperirli, arriveranno sicuramente appena lì scoverò. Insomma per il Maestro qui sopra si sarà SEMPRE posto ;-) Cheers!

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  8. Ancora mi manca, purtroppo :/
    Però, già che lo hai nominato, fai una recensione su "All the boys love Mandy Lane" :D

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    1. Quello sarebbe ore di commentarlo, non era niente male ;-) Cheers!

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  9. A me piace questa pellicola...e se mi piace Amber Heard come attrice è anche merito suo, vedendola in un film di Carpenter e dalle sue interviste fatte di tante smancerie passionali verso il Maestro (davvero!) me ne sono innamorato (anche perché è una gnocca Texana d'altissimo livello ovviamente) e mi guardo i suoi film.

    Tornando al film, si richiama Identità di James Mangold, ma nonostante tutto mi piace riguardarlo anche per la sapiente mano che non tralascia la minaccia e la tensione nello sviluppo narrativo senza perdersi nelle inutilità tediose. Oltretutto il "mostro" quando entra in azione è in puro stile Carpenteriano sia nel suo aspetto che nel suo modus operandi.

    La colonna sonora mi piace, ma se Carpenter ci metteva mano eravamo già su altri livelli e trovo strano che non si sia messo dietro vista la sua passione.

    Alla fine risulta una pellicola godibile, molto meglio di certa merce che ora viene spacciata nei cinema. Anche una regia solida su una sceneggiatura non troppo convincente (o scarna come chiace di lettura oer i suoi canoni) sa dire la sua e portare a casa una bellissima frase tipo "Grazie Maestro che nonostante tutto torni sempre a farci un saluto"

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    1. Ambra Sentito stava facendo una bellissima carriera da Scream Queens, con il Maestro faceva la gatta morta ma è stato un gran punto di arrivo per la sua carriera, peccato che poi sia esplosa in volo poteva continuare con gli horror invece ha preferito Johnny Depp, peccato...

      La scelta di non comporre la colonna sonora è stata piuttosto strana, considerando che poco dopo si è gettato anima e cuore sulla musica, forse è stato per questione di tempo, ma sarebbe bastato anche solo farla comporre a sui figlio Cody, sarebbe stata sicuramente migliore.

      Anche secondo me è godibile, forse fuori tempo massimo come tipologia di storia, gli manca una lettura di secondo livello, ma la mano del Maestro si vede, non è un film impeccabile ma ogni volta che lo rivedo ci trovo delle cose buone e non solo perché è diretto dal mio preferito ;-) Cheers

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  10. Ho rivisto "The Ward" di recente e... solo per la seconda volta (!) dopo quella prima uscita al cinema. A prima visione mi lasciò entusiasta più per astinenza da Carpenter che per effettiva sostanza del film. Carpenter è stato sempre uno da basso-medio budget, e si vedeva anche qui.
    The Ward non mi era dispiaciuto in sala e non mi dispiace nemmeno a rivedermelo a casa oggi. Il fatto è che l'horror ha fatto dei passi avanti (e anche alcuni indietro) mentre John ha girato questo puntando per la sua (vecchia) strada. Onestamente, è un film nato vecchio, e non è nemmeno un difetto! Una cosa mi ha colpito, nel citare qua sopra George (sempre sia lodato) Romero, quando George cercò di uscire dal terreno dei morti viventi sfornò una robetta come Bruiser, John a parità di budget-post-gloria ha sfornato The Ward, e questo è un punticino a favore di Carpenter mica da poco.
    Poi rimpiangerò Romero finchè campo - anzi, finchè non-vivo - però per me The Ward è stato un pizzico d'ossigeno dopo i non troppo graditi Fantasmi da Marte e il mefistofelico (per me) Vampires, che non sono mai riuscito ad apprezzare. The Ward fu un passetto indietro alle atmosfere psicopatiche a metà strada tra Il seme della follia e Il Signore del Male, con una spruzzata di Qualcuno volò sul nido del cuculo e... ma sì, una Dolores Claiborne a casaccio (non so da dove mi viene l'associazione, sarò anch'io da ricoverare in un "reparto" diretto da John per questo).
    Perciò io resto affezionato a The Ward più che a tutti i film post-'94 del Maestro. The Ward per me è puro cinema anni '70 fuorissimo tempo massimo, ma visto che adoro il cinema anni '70, posso godermelo ancora.

    Bob.

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    1. Anche secondo me non è un punto da poco, non è un grande film, su questo non ci piove, ma la regia è elegante, poteva essere migliore e sarebbe stato un buon modo per togliersi di dosso la ruggine, peccato non sia stato un grande ritorno, ma un canto del cigno, perché io credo che Carpenter regista al cinema, non lo vedremo mai più, anche se sarei felice di sbagliarmi. Cheers

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  11. The Ward è una ciofeca. Insalvabile con una trama vista e rivista da chi ha almeno più di 30 anni. Bello qualche movimento di camera, tutto il resto dimenticabile, e se vuoi fare un horror old school non lo riempi di attrici sciacquette ripulite. A confronto Fantasmi da Marte è da Oscar, e molto mamolto meglio i 2 episodi dei Masters of Horror (Cigarette Burns notevole)

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    1. No una ciofeca no, ho visto cento horror ben peggio di questo quelli davvero ciofeche. Il problema che non è "Old school" nel senso anni '70 o '80, non me la sento di definire un horror in stile prima anni 2000 "Old school" quella definizione è proprio fuori scala. Gli manca una lettura di secondo livello, un critica, di solito presente nei film di Carpenter e poi, mancano le sue musiche, con queste due cose avrebbe già guadagnato dei punti, però non lo odio, ci sono film ben più meritevoli di essere considerati delle ciofeche secondo me. Cheers!

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