Da piccoletto,
fine anni ’80 primi anni ’90, ricordo una martellante pubblicità televisiva,
credo di una raccolta in VHS di classici dell’horror, un minuto scarso di
montaggio farcito di un ghignante Pennywise, del testone borchiato di Pinhead,
del guanto artigliato di Freddy Kruger e delle portiere rosso fiammanti di Christine
… Ah, quasi dimenticavo: benvenuti ad una nuova puntata di John Carpenter’s The
Maestro!
Me la ricordo
bene quella pubblicità perché mi incollava allo schermo ad ogni passaggio, Christine
faceva bella mostra di sé, la scena era quella in cui Moochie cercava di
sfuggirle nascondendosi nel vicolo cieco e Christine incurante delle
dimensioni dello stretto corridoio, sacrificava le sue lamiera pur di
raggiungere l’aggressore e spiaccicarlo contro il muro di mattoni, un cofano
lungo due metri che sembrava la bocca dello squalo di Spielberg.
Ricordo anche
una discreta polemica: la classica associazione genitori che si lamentava del
proprio figlio rimasto traumatizzato dallo spot mandato in onda a tutte le ore
(“I bambinI! Perché nessuno pensa ai bambini!” Cit.), bah, non so, per me quella
pubblicità era uno spasso, ma mi rendo conto di essere sempre stato uno “strano
gatto” fin da bambino e crescendo non sono migliorato…
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Fotogrammi gentilmente estrapolati dai miei ricordi d'infanzia. |
Direte voi: "Ma
questa piccola storiella di strambezza infantile a cosa serve?". A non molto
veramente, forse solo a ribadire che Christine, la Plymouth Fury rossa come le
fiamme dell’inferno è sempre stata un'icona del cinema Horror, che ha sempre
potuto sedersi alla stessa tavola dei soliti nomi che si fanno sempre (Mike, Freddy e Jason) senza affatto sfigurare, anche perché questa signorina, per
la gioia di Adinolfi ha due papà di tutto rispetto: Zio Stephen King e il
Maestro John Carpenter.
Inutile
girarci attorno: questi due hanno spaventato più persone loro, della frase
“Abbiamo perso anche l’altro motore” pronunciata in volo sopra l’Atlantico. Voglio bene ad entrambi e là fuori ci sono mille mila persone come me che si
sono formati alla scuola dello spavento di questi due miti, tutti i maggiori
registi di film dell’orrore si sono cimentati in un adattamento di un romanzo
di King, “Christine” è il titolo che ha unito il re e il maestro.
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Usato sicuro, garantisce lo zio Stevie! |
Quando si pensa
ai lavori sfornati da queste due icone negli anni, “Christine” non è mai il
primo titolo che viene in mente e forse nemmeno il quarto, a dirla tutta,
personalmente per quanto mi sia divertito a leggere il romanzo di Zio Stevie,
ha sempre preferito un po’ di più la versione cinematografica, anche se ha
delle differenze rispetto al libro, cosa che di solito fa schiumare di rabbia i
Kinghiani, dei “Fedeli lettori” molto conservatori da questo punto di vista e
lo posso dire perché anche io faccio parte della cerchia, ma possiamo stare
tranquilli: Hollywood ci ha sempre trattato bene negli anni, basta guardare che
meraviglia stanno facendo con il casting de “La torre nera”… Se sentite un
rumore di fondo tipo trapano del dentista, sono i Kinghiani affetti da
bruxismo, tranquilli.
Stephen King e
John Carpenter sono due agli antipodi, affetto da ottimismo congenito il primo,
cinico e pessimista il secondo, uno è straripante dello scrivere, l’altro
essenziale nel dirigere, le uniche cose che li accomunano sono lo stesso tipo
di umorismo nero e la passione per le auto d’epoca. Il gruppo musicale di John
Carpenter (insieme a Nick Castle e Tommy Lee Wallace) si chiama Coupe de Ville
come la Cadillac, mentre King tra Christine e “Buick 6”, ha sempre detto la sua
in merito, anche quella volta che si è messo in testa di fare il regista, con risultati, beh, diciamo rivedibili.
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"Ma che dici Cassidy? 'Brivido' era un gran film". |
Nel 1983 la
popolarità di Stephen King era tale che i diritti cinematografici del romanzo
“Christine” furono venduti prima della pubblicazione del libro e questo spiega
come mai il finale del film è differente rispetto a quello pensato da Zio
Stevie, trama e poi parliamo del film!
California,
1978, lo sfigatissimo Arnold "Arnie" Cunningham (Keith Gordon) sta
andando a scuola con l’amico Dennis Guilder (John Stockwell), passando davanti
casa di un inquietante vecchiardo, vede il rottame di una Plymouth Fury di nome
Christine, dopo una vita di “Signor sì” ai pressanti genitori e di
maltrattamenti da parte dei bulli scolastici (capitanati dal tamarrissimo Buddy
Repperton, una specie di comparsa di “Grease” con la fissa per l’ultraviolenza),
Arnie vuole la sua rivincita contro il mondo e acquista la ferraglia,
riportandola agli antichi splendori di un tempo nell’officina di Will Darnell
(il grande Robert Prosky). Più Christine torna al suo rosso fiammante
originale, più Arnie diventa sicuro di sè, tanto da conquistare il cuore della
bella Leigh Cabot (Alexandra Paul), i guai grossi cominciano quando la ragazza
inizia a diventare gelosa… No, non Leigh, sto parlando di Christine!
Carpenter per
riprendersi dalla mazzata (al botteghino e morale) de La Cosa, sceglie di lavorare ad un film su commissione, un soggetto
popolare per il pubblico che cavalca l’onda del nome Stephen King, ma il
Maestro non è un impiegato che timbra e passa le carte e anche se i temi
classici del cinema di Carpenter sono centellinati (l’orrore che si nasconde
dietro ad una normalità di facciata, il finale aperto e pessimista), Giovanni
ci mette davvero del suo, il risultato è Christine un'icona horror, ma
soprattutto, l’auto più sexy della storia del cinema.
Esatto, sexy,
perché “Christine - La macchina infernale” è un film che trasuda sesso ad ogni
fotogramma, nella sua rivoltante intelligenza, Carpenter annusa l’aria e
capisce subito cosa serve a questo soggetto: protagonisti adolescenti con gli
ormoni che fanno le sgommate, alle prese con la prima auto? Qui ci vuol il
sesso, palate di sesso!
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"Stai per caso parlando della parola con tre S carino?". |
Non che il
sesso sia mai mostrato in maniera esplicita, così come la violenza, che nel
film è tutto sommato davvero poca, tanto che per raggiungere il Rating “R” (vietato
ai minori), il produttore Richard Kobritz chiese di aggiungere quante più volte
possibili la parola “Fuck” nei dialoghi del film, pensate, una volta cercavano
di fare gli Horror vietati ai minori! Mamma mia che fessi! Ma si può? Mica come
quelli belli che escono ora tipo Ouija e The Lazarus Effect che sono tutti
rigorosamente PG-13.
La prima auto
è sempre un momento importante nella vita di chiunque, rappresenta
l’indipendenza, i primi voli lontani dal nido e, ovviamente, le pomiciate sui
sedili posteriori. La storia originale di Stephen King è carica di tutti questi
elementi, compresa l’abitudine immotivata, ma molto diffusa, di considerare le
automobili di sesso femminile, lo so che non ha alcun senso, ma se la vostra
auto fatica ad affrontare una salita ripida voi non le dite: “Vai bella”?
Invece, quando il computer non carica non gli date dello stronzo? Ecco,
Carpenter spinge a tavoletta questo concetto, Christine è una fidanzata
possessiva, gelosa e vendicativa, ma è anche la star indiscussa di tutto il
film.
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"Bravissima Christine, facciamo ancora due primi piani e abbiamo finito". |
Il film è
diviso in tre atti distinti, nel primo facciamo la conoscenza dello
sfigatissimo Archie, pressato dai genitori e incapace di relazionarsi con i
suoi coetanei, la distanza tra Archie e il resto del mondo è sottolineata dal
suo migliore amico Dennis, belloccio, campione di Football e pieno di ragazze
pronte a zompargli addosso ad un solo cenno, tipo Roseanne interpretata da una
giovanissima Kelly Preston. In tutta questa prima parte del film, vige un clima
da “Porky’s” con tanto di battutacce di basso livello, come a sottolineare che
in questa porzione di pellicola, le donne possono essere al massimo oggetti da
sfoggiare o da conquistare, che siano a due gambe o a quattro ruote.
Ma nel cinema
di Carpenter i personaggi femminili sono fondamentali, quindi la svolta
coincide con l’arrivo di Christine e di Leigh Cabot, ora ditemi cosa volete, ma non che Giovanni non abbia mai avuto l’occhio lungo per le belle signorine,
dopo aver lanciato Jamie Lee Curtis, qui è la volta della guardabile Alexandra
Paul, che quelli della mia leva forse ricorderanno in “Baywatch”… Sì sì,
guardavo Baywatch e allora? Tanto lo guardavate pure voi non fate i
santarellini con me, cocchi!
Alexandra Paul
è tanto guardabile che nemmeno gli orrendi calzettini che indossa nella sua
entrata in scena riescono a scalfirne la bellezza, ribadisco: il Maestro è un
dritto, poco ma sicuro.
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"Eccone un altro che è cresciuto negli anni '90, su forza, poteva andarti peggio". |
Carpenter ha
sempre dichiarato che l’attore Keith Gordon era molto concentrato nei panni di
Arnie Cunningham, pare che fu proprio Gordon a suggerire il pezzo di George
Thorogood “Bad to the bone” per il film, anche se fu Carpenter a voler girare a
tutti i costi la scena iniziale del film, ambientata nel 1957, sulla linea di
produzione di Detroit dove assistiamo alla “nascita” di Christine, che fin dal
suo primo vagito si dimostra malefica cioncando una mano ad uno degli operai.
La scena venne
girata in una fabbrica dismessa, Carpenter oltre ad essere il primo al cinema
ad usare il celebre pezzo di Thorogood (ben prima di James Cameron in Terminator 2) optò per dei film luce, in
modo da dare un look retrò a tutta la sequenza di apertura.
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Bad to the bone... B-B-B-B-Bad! |
L’altra idea
di Carpenter fu quella di suggerire a Gordon di pensare al corpo di una donna,
nei momenti in cui durante la scena, appoggiava le mani sul Christine, l’attore
prese la cosa tanto seriamente che arrivò ad associare le specifiche parti
dell’automobile, ad altrettante zone anatomiche femminili e recitando di
conseguenza. L’apice di tutto questo è nella, diciamolo, meravigliosa scena in
cui la Plymouth Fury si ripara da sola, Archie la guarda dicendole: “Fammi
vedere” (in originale “Show me”). Il suggerimento di Carpenter era chiaro e
preciso: "Davanti a te hai una bella donna che si spoglia, pensa a quello e stai
fermo che sennò mi rovini la luce per la scena".
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Best movie scene ever! |
Ricordo un'intervista a Giovanni di qualche anno fa, in cui parlando con un giornalista canadese, deviò le solite domande, portando il discorso sul suo amato basket NBA, il discorso era più
o meno: "Ok, i Raptors non sono tutta ‘sta squadra, però Toronto è una bella
città, ci sono stato anni fa, avete ancora quegli ottimi locali di
spogliarelli?" (Storia vera). Quindi, possiamo dire che il Maestro parla per
esperienza diretta!
Ma malgrado
questa storiella, come dicevo, Carpenter ha sempre avuto un gran rispetto per i
personaggi femminili, infatti, è nel secondo atto del film che Christine si
guadagna il suo status di icona, proprio nella parte centrale della pellicola,
è impossibile per lo spettatore non tifare per lei e la sua vendetta, anche
perché il film si trasforma in un “Rape & revenge”.
Uno dei colpi
di genio è stato quello di far “parlare” Christine utilizzando le canzone rock
sparate a palla dalla sua autoradio, quando è sola con Arnie partono pezzi
sdolcinati come "We Belong Together" di Robert & Johnny (You're
mine, my baby and you will always be / I swear by everything I own you'll
always, always be mine), ma quando Buddy Repperton e la sua gang di stronzetti,
fa irruzione nel garage dove è parcheggiata la rossa, inizia una scena che è
l’equivalente di un “Rape & revenge”: la distruzione dell’automobile per
mano di Buddy e compagni è il momento dello stupro, tanto che dalla sua autoradio
parte un pezzo di Little Richard intitolato “Keep A-Knockin” il cui testo
sembra quasi l’urlo disperato di una vittima che cerca di convincere i suoi
aggressori ad andarsene e a lasciarla in stare (Keep a knockin' but you can't
come in / Come back tomorrow night and try it again).
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"Non si fa lo stronzo con la macchina degli altri!" (Cit.) |
Carpenter non
si sofferma sulla distruzione/stupro della sua protagonista, tanto che nei
contenuti speciali del DVD, esiste una versione molto più lunga di quella
scena, che Giovanni decise di tagliare nel minutaggio, anzi, fosse
stato per lui avrebbe direttamente mostrato il ritrovamento della povera Christine
demolita, saltando la parte della distruzione, ma si rese conto che a livello
narrativo, era necessario mostrare qualcosa, quindi preferì il meno possibile.
La vendetta di
Christine è il momento in cui la Plymouth Fury entra di fatto nella storia del
cinema horror e nell’immaginario del pubblico, la già citata scena della
riparazione e la caccia spietata dell’auto ai suoi aggressori, mettono in
chiaro che è la vera protagonista del film e ditemi che non esultate anche voi
ogni volta che quel tamarro di Buddy Repperton non finisce in fiamme sotto le
gomme di Christine perché non ci credo.
Come detto, la
scena della auto-guarigione è una delle più memorabile del film, Carpenter
aveva a disposizione un budget decente (per il tempo), ma non esagerato per un
film con effetti speciali (come al solito ha saputo cavare sangue dai
centesimi), quella scena venne girata schiacciando con una pressa una delle
tante Plymouth Fury presenti sul set, utilizzate come controfigure e mandando
il girato al contrario in modo da ottenere l’effetto di una miracolosa
riparazione della carrozzeria e dei vetri di Christine, semplice ed efficace
come al solito il Maestro.
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La scena che fa urlare di terrore tutti i carrozzieri del mondo. |
Il terzo atto
è quello che differisce maggiormente dal libro di King, che nel suo finale ha
voluto uno scontro tra donne tra Christine e l’enorme autocisterna rosa di
nome “Petunia”, la classica idea che Zio Stevie è bravissimo a venderti nei
suoi romanzi, ma che poi al cinema risulta lievissimamente trash..
Nella versione
di Carpenter molte cose vengono messe in chiaro, come il ruolo di Arnie
Cunningham, ormai definitivamente passato al “Lato oscuro”, conciato come un
rockabilly degli anni ’50, nella sceneggiatura originale moriva velocemente in
una breve scena, ma Carpenter volle sottolineare il concetto, regalando ad
Archie l’ultimo momento con la sua amata, quando Keith Gordon si allunga per
sfiorare logo sul radiatore di Christine e lei gli “risponde” con il solito
pezzo Rock romantico, la loro storia d’amore si conclude con un ideale saluto
finale: "Ok baby è finita, ora devo andare", tutto l’Elvis-Maniaco che c’è in Carpenter viene fuori prepotentemente…
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"Tesoro, adesso fai proprio schifo!" (Cit.) |
Christine con
il suo cofano devastato, sembra un mostro con le fauci dentate in cerca di
vendetta, la targa della macchina “CQB 241” riassume tutto, l’acronimo sta per "Close
Quarters Battle", ovvero il combattimento a distanza ravvicinata, che è
proprio quello che devono affrontare i protagonisti, i due personaggi che hanno
sempre sospettato dell’auto (gli scettici sparsi ovunque nel cinema di
Carpenter) la sconfiggono utilizzando il Bulldozer, che sale in groppa alla Plymouth
Fury distruggendola. Carpenter nei contenuti speciali del DVD descrive la scena
come una monta, parlando chiaramente di Bulldozer che sodomizza la povera Christine
(Storia vera!), mentre dalla radio parte fortissimo l’ultimo grido di morte del
mostro Rock 'n roll is here to stay / It will never die…
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Abbiamo bisogno di un bulldozer più grande! |
Carpenter
ritrova il produttore Richard Kobritz (il fidato Larry Franco è solo
Co-produttore del film) dopo la loro collaborazione in Pericolo in agguato, si potrebbe pensare che con l’insuccesso di
un progetto molto sentito come La Cosa,
Carpenter fosse scuro e corrucciato, magari pure un po’ incazzato, trovandosi
retrocesso ad un film su commissione, ma a detta di tutti quelli presenti sul set, Giovanni ha mantenuto un clima rilassato e divertente per tutta la durata
delle riprese, tanto da fare scherzi a tutti, ma senza perdere il solito piglio
risoluto da generale.
Il problema è
che chi di scherzo colpisce, di scherzo perisce, girando la scena del bulldozer, Alexandra Paul fece intrufolare sul set la sua sorella gemella
Caroline. Carpenter inizialmente non notò nulla di strano, poi dando
indicazioni all’attrice inizio a guardala in modo strano, le sue testuali
parole sono state: “Quella donna non aveva la stessa luce negli occhi, era come
se fosse stata sostituita, come in un film di fantascienza degli anni ’50”.
Facile indovinare a quale film stesse pensando Giovanni!
Lo scherzò
terminò quando Alexandra cicciò fuori da dietro le spalle del Maestro
dicendogli: “Mi hai già licenziata John?”, il fatto che Carpenter non abbia
cercato di bruciarla con il lanciafiamme dimostra quanto il set fosse
rilassato.
Tra le vecchie
conoscenze, Giovanni si è portato con sè il mitico Harry Dean Stanton,
ribadisco: ho una venerazione per quell’uomo, in qualunque film dello stesso
genere, il poliziotto che indaga sui protagonisti, si guadagna subito l’odio
del pubblico, Harry Dean Stanton, invece, sfoggia una faccia da schiaffi quando
provoca Arnie, che viene quasi voglia di vedere il ragazzo cedere ed essere
portato via in manette dal grande Stanton.
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"Cosa ci vuoi fare ragazzo, è dura essere un mito, ma io posso permettermelo". |
Nel film sono
state utilizzate svariate Plymouth Fury, però del 1957, perché il modello del
1958 è rarissimo, in quanto prodotto in pochi esemplari, inoltre, la versione
del film è due porte, anche se nel romanzo originale Stephen King la descrive
chiaramente come una Plymouth Fury del ‘58 quattro porte, peccato che la Fury
del ’58 non sia mai stata prodotta con quattro porte… Lo Zio Stevie è esperto di
automobili grossomodo quanto il sottoscritto, è già tanto che non mi sieda
dietro quando devo guidare.
Non si può non
parlare di musiche quando si parla del cinema di John Carpenter, il tema
composto dal Maestro insieme ad Alan Howarth funziona alla grande, ma è l’utilizzo
che ne viene fatto a renderlo ancora più efficace: per la prima mezz’ora
non si sente l’ombra di musica, le prime sinistre note Carpenteriane si avvertono
quando Christine entra in scena e ogni volta che la macchina si fa più
potente, la traccia musicale torna, fino a risultare tonante durante l’auto-riparazione
e le scene di vendetta.
A proposito di
musica: lo sceneggiatore Bill Phillips e il cantante George Thorogood fanno un
breve cameo nel film, sono i due addetti alla discarica che riducono Christine
ad un cubo di lamiere, non li avete visti? Ci credo, perché per loro stessa
ammissione, entrambi erano così imbarazzanti come attori, che la scena è stata
tagliata. Meglio se ti limiti a suonare George!
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"Radio CQB 241 AM, solo grandi classici del Rock!". |
La scena
finale è molto divertente ed in linea con i finali Carpenteriani, il film al
netto di un budget di 8 milioni di ex presidenti spirati, ne portò a casa una
ventina nei soli Stati Uniti, la cosa curiosa è che a differenza di tante icone
horror, Christine non ha mai avuto un seguito, nemmeno per il mercato dell’home
video, anche se le premesse c’erano tutte, questa è forse la ragione per cui
abbiamo sempre dato un po’ per scontata la rossa, una che, con buona pace delle
associazioni dei genitori, in quella famosa pubblicità di cui parlavo, non
sfigurava per nulla.
Del resto,
essere inseguiti da Jason, Freddy o Michael Myers è qualcosa che non consiglio
a nessuno, ma nemmeno dover scappare da una ruggente Plymouth Fury che copre le
tue urla con il rombo del motore e il Rock ‘N Roll del suo autoradio.
She could tell
right away
That I was bad to
the bone
Bad to the bone
Questo
commento è gentilmente ospitato sulle pagine de Il Seme Della Follia - FanPage italiana dedicata a John Carpenter, abbassate
il finestrino, alzate il volume della radio e passate a far loro un saluto. Invece il poster d'epoca del film lo trovate su IPMP!
Uh, l'ho visto una vita fa, che ricordi!
RispondiEliminaUno dei rari casi, personalmente, in cui il romanzo non mi ha entusiasmato e il film, complice il solito Carpenter, ha fatto meglio. Dovrei rivederlo. ;)
La penso come te, il film funziona molto meglio, Zio Stevie si fissa sulla trasformazione, anche fisica di Archie, mentre Giovanni è molto più essenziale e diretto, quindi più efficace. Mi sono rivisto il film per questa rubrica, è invecchiato alla grande, ed è ancora uno spasso, come il Rock ‘n roll ;-) Cheers!
EliminaPost titanico e non mi aspettavo di meno ;-)
RispondiEliminaHo amato visceralmente il romanzo (letto dopo il film) e gioito di ogni parola... ma non ricordo nulla: ogni memoria di Christine deriva da una delle centinaia di ri-visioni!
Bad to the Bone era il mio tormentone al liceo: fu simpatico ritrovarlo in T2 ma era giusto un cameo, così come quando lo cantò Alvin Superstar in un episodio. La canzone è e sarà sempre di Christine!
Affittai il film nel 1989 durante un'estate al mare da amici. L'unico televisore disponibile era un catorcio in bianco e nero con una fascia distorcente a metà schermo: così ho visto per la prima volta questo film, amandolo subito. Quale altro regista sa fare un prodotto che piace anche nelle peggiori condizioni di visione?
Nel '90 girai un filmino amatoriale, con Bad to the Bone, in sottofondo - quando non esistevano metodi per la sovrapposizione di audio e video! - inquadrando la vecchia auto sgangherata di famiglia come se fosse Christine :-D Giusto per dirti quanto Carpenter mi fosse entrato sotto pelle...
Ti ringrazio moltissimo anche per il tuo racconto, ora però lo voglio vedere quel corto! ;-)
EliminaTra “Bad to the bone” e la scena della resurrezione di Christine questo film ha creato iconografia a quintali, e malgrado sia meglio del bel libro di King, è stranissimo che non ci sia mai stato in sequel, meglio così, Christine è entrata nell’empireo al primo colpo, un'altra tacca sulla cintura di Giovanni! Cheers
Ricordo quando dissi (da ragazzino):"Ma davvero esiste un libro di King su una Macchina Infernale? Ma non è una stronzata?"
RispondiEliminaMi rispose: "No, no! C'è pure il film di Carpenter... Ed è un cult!"
E c'avevano ragione!
Fantastico! Pensavo di essere l’unico a preferiti il film al libro, invece sto trovando un sacco di persone con la mia stessa opinione, d’altra parte con un cult così ;-) Cheers!
EliminaIo ho preferito il romanzo, ma al di la di questo, il film mi piace assai...Io sono sempre stato convinto che "Bad to the bone" fosse un brano originale degli anni 50 o 60...ho scoperto recentemente che è stato scritto "solo" nel 1982...
RispondiEliminaAnche io pensavo che George Thorogood fosse molto più vecchio, anche perchè è attivissimo da molti anni, ho fatto più o meno la tua stessa scoperta, il bello della musica, essere senza volta ;-) Cheers
EliminaChristine, visto due volte al cinema (come tutti i film di Carpenter a partire da La Cosa) in Italia fu pubblicizzato da un'astuta campagna promozionale televisiva del mensile Ciao 2001 che, sulle immagini della Plymouth Fury fiammeggiante, diceva più o meno così: "chi è Christine?... cosa vuole Christine?... quanti anni ha Christine?...".
RispondiEliminaIn realtà a queste domande era anche legato un concorso ma sinceramente, non avendo io partecipato, non so esattamente quale fosse il premio in palio. Quel che so è che amai molto questo film, sicuramente inferiore a La Cosa (in alcune scene è un po' tirato via) ma con una colonna sonora straordinaria (forse la migliore in assoluto del Maestro) e con alcune scene che sono grande cinema (quella di "show me" la annovero tra le prime cinque della storia).
Personalmente ho preferito anch'io il libro di King, ma solo perché per forza di cose in un film, seppur ben fatto, tante cose devono per forza essere omesse.
Il finale anche è più bello quello del romanzo, con i due protagonisti Dennis e Leigh che dopo molti anni aspettano l'inesorabile vendella di Christine che sembra essere tornata per vendicarsi dei sopravvissuti.
Quel che invece ho preferito del film rispetto al libro, è l'idea dello sceneggiatore Bill Phillips (credo suggerita da Carpenter stesso) di dare a Christine una sua personalità e vita propria, mente secondo King era il fantasma di LeBay a controllare l'automobile.
Forse si vinceva una Plymouth Fury del '58 ;-) Non so mai bene cosa si intenda per "film minore" questo potrebbe esserlo, nel senso di non indispensabile per capire il Carpenter regista, però sfido chiunque a non dire che si tratta comunque di un film fighissimo ;-) King si fissa tanto sullo spirito di LeBay, tanto che l'auto passa quasi in secondo piano, Carpenter invece la rende unica protagonista e lavora bene sui personaggi. Sono già prolisso di mio, quindi ho sforbiciato una parte di commento in cui parlavo del rapporto tra Archie e Dennis, perchè stavo andando fuori traccia, però si potrebbe analizzare questo film anche da questo punto di vista ;-) Cheers!
EliminaAh, finalmente me lo sono rivisto! Per fortuna la vhs gira ancora che è una meraviglia…
RispondiEliminaCurioso come sia uno dei film di Carpenter che ho visto poco, non me lo ricordavo COSI' esageratamente… esagerato. Tra l'altro ci sono dei tocchi di classe: il cambiamento del protagonista è visibile nei colori che porta addosso, a un certo punto lo vediamo indossare sempre di più colori neri e qualcosa di rosso, a sottolineare che la sua anima sia contaminata da quella di Christine. Fateci caso: il rosso sembra preannunciare sempre qualcosa di brutto quando c'è Christine in giro, mentre Archie diventa sempre più nero sia dentro che fuori.
Ah, e la scena in cui Christine è in fiamme… era notte tarda, ero stanco, ma avevo un'esaltazione addosso tanto da farmi fare il tipo per Christine con trombette e petardi.
p.s. mi ricordo che la prima volta che l'ho visto in vhs, avevo mandato e rimandato la scena in cui Christine si "ricostruisce" e avevo capito la tecnica, ma mi colpì ugualmente la qualità del tutto, anche perché grazie alla fotografia quella vernice rossa buca lo schermo, altro che cinema 3D!
La vhs è come Christine, si auto ripara ;-)
EliminaQuesto film è pieno di zampate di classe di Giovanni, lo dico sempre che è il film su commissione, quello dove vedi il “manico” del regista, il suo vero talento. L’uso del colore e dei piccoli trucchetti visivi fanno di questo film il classico che viene dato per scontato. Ora, tu ben sai, che io i film di Carpenter li ho visti e rivisti tutti, anche quelli meno celebri, e spesso i film sono soggetti a rivalutazioni nel corso degli anni, ecco per questa rubrica dedicata al Maestro, “Christine” è il film che già mi piaceva di più, ma mi è risaluto di punti tantissimo, tutto, anche la colonna sonora (Storia vera). Cheers!
Visto e rivisto ed apprezzata la protagonista in qualità di amante di auto e con un bel feticcio per le auto USA! Ahhh del resto come si dice «rossa di vernice, golosa di...» com'era?? Forse mi confondo un po'...
RispondiEliminaLa mia storia vera a riguardo è che quando ero giovinotto ed avevo ancora i capelli mi definivano sosia di Arnie Cunningham 😃😃 Ma non ho mai avuto una Plymouth Fury...
Plymouth comunque resta un marchio che piace ai registi...vedi anche il Señor Spilbergo! 😉
Lucidatrice, mi sembra che fosse così il detto ;-) Avresti dovuto comprartene una solo per spaventare tutti vedendoti alla guida! Cheers
EliminaAhaha all'epoca avevo una Ford Fiesta...mi sa che non funzionava lo stesso....
EliminaEhmm no, direi proprio di no, se non per battute sulla Fiesta (come merendina) oppure fare Fiesta. Cheers!
EliminaFiesta - La macchina infernale ...mhh suona male in effetti!
EliminaCerto che é tanta roba sto film, visto stasera per invogliarmi col libro che faccio fatica a terminare ma devo dire che il film spacca. Qui va a finire che preferisco il film come con Shining ahaha.
RispondiEliminaCarpenter segna un altro punto , non sono fan totale del regista ma qui veramente ha messo tutto al punto giusto, facce torve comprese (tipo Darnell, forse anche più laido che nel libro ).
King nel libro come sua abitudine tende un po' a perdersi e a smarmellare, qui eliminando che so, il fantasma che vede solo il protagonista, l'attenzione è più su Christine, che diventa la storia di un ragazzo e della sua auto, oppure di una donna che si innamora di uomini problematici e fa di tutto per assecondarli, anche schiacciare i loro nemici nei vicoli o uccidere le rivali in amore ;-) Cheers
EliminaAppena finito di vedere per la prima volta (sto arricchendo la videoteca seguendo la rubrica The Maestro), e devo dire davvero niente male! Non dimostra i suoi anni, e per essere un film su commissione tanta roba...fast & furious ante lifteranno! 🚘💪
RispondiEliminaPer me resta il più sottovalutato film del Maestro, uno per cui anche i capolavori noti sono sottovalutati, quindi figuriamoci questo, che non solo é invecchiato bene ma ha creato una grande icona horror, mica male per una robetta su commissione, poi vogliamo parlare della colonna sonora? Una delle più toste tra quelle composte da Giovanni ;-) Cheers
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