domenica 31 gennaio 2016

Preacher - Alamo: Texas, per Dio (Sparate dritto, bastardi)


San Antonio è una piccola cittadina, ufficialmente americana, perché si trova da questa parte del confine oltre cui scappano i fuorilegge nei film. Ma di fatto, per dimensioni, abitudini, ritmi (specialmente ritmi) è una cittadina messicana finita in territorio a stelle e strisce.
A San Antonio ci sono due monumenti, uno si chiama Tim Duncan e gioca centro per gli Spurs da qualche anno con discreti risultati cestistici, l’altro è un piccolo fortino chiamato Missione San Antonio de Valero, ma la storia lo ricorda con un altro nome: Alamo.

Il reverendo Jesse Custer, da buon Texano, non poteva scegliere nessun altro luogo al mondo per mettere fine alla sua ricerca di Dio onnipotente iniziata anni prima, ovvero il giorno in cui si fuse con l’entità Genesis. Ad Alamo 180 uomini sono morti per l’ideale della libertà e questa epopea “Western” non poteva che terminare che nel cuore del Texas.

Sette degli otto numeri che compongono il ciclo finale di “Preacher” raffigurano in copertina il primo piano di tutti i protagonisti di questa storia, dipinti dal pennello del grande Glenn Fabry. Jesse, Il Santo degli Assasino, Herr Starr, Facciadiculo, Tulip, Cassidy e Genesis, ad oguno di loro e dedicata una storia dove i nostri protagonisti si preparano alla battaglia.


Un sorriso che promette battaglia...
Jesse affronta di petto il Santo, forte dell’antico detto “Il nemico del mio nemico e mio amico” e quando si tratta del Santo è sicuramente meglio posizionarsi dal lato giusto dei suoi revolver. Herr Starr ormai completamente folle per l’ennesima amputazione subita, non connette più, completamente accecato dalla sua voglia di vendetta nei confronti di Custer.


"Ha avuto come... Be', insomma, gli è girato il boccino" (Cit.)
Ma prima bisogna risolvere una disputa tra (ormai ex) amici. Jesse e Cassidy si scontrano una volta per tutte, devo aver letto questo fumetto un centinaio di volte e lo scontro finale tra questi due resta uno degli apici della prosa di Garth Ennis, ogni singola “Punch line” tra i due duellanti è scolpita nella mia mente come uno dei duelli più dolenti e Western mai letti in un fumetto.


Questa scena ha alcuni dei dialoghi migliori che abbia mai letto in un fumetto.
Eppure, tutti i personaggi hanno un ruolo in questa vicenda, ho sempre amato il fatto che i due (ex) amici ormai ai ferri corti, debbano comunque ringraziare il rispettivo avversario, perché il piano di Jesse è destinato a diventare un massacro degno di Alamo, senza l’iniziativa personale del Vampiro e, allo stesso tempo, l’Irlandese comprende il concetto di “Camminare con la schiena dritta”… Motivo per cui trovo le numerose riletture di “Preacher” qualcosa di doveroso, tutti possono fare errori, l’importante è cosa fai per porvi rimedio.

Ora fatemi togliere ‘sto sasso che ho nello stivale da anni: la prima volta che lessi (BAU!) il finale di “Preacher” fu sulle pagine della rivista antologica “Vertigo Presenta”, il curatore della rivista era Pasquale Ruggiero, forse lo è ancora, non lo so.


...Denti venduti separatamente.
In ogni caso, il PENULTIMO numero di “Preacher” (il #65 americano) uscì con in copertina la strombazzante scritta gialla “Il finale di Preacher!”, peccato che il mese successivo uscì davvero l’ultimo numero della serie. Non ho mai capito il perché di questa manovra, ma Pasquale Ruggiero nel suo editoriale di apertura presente in ogni albo, si giustificò dicendo una cosa del tipo: “Vabbè stavamo a scherzà”. In ogni caso, non ha mai nascosto il fatto che il finale della serie non era di sua gradimento. Non accuso nessuno, ma resta il fatto che la professionalità per me è un'altra cosa.

Anche se Pasquale Ruggiero potrà non essere d’accordo, secondo me il finale di “Preacher” è quello giusto, quella Splash page finale è quella che con cui vorresti sempre vedere nei finale di tutti i film Western, se avete letto il fumetto sapete di che parlo, altrimenti… Cosa state aspettando?


La copertina dell'ultimo numero di "Preacher", visto di peggio in vita mia...
Con “Preacher” ho terminato, di certo non ho terminato di tornare sistematicamente a rileggermelo, posso assicurarvi che al pari del vino buono, con il tempo migliora, cose che capitano con le buone storie, figuriamoci con i capolavori del fumetto.

Hasta Luego, pellegrini.


2 commenti:

  1. È stata una bella cavalcata e mi hai fatto conoscere un grande personaggio: mitico ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi sono divertito a ripercorrere una serie mitica, e mi fa piacere che ti sia piaciuto, a questo punto posso dirti solo: Buona lettura ;-) Cheers!

      Elimina