giovedì 19 novembre 2015

Straight Outta Compton (2015): Straight Outta Biopic


Sono nato e cresciuto nella provincia di uno strambo Paese a forma di scarpa, da ragazzetto negli psichedelici anni ’90, ho visto tutti i miei amici appassionarsi all’Hip-Hop, andare alla caccia dei dischi giusti, fondare delle crew con acronimi al posto del nome tipo C.P.T. oppure T.B.D., ma anche F.Y.I. penso mancasse solo N.B.A. ed F.B.I poi li ho sentiti tutti…

Eppure non ho mai ascoltato Rap o Hip-Hop, almeno non di mia spontanea volontà, grazie agli amici mi sono fatto una cultura generale di tutti gli artisti più rappresentativi, ma non mi sono mai appassionato al genere per una semplice ragione: sono sempre stato un ragazzo bianco incazzato che ascoltava musica per ragazzi bianchi incazzati, i miei amici potevano ascoltare cosa volevano, l’importante era che si presentassero sempre in numero pari al campetto per giocare a Basket. Dove stavo io c’era tutta la nebbia che a Compton non hanno mai visto, ma il sottofondo musicale portato dai miei amici era più o meno lo stesso.

Da ignorante del Rap ho deciso comunque di guardarmi “Straight Outta Compton”, quando ho scoperto che era diretto da F. Gary Gray, ho dovuto ingoiare il rospo, il buon F. Gary Gray Grey Gay Wey non è propriamente tra i miei preferiti, tre le cinquanta sfumature di grigio della sua filmografia ci sono diverse macchine di zozzo, tipo l’inguardabile remake di “The Italian Job”, il moscissimo e patinato “Be Cool” e il criptofascista “Giustizia privata”… No sul serio, Mr. Gray è un mestierante al limite del mercenariato e non ho mai ascoltato gli N.W.A. in vita mia, perché dovrei vedere “Straight Outta Compton”? Non lo so, ma dopo le 2 ore e 20 del film, posso dire che mi è abbastanza piaciuto. Strano, ma vero.


"Prova a dire che non ti è piaciuto? Provaci dai! Prova a dire che non ti è piaciuto il nostro film!".
Di biopic ispirate ai cantanti ne abbiamo viste molte in questi anni, l’unica differenza di “Straight Outta Compton” a mio avviso sono i protagonisti, non la solita leggenda delle musica passata a miglior vista, ma musicisti ancora (quasi) tutti in vita, il resto lo fa la musica degli N.W.A. siamo decisamente lontani dai vari “Walk the line” (sulla vita di Johnny Cash) o “Nowhere Boy” (gli esordi di John Lennon).

Il film è stato prodotto dalla vedova di Eazy-E, Tomica Woods-Wright (quando si tratta di nomi di afroamericani, non cercateli sul calendario, potreste non trovare Sant. Tomica…), dallo stesso Dr. Dee e da Ice Cube. Il primo anche un ignorante come me lo conosce come lo storico DJ e produttore che ha lanciato praticamente tutti, ultimi Eminem e 50 Cent, il secondo, per me è più famoso per i suoi millecinquecento ruoli da attore, dal mitico “Boyz n the Hood” (filmone!), passando per “xXx 2” fino alla parte di Desolazione Williams in “Fantasmi da Marte” di John Carpenter (filmone! Secondo estratto!).


"Vi presento mio figlio, Cubettino Jr.".
John Singleton sarebbe stata la scelta ideale alla regia, dal 2011 era in trattative con Dr. Dre, ma alla fine è stato scalzato da (Mr.) F. Gary Gray, che aveva già diretto sia Dre che Ice Cube in due film e in svariati video musicali… Lasciatemi l’icona aperta su Singleton che ripasso.

La prima cosa che mi ha colpito è la straordinaria somiglianza tra gli attori selezionati e le loro controparti (escluso Corey Hawkins che non somiglia per nulla a Dr. Dre), il più clamoroso di tutti è l’attore scelto per interpretare Ice Cube, ma la spiegazione è arrivata quasi subito: si tratta di O'Shea Jackson Jr., ovvero il figlio di Ice Cube. Direi che non c’è bisogno di un test del DNA, i due sono davvero identici.

Ne parlavo scrivendo di Black Mass: non credo che la somiglianza con i personaggi reali sia una condizione non negoziabile per un film ispirato a persone e fatti reali. Posso utilizzare questo trampolino di lancio per riassumere quello che secondo è IL problema di “Straight Outta Compton”, ovvero: esclusa la cazzina dei suoi protagonisti, alla fine è un film che porta in scena tutte le cose che NON si dovrebbero mai fare in una biopic.


Colleziona le figurine Panini degli NWA!
Per prima cosa idealizza i protagonisti, Dr. Dre ha sempre in mano una bottiglia, ma non si parla del fatto che avesse serissimi problemi di alcolismo, in molti passaggi il personaggio sembra un santo, la moglie lo cazzia perché non passa tempo in famiglia, mentre lui si sta facendo in quattro per produrre il disco di lancio degli N.W.A. e lo vediamo anche riportare all’ordine i “colleghi” della Death Row Records, colpevoli di stare facendo troppo casini. Ci manca solo la scena in cui aiuta le vecchiette ad attraversare la strada e un dialogo in cui spiega che l’aureola sta per arrivargli per posta, poi il santino è completo.

Stessa cosa per Eazy-E, non vi rivelerò nulla sulla trama, per chi come me fosse a secco della storia degli N.W.A., però la parola “Santino” tornerà utile parlando di alcuni passaggi della (smarmellata) regia di F. Gary Gray utilizzata per tratteggiare il personaggio.

Il film riesce, a mio avviso bene, a riassumere quasi vent’anni di storia del gruppo in due ore e qualcosa, il problema è che spesso apre delle sottotrame, tutte rigorosamente tratte da eventi realmente accaduti (il manager del gruppo Jerry, che convince Eazy-E a non ammazzare Suge Knight ad esempio) che, però, non si concludono mai davvero, si capisce come si sono svolti gli eventi, ma il film sembra procedere più che altro per accumulazione.

Tutta la faccenda delle rivolte raziali di Los Angeles, dopo l’omicidio di Rodney King resta sulla sfondo, anche se F. (G.H.I.L.M.N.O.) Gary Gray ci regala una patinatissima inquadratura sui fazzoletti, uno rosso e uno blu legati insieme sbandierati in faccia alla violenta polizia di LA. Un METAFORONE che per il pubblico americano è facile da comprendere, ma qui da noi in uno strambo Paese a forma di scarpa, non so quanta parte di pubblico possa cogliere il riferimento ai Crips e ai Bloods.


A questo punto di solito parte la sigla di "Bad Boys" e qualcuno finisce in manette... Quando va bene.
“Straight Outta Compton” è stato presentato al Comi-Con di San Diego e a tratti sembra davvero un film solo per appassionati, ci sono anche un paio di comparsate (davvero gratuite) che sono puro fan service, è impossibile per gli appassionati di Hip-Hop in sala non esaltarsi all’entrata in scena dei sosia di Snoop Dogg e Tupac, ma di fatto la loro presenza non è tanto differente dalla scena post-credit di qualunque film Marvel o alle mille mila strizzate d’occhio di Jurassic World.

Allora come mai il film si lascia guardare? Perché tutto sommato piazza alcune scene che rendono onore all’acronimo del gruppo (per raggirare la traduzione della pessima parola con la N che fa arrabbiare Spike Lee, diciamo “Uomini di colore con la cazzima”). La scena di apertura è notevole, così come il concerto di Detroit, in cui il pezzo “Fuck the police” lascia davvero il segno.


Questo è il momento in cui chi conosce i pezzi originali va fuori di melone...
Il cast fa un ottimo lavoro, da segnalare il solito Paul Giamatti, nella parte di Jerry, Giamatti è un talento micidiale, ha fatto il caratterista per anni e ultimamente sembra ritornato alle sue origini, considerando che ormai laggiù nel Bosco di Holly i caratteristi non si utilizzano quasi più (meglio piazzare mille nomi di Divi in locandina), Paul è roba davvero rara.

Come tutte le biopic “Straight Outta Compton” risulta uno di quei film in grado di compensare le lacune del grande pubblico, se prima di guardare la pellicola non sapevi nulla della N.W.A. a fine visione saprai tutto quello che c’è da sapere. Malgrado le due ore di durata il film non annoia, soffermandosi a guardarlo nel dettaglio è pieno di difetti, ma ad un'occhiata generale meno attenta, ha tutto per piacere al grande pubblico, o almeno, a quello degli appassionati, infatti negli Stati Uniti di Yankeelandia questo film è stato visto da TUTTI (due volte!) qui da noi… Diciamo “For fans only”.
Capisco che sia stato un film fatto da (e tra) amici, forse come autocelebrazione (togliete pure il forse), quello che trovo incredibile è che Ice Cube e Dr.Dre (i produttori non i personaggi) abbiano alzato così tanto il piede dall’acceleratore della cazzima: per un Rapper la fama di cattivo è (quasi) tutto, forse sarebbe stato meglio mostrarsi come erano davvero, per questo, però, avrebbero avuto bisogno di John Singleton (così chiudo l’icona lasciata aperta lassù) uno che queste cose le sa dirigere e mi viene anche da dire che Singleton avrebbe avuto bisogno degli N.W.A. per far alzare nuovamente la pressione sanguigna della sua filmografia…


To live and die in LA, it's the place to be...
Malgrado gli evidenti difetti il film si lascia tutto sommato guardare, continuo a considerarmi troppo bianco per il Gangsta Rap, se proprio volete cercare di comprarmi, sarebbe ora di inizia a sfornare un po’ di Biopic sui giocatori di Basket, visti i trascorsi di certe leggende ci sarebbe da divertirsi, oh! Prima o poi i cantanti su cui fare biografie finiranno, no?

6 commenti:

  1. Mi incuriosisce.
    Ma quindi hanno deciso di fare un film visto che la colonna sonora ce l'avevano pronta da quasi 30 anni?

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    1. Eh eh in pratica è così, anzi potremmo arrivare a pensare che Ice Cube abbia messo al mondo un figlio identico a lui, solo per affidargli il ruolo di se stesso nel film che parla della sua vita ;-) Anche se non capisco una ceppa di Gangsta Rap, ma ho voluto vederlo proprio perché mi incuriosiva. Cheers!

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  2. Ignoravo l'esistenza del gruppo ma conosco i nomi.
    Di solito i rapper integrano gli stipenri discografici con qualche film: credo che Ice Cube usi i soldi dei dieci milioni di film interpretati per autoprodursi i suoi dischi! :-D Scherzi s parte, ultimamente l'ho adorato nel film "21 Jump Street" e relativo seguito: più esagera più è convincente!
    Sulle apologie dei cantanti americani c'è da tapparsi il naso. Anni fa arrivò in Italia il film televisivo su Jimi Hendrix dove si diceva che era pulito come un bambino (mai prese droghe in vita mia!) e a un certo punto non c'è più. Ma è morto? Il film non lo dice...

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    1. 21 e 22 Jump Street erano bellissimi, Ice Cube mi ha fatto spanciare in quei due film ;-) Me lo ricordo quell film, che poi dico, la famiglia di Hendrix ha lucrato su di lui per decenni, hanno fatto spostare il suo corpo solo per vendersi i pezzi della tomba originale (Storia vera), poi esce il film, e lo dipingono come un santo, assurdo. Per il resto hai ragione, le carriere da attori sono un entrata extra ;-) Cheers!

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  3. Mi aspettavo qualcosa di autoreferenziale. Invece ne è valsa la pena vederlo!

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    1. Alla fine mi sono tolto la curiosità di vederlo, con un filo di buonismo in meno avrei gradito di più però almeno ora so qualcosa sugli NWA ;-) Cheers!

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