lunedì 16 novembre 2015

Crimson Peak (2015): Gotico Messicano


Non credo nella scaramanzia, però prima di ogni partita di Basket indossavo sempre gli stessi calzini, ok non proprio gli stessi e poi comunque li lavavo tra una partita e l’altra, eh!

Penso che la scaramanzia sia più che altro un'abitudine, non si può certo dare la colpa ad un innocente gatto nero se perdiamo il bus alla mattina, no? Quindi, essere scaramantici è un'abitudine che non costa molto, nemmeno in termini di fatica, se c’è una scala, io non ci passo sotto. Ora, al pari del gatto nero di cui sopra, io non credo che Mia Wasikowska (da qui in poi Mia come-mi-viene, perché questi cognomi polacchi mi mandano ai pazzi) porti sfiga, però è sempre nella zona delle operazioni quando qualche regista molto riconoscibile sbaglia qualche mossa. L’unico errore commesso da Guillermo del Toro in “Crimson Peak” è stato quello di non essere stato scaramantico, per questa volta ha deciso di lasciare a casa il suo portafortuna di 1.85, ovvero Ron Perlman. A parte questo ha fatto quasi tutto giusto.

Ho una stima infinita per Guillermo del Toro, è senza ombra di dubbio uno dei miei registi preferiti, il Messicano ha la sinistra tendenza a riuscire sempre a fare film su cose che mi piacciono un sacco, ha firmato il più bel capitolo di “Blade” (il secondo), fa storie pescando dal folklore e dalla tradizione (La spina del Diavolo e Il labirinto del Fauno), la sua idea di film commerciale è prendere dei Robot giganti e farli fare a pugni con dei Kaiju, parola per i fan del genere che è stata sdoganata da quella bomba di “Pacific Rim”, quando gli chiedono di fare un film tratto da fumetto, lui snobba i più celebri eroi in calzamaglia e punta dritto sul diavolone di Mike Mignola, ovvero Hellboy.


"Ho cambiato il campanello di casa, vi piace?".
Per “Crimson Peak” Guillermone centra nuovamente un argomento che mi sta a cuore, le storie gotiche di fantasmi, malgrado alcuni difetti, quasi tutti legati alla sceneggiatura secondo me, di cui proverò a parlare, resta un film che dovrebbero vedere tutti, più le storie di Del Toro si assottigliano, più il suo talento visivo straborda. Il risultato è un film bello, ma proprio bello, una vera gioia per gli occhi, garantito al limone!

Edith Cushing (Mia Wikipedia) è un'aspirante scrittrice di storie di fantasmi, anche se il suo editore preferirebbe vederla cimentarsi con storie romantiche. Suo padre Carter Cushing (Jim Beaver) si è arricchito negli anni con il frutto del suo lavoro, un giorno arriva in città il fascinoso Sir Thomas Sharpe (Tom Hiddleston) in cerca di finanziamenti per la sua rivoluzionaria macchina per l’estrazione dell’argilla, riceve un bel due di picche da Mr. Cushing, ma fa breccia nel cuore della giovane Edith. Malgrado l’ingombrante presenza della sorella dell’uomo Lady Lucille Sharpe (Jessica Chastain) e dell’amico di infanzia di Edith, il Dott. Alan McMichael (Charlie Hunnam, che purtroppo non fa la sua camminata da tamarro questa volta…). Tra visioni di fantasmi (scarlatti), gli eventi porteranno tutti i personaggi sul palcoscenico ideale per questo dramma gotico: la villa degli Sharpe, Allerdale Hall soprannominata proprio “Crimson Peak”.

L’ultima fatica di Guillermone nostro è palesemente divisa in due parti, nella pancia del primo tempo possiamo trovare un po’ delle cime tempestose di Emily Brontë. Ma il film è talmente pieno di riferimenti ad altre pellicole e romanzi che avrò bisogno di almeno un'altra visione per provare a coglierli tutti. Ad esempio, ho amato moltissimo il fatto che i protagonisti paragonino loro stessi ad alcuni autori di romanzi, Edith dichiara che vorrebbe essere come Mary Shelley (…vedova), mentre il Dott. Alan McMichael appassionato dei racconti di Sir. Arthur Conan Doyle passerà una buona porzione del film a fare lo Sherlock Holmes della situazione.


"Woh-Oh Charlie! Hanno messo il buffet!".
Questo ideale primo tempo sfoggia una bellissima fotografia rugginosa, perfino le dissolvenze utilizzate da Guillermo del Toro sono volutamente retrò, il film piazza una (efficacissima) scena di fantasmi subito e per vedere la seconda è necessario aspettare circa 45 minuti, tutto questo so che verrà criticato da qualcuno, ma a mio avviso il modo in cui del Toro trasforma questa specie di “Jane Eyre” in “Rebecca – La prima moglie” di Alfred Hitchcock (ma con molti più fantasmi) è fantastico.

Questo primo tempo sembra una lunga introduzione dei personaggi, la cosa che ho amato molto è il fatto che se nella storia assistiamo quasi esclusivamente a dialoghi tra i protagonisti, del Toro mantiene sempre in movimento la macchina da presa, anche di poco, ma la sensazione come spettatore è quella di stare camminando attorno ai personaggi mentre sono intenti a parlare. L’apice di tutta questa gioia visiva è la scena di ballo tra Edith e Sir Thomas, sono pronto a mangiarmi il cappello se dovessi scoprire che Guillermo non è andato a rivedersi dieci volte la scena del valzer de “Il Gattopardo” di Luchino Visconti prima di girarla.


"Tranquilla ho fatto due anni di latino americano e sono campione di Limbo".
Il secondo atto del film inizia con l’arrivo ad Allerdale Hall, qui la fotografia cambia, tornano i colori un po’ come succedeva ne “Il mago di Oz”, quello originale del ’39, la nostra Edith da qui in poi, non è decisamente più nel Kansas…

Qui calo la maschera, c’è una cosa che non ho amato di questo film, la stessa che a parer mio ne affosserà il giudizio presso il grande pubblico, ovvero il fatto che la trama non è del tutto imprevedibile, che di suo non sarebbe nemmeno un grosso problema, ma proprio il fatto che tutto quello che succede a Edith una volta raggiunta la villa, fa sembrare il personaggio la bionda svampita degli Horror, vado a spiegare.


Benvenuti a Xanadu.... Ah no scusate volevo dire Allerdale Hall.
All’inizio il personaggio di Mia Wasabi ci viene presentata come una donna sveglia e brillante, una capace di capire tutti di Sir. Thomas solo guardando i suoi vestiti o le sue scarpe, arrivata ad Allerdale Hall pare una con il cranio ripieno di argilla. Benedetta figliola, se in due momenti distinti della tua vita, dei fantasmi vengono a farti visita nemmeno fossero gli spettri di “A Christmas Carol” per dirti le testuali parole: “Attenta a Crimson Peak", vorresti per cortesia stare attenta davvero?

Non so se è per via delle farfalle nella pancia (e nella casa) o per chissà quale altro motivo, Edith non riesce a fare due più due nemmeno di fronte ai misteri più semplici, non andrò nel dettaglio per non rovinare la visione a nessuno, ma se incominci di punto in bianco a sputare sangue, qualche sospetto ti potrebbe pure balzare alla mente, no? Ad un certo punto del film, mi sono ritrovato a pensare che il cagnetto della protagonista fosse più sveglio della sua padrona, d’altra parte quando ci sono i guai scappa ed uno dei misteri più grossi della magione, viene svelato proprio rincorrendo il cane…


"Non sei svampita mia cara biondina, è che ti scrivono così".
Secondo me è un peccato, perché questa parte si espone a critiche, questi difetti saranno più visibili agli occhi del pubblico rispetto ai tantissimi veri pregi del film, ma prima di parlarne vorrei dire due cose sul cast, che in un film così orientato ai personaggi, diventa anche più fondamentale del solito.

Mia Walkie-Talkie ha la sfiga di essere ricordata come “Quella di Alice in Wonderland” (Puah!), con quel suo aspetto pallido ed esile è perfetta per prendere parte a TUTTI i film in costume, sembra sempre che da un momento all’altro debba gettare la testa indietro, portarsi il dorso della mano alla fronte e dire “Ah! La peste!”. A mio avviso sarebbe anche ora di ricordare Mia Waterloo come “Quella di Maps of the stars” o ancora meglio “Quella di Crimson Peak”, personalmente l’ho trovata perfetta e vorrei io per primo provare a non associarla a quel filmastro pessimo dell’Ei Fu Tim Burton.


Mia Wampum alle prese con la classica posa da eroe della Hammer, appesa ad un candelabro.
Tom Hiddleston si ritrova nuovamente nei panni di un affascinante “cunta bale”, se improvvisamente arrivasse Hulk a tirargli un pugno dicendo “Un Dio gracile” (Cit.) forse in pochi si sarebbero stupiti. Hiddleston è una calamita per il pubblico, garantisce l’incasso del film con la sola presenza, affidargli un altro ruolo così simile a quello per cui è famoso sembra una direttiva di scuderia della major pagante, sarebbe stato rivoluzionario invertirlo di ruolo con Charlie Hunnam, ma alla fine sono i fatti che parlano, Tom Hiddleston si mangia lo schermo e funziona alla grande, però se passa di qui Hulk glielo spiegate voi che non è Loki ok?

Mi ha fatto piacere rivedere Charlie Hunnam dopo la fine di “Sons of Anarchy”, spero di vederlo in tutti i prossimi film di Guillermone (magari insieme a Ron Perlman), l’ho trovato molto bravo, ha la sfiga di essere un po’ troppo figo per passare per l’amico di infanzia rifiutato o il brillante investigatore, sempre senza rivelare nulla della trama, ad un certo punto il biondo prende e parte alla carica, ho seriamente pensato di vederlo infilarsi il gilet di SAMCRO prima di farlo.

Ah, a proposito di attori feticcio di Del Toro: Burn Gorman (Torchwood, Pacific Rim, Game of Thrones) fa capolino anche qui e sono sicuro che avete riconosciuto Doug Jones malgrado l’ottimo make-up, quelle ditone chilometriche si riconosco da un miglio di distanza. Di Notte. Con la nebbia.


Cinque dita di paura...
Seconda classificata nei migliori attori di questo film, indubbiamente Jessica Chastain, personalmente ritengo la rossa una forza della natura, sembra sempre una che non sta recitando, che per un attore è il complimento massimo, qui tra tutto il cast, è quella che forse ha interpretato meglio la natura drammatica della storia, un racconto che richiede una recitazione sopra le righe (lasciatemi l’icona aperta che ripasso…), se devo trovare un'altra prova così naturale, in cui è palese che la stessa Chastain si sia divertita, devo citare il suo ruolo in “La Madre” che, pensa un po’, era prodotto proprio da Guillermo del Toro. Non scomodate l’investigatopo Charlie Hunnam, qui due indizi fanno decisamente una prova.

Il mio personaggio preferito del film? Non ho un singolo dubbio, vince a mani basse Allerdale Hall e non venite a dirmi che è solo una location, qui Guillermo del Toro dà tutto il suo meglio, questo maniero gotico ci viene mostrato come un personaggio, sanguina per via dell’argilla sotto le sue fondamenta, comunica i suoi attraverso la comparsa di fantasmi anche loro rosso cremisi (per altro realizzati alla grande!), ma soprattutto parla: quando Edith arriva ad Allerdale Hall, la casa risponde con scricchiolii che sembrano un saluto. Del Toro sa sempre cavare il sangue da tutti i reparti tecnici, ma se pensavo che “Pacific Rim” fosse straordinario, probabilmente le scenografie di “Crimson Peak” sono anche migliori, vedere per credere.


Vendesi villa, ottima per i week end in famiglia, ampi saloni e riposo eterno. 
Colgo l’occasione anche per dire la mia sulla critica che sento (troppo) spesso e che trovo senza senso “Pacific Rim, ma ha una trama che fa ridere”, non entro nel merito di prendetene una trama complessa in un Kaiju Movie, quello che voglio dire vale anche per “Crimson Peak”, insieme al suo direttore della fotografia Dan Laustsen (lo stesso di “Mimic”) del Toro fa un uso espressivo del colore, lo utilizza per compensare il non detto della storia, nel suo film precedente Raleigh vestiva i toni del verde, mentre Mako era caratterizzata dall’utilizzo del colore blu, provate a guardare che colore viene fuori quando si interconnettono nel momento del Drop.

Qui Guillermo fa la stessa cosa, sempre senza rivelare nulla della trama, sappiate che ci sono due personaggi con un forte legame, ad inizio film sfoggiano colori opposti (nero e rosso nello specifico), nel finale adottano tonalità nere. Il colpo di genio del Toro lo piazza con il personaggio di Mia Windsurf, la prima volta che la vediamo da bambina ha i capelli rossi, mentre Allerdale Hall è costantemente ricoperta dal bianco della neve, con il passare dei minuti pare quasi che Edith scolorisca, assumendo un look che deve molto alla bambina di “Operazione paura” di Mario Bava, nel finale Edith ha il vestito, la carnagione e il colore dei capelli candido come la neve, mentre la magione sanguina il rosso dell’argilla. Un modo quasi subliminale di suggerire l’avvenuta “Drop” tra i due personaggi.


These colors don't run...
Ho sentito tanti aspettarsi da “Crimson Peak” una specie di “Il labirinto del fauno versione 2.0” a mio avviso, invece, il film più somigliante è “La spina del diavolo” il monologo di Edith che fa da prologo al film ricorda molto il finale di “El espinazo del diablo” potrebbe quasi essere il famigerato terzo capitolo della trilogia.

Ma la verità secondo me è un'altra e con questo chiudo commento e icona lasciata aperta lassù, “Crimson Peak” per essere apprezzato in pieno va guardato come se fosse un film muto, questo spiega la recitazione esasperata e un po’ sopra le righe degli attori, tipica dei film muti. Un po’ come per la versione in bianco e nero di “The Mist” che sottolineava la natura del film da Drive-In di Frank Darabont, “Crimson Peak” andrebbe guardato senza audio, magari con un bel grammofono sghembo in sala a far suonare una musichina vintage. Per il futuro spero che Guillermo sforni film con sceneggiature impeccabili, perché dal punto di vista visivo impeccabile lo è ogni volta, lasciatevi conquistare da quell’uso espressivo del colore e da un regista capace di fare un gran bel film muto nell’anno di grazie 2015.

Quando gli lasceranno fare tutti i film che vuole, tipo il sequel di “Pacific Rim”, quello su Frankenstein che ogni tanto minaccia, ma soprattutto, se potesse finalmente mettere le sue ditone cicciotte su “Alle montagne della follia” di H.P. Lovecraft, magari non vivremmo in un mondo migliore, ma vedremmo tutti del Cinema migliore, poco ma sicuro.

23 commenti:

  1. Non sto nella pelle,adoro Del Toro e Hiddleston in costume(e rigorosamente NON doppiato) mi basterebbe già XD
    Mia Wacciuari mi stà un pò sui cosi,ma tant'è.

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    1. Sto facendo pace con Mia, per il resto, penso che il modo migliore per godersi questo film sia senza audio, fammi sapere come lo hai trovato dopo la visione ;-) Cheers!

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  2. Piaciuto molto, Hiddleston a parte.
    Ma poi io, in queste atmosfere, ci sguazzo alla grande. :)

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    1. Anche a me è piaciuto molto, Hiddleston fa di nuovo Loki.... Lo sa fare quel ruolo, lo ha dimostrato ;-) Per il resto questa atmosfere calamitano anche me, Del Toro sa come migliorarle ;-) Cheers!

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  3. Contesso di conoscere pochissimo l'opera del Guillermone, solo di nome. Di sicuro concordo che Blade 2 è il migliore della trilogia, e di tanto, ma sospendo il giudizio su tutto il resto: mi limito a fidarmi della Bara Volante ^_^

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    1. Ti ringrazio per la fiducia, "Pacific Rim" ti farebbe impazzire penso ;-) Per me Guillermone è uno dei beniamini, mi manca solo "Mimic" ma nella versione "Director's cut", anche se lo avevo apprezzato (abbastanza) anche in quella uscita nei cinema ;-) Cheers!

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  4. Mi ispirava, ma molti ne avevan detto piuttosto male. Tu dici pregi e difetti, potrebbe diventare oggetto di recupero :)

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    1. Ti consiglio caldamente di recuperarlo, ha dei difetti vero, ma un film bello come questo nel 2015 mancava, bello, proprio bello esteticamente ;-) Cheers!

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    2. non mancherò! Colla mia solita lentezza... ;)

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    3. Ci mancherebbe mica ci corre dietro nessuno. Tranne quell'uomo vestito di nero laggiù. Ma non ci sta mica seguendo. Almeno credo. Aaaarrrghhh salvati almeno tuuuu aaaarrrggghhh ;-) Cheers!

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  5. Insomma che ti ha fatto quella poveraccia della Wasikowska?
    Sarà che avendo avuto una fidanzata polacca non ho particolari problemi con i loro cognomi, ma a me non dispiace...certo ha sempre la stessa medesima espressione ovunque, però dai non è così negativa.
    Diciamo che gli altri attori sono molto meglio, perfino Hiddleston stavolta....;)

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    1. Niente, mi ricorda il giorno in cui ho smesso di amare Burton e non riesco a pronunciare il suo cognome, per il resto sto facendo pace con lei, anche se avevo iniziato con l'ultimo Cronenberg ;-) Gli attori sono tutti o al limite (come Charlie) o azzeccati come Hiddleston, però secondo me funzionano tutti in questo contesto ;-) Cheers!

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  6. Non impazzisco per il genere, quindi ho bypassato in scioltezza, però, per curiosità sono andata a vedere su google che faccia avesse Charlie Hunnam. E niente.
    Adesso lo so.
    Tanta roba. Ma tanta proprio.
    (e dopo questo commento da ninfomane geriatrica posso anche andaremene!)

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    1. Eh eh, innegabile che sia un bel ragazzo, ed è pure bravo incredibile ma vero, in "Sons of anarchy" si mangia lo schermo, ora hai un motivo per vedere questo film ;-) Cheers!

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  7. Mi è piaciuto! :D
    Credo che tu abbia ragione: oltre al problema della prevedibilità (che comunque non è da sottovalutare) della trama, colpisce l'involuzione del personaggio di Edith, che brilla molto nella prima parte, salvo poi trasformarsi in qualcosa di molto, molto noioso a causa dell'amore! XD
    Anyway, sono felicissima di essermi trascinata al cinema, e lo comprerò sicuramente anche in bluray, perché voglio rivederlo! ;D

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    1. Hai detto bene, involuzione del personaggio, diamo la colpa all'amore ;-) Anche a me è piaciuto e comprerò il raggi-blu di sicuro, anche solo per godermi il mille mila contenuti speciali con Guillermone, con il suo accento mattissimo che ci racconta tutti i dettagli ;-) Cheers!

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  8. Mi dispiace di non esser riuscito a vederlo al cinema...
    Pazienza, aspetterò...

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    1. Questo al cinema meritava, non ti perdere l'uscita home video ;-) Cheers!

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  9. Da amante del gotico e di Del Toro, devo assolutamente recuperare questo film.

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    1. Assolutamente si, te lo consiglio caldamente ;-) Cheers!

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  10. Un film meraviglioso, lo vidi in una sala praticamente vuota (se non ero da solo c'era forse uno o due dei fantasmi cremisi del film) e me lo sono goduto dall'inizio alla fine. Unico neo la trama fin troppo "derivata", ma che però si fa da parte per lasciare spazio allo splendore visivo del film. Chi ama il genere gotico non può non amare "Crimson Peak", se non gli paice, non sa nemmeno cosa sia un racconto gotico, quindi Walpole e questa pellicola potrebbero essere comunque due punti di partenza.

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    1. Lo reputo riuscito a metà, la scenografia per quanto bellissima è troppo funzionale al racconto e non aiuta la poca sceneggiatura con cui è stato scritto. Prendi per esempio Picnic ad Hanging Rock, anche lì ci si basa moltissimo sull'evocatività dell'ambientazione, che però viene usata come pathos per un preciso climax. Qui invece è solo estetica e nulla di più.

      Resta un film vendibile per me, ma se cerco un gotico molto più riuscito penso che "Los otros" di Amenabar sia più evocativo nella sua semplicità che nei mille trucchi di Crimson Peak.

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    2. Lo penso anche io, qui è iniziata la fase di del Toro super estetica, ma involuto come narratore. Cheers!

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