sabato 5 settembre 2015

Black Science: This is just a Punk Rock Comic-book


Ho trovato un altro serio candidato a miglior fumetto del 2015.

La fantascienza per prima cosa dovrebbe sorprendere, dovrebbe farti esplodere nel cervello un bomba con su scritto “Effetto meraviglia”, provocandoti uno tsunami tra le annoiate sinapsi. “Black Science” fa proprio questo, senza inventarsi davvero nulla, anzi, con un stile grezzo, ma potente, quasi Punk Rock.

La storia alla base è molto semplice: uno scienziato (e padre) di nome Grant McKay fa l’invenzione della vita, una macchina che permette di viaggiare nei mondi paralleli, che dopo una breve spiegazione scopriamo essere tendenti a più infinito, perché ogni decisione, genera una nuova realtà parallela, quindi pensare di poter contare le opzioni possibili, è come cercare di fermare le onde del mare.

Con i due figli parte (per errore) nel viaggio inaugurale, naturalmente va tutto male e la famiglia resta incastrata cercando la via di casa tra milioni di miliardi di possibilità. Ogni nuovo mondo, però, è più pericoloso del precedente e il tempo di attesa tra un “salto” e l’altro pare diventare sempre più lungo. Scegliete di che morte volete morire, volete tentare di salvarvi dal mondo delle creature anfibie tipo mostro della laguna (il fumetto si apre qui, con il protagonista già in fuga a perdifiato…), oppure gli Indiani futuristici in lotta con i soldati Tedeschi in un'improbabile rivisitazione della Prima Guerra Mondiale? Oppure preferite fare una sosta su un mondo che sembra la Mos Eisley di “Guerre Stellari”?


"Totò, ho l'impressione che non siamo più nel Kansas".
In una fantascienza che sembra spesso troppo uguale a se stessa, Rick Remember entra a gamba tesa sul genere, sfornando un fumetto dal ritmo indiavolato che unisce la famiglia dispersa di “Lost in Space” (ma senza l’innocenza e le trovate naif) ai romanzetti Pulp e di fantascienza più classici.

Ma la chiave di volta vera sta nel suo protagonista, che il nostro Riccardo Ricorda tratteggia con davvero poco, in sostanza gli basta un flashback in cui ci mostra il giovane Grant McKay all’università, con addosso una t-shirt dei Dirty Rotten Imbecils e i tatuaggi in bella mostra.

Scordatevi quel precisino di Reed Richards o il Professor John Robinson, Grant è uno sbroccato insofferente nei confronti delle regole, dell’autorità e della società civile, è uno scienziato che crede solo all'anarchia e alla validità del metodo empirico, debole alle tentazioni, farcito di inchiostro sulla pelle e intinto nelle contraddizioni, tipo il fatto di fare quadrato intorno alla sua famiglia, quando è abbastanza chiaro che la paternità per lui non sia stata tutta questa grande idea, in pratica un Punk esattamente come il suo creatore.


Non proprio il normale risveglio del vostro classico topo di laboratorio...
Tra le serie mainstream pubblicate dalla Marvel, uno dei pochi nomi davvero in grado di sorprendere è stato proprio il nostro Riccardo Ricorda, l’unico che in coppia con John Romita Jr. è riuscito a rendere interessante una storia su Capitan America, che guarda caso doveva molto alla fantascienza classica (“Perduto nella dimensione Z”), ma è anche lo stesso a cui hanno affidato l’idea (diciamocelo, balordissima) di trasformare il Punitore Frank Castle in una specie di versione zombie, dal nome di Franken-Castle (storia vera!). Quando qualunque scrittore sarebbe andato sotto tra le risate generali del pubblico, Rick Remember ha zittito tutti… Franken-Castle era un bel ciclo di storie, incredibile, ma vero.

Questo talento di scrittura e questa furia creativa si avverte tutta in “Black Science”, vi basterà fare la conta di personaggi che Remember lascia a terra (morti male) sul campo, per un fumetto che non punta alla raffinatezza, ma che si legge tutto di un fiato e che ha un ritmo invidiabile, veramente degno di un pezzo dei D.R.I.


Indiani corazzati? Jeep che esplodono? Ah non può essere vero, io chiamo la polizia..
Continuando sul parallelismo musicale, a completare la band, troviamo il nostro Matteo Scalera alle matite e il colorista Dean White, insieme la coppia sforna dei disegni favolosi, per creare un mondo alieno che manda in tilt le sinapsi del tuo cervello, ci vogliono i tratti e i colori giusti, questi due non sbagliano un colpo e Sclaera, in particolare, riesce ad essere dettagliato, ma diretto (direi grezzo, ma nel senso migliore del termine) per rendere al meglio la prosa di Remember.

Se cercate la fantascienza classica impostata e un po’ imbalsamata, lasciate proprio perdere “Black Science”, ma se da un fumetto volete una storia che spinge al massimo le potenzialità del genere e che ti esplode letteralmente in faccia ogni volta che volti una pagina, sapete cosa leggere, vuoi mettere la soddisfazione che ti dà il Punk? Dai non scherziamo…

8 commenti:

  1. Proprio ieri lo stringevo tra le mani, chiedendomi se approfittare degli sconti Bao... cosa che probabilmente finirò per fare!

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    1. Approfitta pure, è una gran lettura, non vedo l'ora esca il secondo volume ;-) Anche io ho fatto incetta di cose Bao, e non è detto che prima della fine di Settembre non ripassi a prendere ancora qualcosina ;-) Cheers!

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    1. De nada, penso che questo potrebbe piacerti una moderna rivisitazione di "Lost in space" a me ha mandato giù di testa ;-) Cheers!

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    1. Concordo è veramente uno dei nuovi titoli più interessanti in circolazione ;-) Cheers!

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  4. La curiosità me l'hai messa.
    Oggi ho una connessione talmente di pupù che non riesce a collegare le immagini!
    Mi fido sulle parole XD

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    1. Grazie per la fiducia, sappi che i disegni di Matteo Scalera sono fantastici, le mie immagini non gli rendono giustizia ;-) Cheers!

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