sabato 23 maggio 2015

In diretta dal mio comodino: The Walking Dead vol. 22 & Outcast n. 2 (Robert Kirkman Edition!)


Un paio di letture Kirkmaniane che arrivano dritte dalla pila di fumetti sul mio comodino, per voi oggi abbiamo l’ultimo volume di The Walking Dead e il secondo numero di Outcast, buona lettura!

The Walking Dead vol. 22 - Un nuovo inizio



Se l’omonima serie tv zoppica, per fortuna il fumetto originale di Robert Kirkman procede a gonfie vele ed è sempre una delle letture a cui do priorità una volta tornato a casa dalla fumetteria carico di tanti bei fumettini… Oh, che gioia!

“Un nuovo inizio” non è solo il titolo di questo 22esimo volume, ma è davvero una manifestazione di intenti per lo sceneggiatore Robert Kirkman, dopo gli eventi della saga “Guerra Totale” le comunità di Alexandria, Hilltop e il Regno, si sono unite sotto la leadership di Rick Grimes. Lo stratagemma narrativo è tanto abusato quanto efficace, all’inizio di questo volume ritroviamo tutti (o quasi) i protagonisti della serie, ma grazie ad un'ellisse narrativa sono passati parecchi mesi (forse anche un anno) dal volume precedente.

In questo periodo, grazie alla lungimiranza del piano di Rick, le comunità si sono riorganizzate ed è ricominciata la produzione di armi e proiettili. Ma anche la coltivazione va a gonfie vele e i nostri sono esaltati dalla piena funzionalità del mulino, che permetterà lor di mangiare nuovamente il pane, dopo anni di privazione… Per la pizza bisognerà aspettare di trovare un sopravvissuto napoletano, portate pazienza!


No, Rick non è diventato un Black Block, ha le sue motivazioni, credetemi...
In pieno rispetto delle regole dettate dal “Manuale per sopravvivere agli zombie” di Max Brooks, i nostri si sono riorganizzati in una specie di Far West post apocalittico. A differenza della serie tv, hanno preferito armi da taglio e cavalli, ai classici (e rumorosi) revolver e SUV, ma si sa che le controparti televisive di Rick e compagni sono solo una versione imbecille degli originali…

Tutto pesche e crema? Non proprio, perché Rick deve affrontare il più pericoloso dei mali… Le turbe adolescenziali del figlio Carl!
Se non altro Kirkman riesce a tratteggiare padre e figlio in maniera credibile, senza scadere nei soliti clichè e, in particolare, lascia aperta una sottotrama che potrebbe rivelarsi molto interessante in futuro. Non vi rivelerò la sua identità per non rovinarvi la lettura, però sappiate che Carl si confida con un personaggio noto ai lettori della serie…

Ma se i nostri protagonisti sono evoluti (anche nel look) anche le loro storiche nemesi hanno delle novità, sappiate che se come me, siete dei puristi che guardano di cattivo occhio i “Fast Zombie”, beh Kirkman ha in serbo un'evoluzione ancora più inquietante, ma occhio alla penna, perché è l’ennesimo trucco di un narratore che ha saputo traghettare la sua serie oltre il traguardo del numero 100 e che non ha nessuna intenzione di fermarsi. Ci aveva promesso la “Never ending zombie story” e per ora possiamo dire che sta mantenendo la parola data, anche perché il finale del volume 22, ti fa venire voglia di avere già il numero 23 tra le dita.
Mancava qualcuno armato di frecce anche nel fumetto, bisogna ammetterlo.
Tra nuovi personaggi uniti al gruppo e svolte molto interessanti, “The Walking Dead” si conserva una serie da non perdere, anche il disegnatore titolare Charlie Adlard fa il suo lavoro mantenendo il suo tratto solido e aggressivo, ben supportato dalla chine di Stefano Gaudiano. Non sono mai stato un fan di Adlard, però devo dire che ora come ora, non potrei proprio immaginare questa serie senza le sue matite.

Outcast N.2 - Ricordo quando mi amava


Il primo numero (trovate tutto QUI) non mi aveva pienamente convinto, quindi siccome sono un testone, ho deciso di accaparrarmi anche il secondo numero di "Outcast - Il reietto" che ha confermato gli evidenti PRO della serie di Kirkman, ma anche i CONTRO, molti dei quali legati all’edizione italiana della SaldaPress.

Esattamente come il primo numero, anche questo secondo albo si apre con una scena horror molto efficace per introdurre il nuovo caso di possessione che il recalcitrante Kyle Barnes dovrà affrontare.

In questo numero ho apprezzato moltissimo l’approfondimento del personaggio di Padre Anderson, un uomo di Chiesa fuori dagli schemi, con una visione di Dio e della sua religione che stranamente condivido abbastanza e per un Ateo radicale è piuttosto strano.

Come si intuisce dal titolo, Kirkman ci regala qualche (breve) flashback sulla fidanzata di Kyle, ho trovato molto interessante anche il dialogo tra Megan e suo marito riguardo il pestaggio di cui il baffuto poliziotto si è resto protagonista nello scorso numero. Non c’è davvero molto da aggiungere sul talento di Kirkman nello scrivere dialoghi efficaci e nel saper tratteggiare personaggi e dinamiche molto realistiche, il problema è che in questo secondo numero, non succede davvero nulla di significativo, se non fosse per il primo incontro tra Kyle e il misterioso uomo vestito di vero, visto alla fine dell’albo precedente e questo mi rimanda al grande CONTRO di questa serie.

Anche un esorcista, la mattina presto ha i suoi bei problemi ad infilarsi le braghe.
Negli Stati Uniti “Outcast” esce a colori e a cadenza mensile, capisco perché la SaldaPress abbia deciso di cavalcare il formato Bonelliano già utilizzato per le ristampe di “The Walking Dead”. Ma è anche chiaro che Outcast è una storia che rischia di perdere qualcosa se eccessivamente spezzettata e due mesi tra un numero e l’altro mi sembrano francamente troppi. Se mai rileggerò questo fumetto, sarà in un'edizione in volume a colori, che sono sicuro prima o poi la SaldaPress farà uscire, anche perché vantarsi di aver “scolorito” le ottime matite di Paul Azaceta, mi sembra un po’come vantarsi delle righe sulla fiancata della propria auto…

Azaceta fa un lavorone, è bravissimo a ricreare l’atmosfera della storia, oltre ai protagonisti, godetevi i suoi sfondi, spesso nei fumetti i luoghi dove i personaggi agiscono vengono dati un po’troppo per scontati, per fortuna non da Azaceta, il Maryland in cui è ambientato “Outcast” è realistico e velatamente inquietante, come dovrebbero sempre essere le location delle storie horror.

Sono sicuro che sulla lunga distanza “Outcast” dimostrerà il suo valore, ma questo formato scelto dalla SaldaPress mi fa troppo girare le palle, mi prenoto per la ristampa a colori, già i fumetti costano, non vale la pena farsi prendere per il naso in questo modo.

2 commenti:

  1. Eh su Outcast ero già un po' combattuto se continuarlo o meno...direi che mi hai fornito un buon compromesso! Credo anche io che la storia così spezzettata ogni due mesi perda molto mordente...però mi piace talmente tanto come scrive il buon Kirkman che sicuramente mi piacerebbe seguire una ristampa a colori più regolare. Cass posso andare OT e chiederti cosa ne pensi di Invincible? Io ho letto il primo volume e non mi sembra niente male, poi mi hanno detto che migliora molto andando avanti!

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  2. Si anche io lo mollo qui Outcast, anche solo guardano le anteprime americane, i disegni a colori sono molto meglio, preferisco aspettare. "Invincible" non è niente male, lo seguo a spizzichi e bocconi, ma confermo, andando vanti con le storie migliora molto ;-) grazie per il commento! Cheers ;-)

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