mercoledì 22 aprile 2015

Black Sea (2014): …tu eri chiaro e trasparente come me


Io ho dei problemi con Macdonald, a parte il fatto che non condivido molto la sua politica colonialista di esportare un franchising in tutti i Paesi del mondo, inoltre senza fare il purista del cibo, gli Hamburger per cui sono così famosi proprio non mi piacciono, lì guardi in fot… Cosa? Mi avete chiesto di parlare di Macdonald, sto parland… Ah KEVIN Macdonald, ditelo subito no!

Beh, comunque io ho dei problemi anche con Kevin Macdonald, non ho visto “Touching the Void”, mi è piaciuto abbastanza “L'ultimo re di Scozia”, invece non mi sono piaciuti per niente “State of Play” e il pessimo “The Eagle” una cosa tragicomica ad altissimo livello di Broomance, ma di quello della peggior specie…

La cosa che mi ha attirato del suo nuovo film, “Black Sea” (detto Mare Nero), è stata la presenza del buon Giuda Legge, uno che tutto sommato mi è simpatico, ma soprattutto l’ambientazione “sotto sotto il mare”. Anche perché ho una specie di fissazione per le pellicole con i sottomarini, che mi deriva dal classico della mia infanzia “Caccia ad Ottobre Rosso” (una volta di queste dovrei decidermi a commentarlo come si deve…), passando per tanti altri titoli validi: “U-571”, il mitico “Allarme Rosso”, “K19” della mia Katrina Bigelow, ma anche “Operazione sottoveste” dai, l’abbiamo visto tutti 400 volte quel film.
  
Il Capitano Findus Robinson (Giuda Legge) dopo undici anni di servizio e trenta passati in mare, viene licenziato dalla sua compagnia di recupero relitti Agora. Avendo dedicato la vita al lavoro, Robinson ha divorziato e non vede più il figlio da tempo, se non nei vari flashback disseminati lungo il film, lasciatemi l’icona aperta che su questo punto ritorno più avanti…

Un amico lo tira dentro ad un'operazione segreta: sul fondo del Mar Nero, si trova un vecchio U-boot del Terzo Reich, carico di oro Nazista. Con l’aiuto di un finanziatore, Robinson raduna un equipaggio per metà Inglese e metà Russo, formato da quasi tutti veterani rimasti senza lavoro, la ciurma utilizzando uno scassatissimo sommergibile sovietico parte per la difficile missione di recupero.


In the navy! Yes, you can sail the seven seas, In the navy!
Una volta messo in chiaro che esclusa una percentuale, l’oro recuperato sarà diviso in parti uguali tra tutti i marinai, abbiamo già le premesse per un Thriller avventuroso intriso di cinismo. Ovviamente, la ciurma non ci metterà molto a fare due più due, realizzando che meno persone dovranno dividere il bottino, più soldi saranno a disposizione dei sopravvissuti. Certo, prima di recuperare l’oro, bisogna trovate l’U-Boot e portare a casa la pelle…

Il soggetto di base è così valido da poter spaziare tra critiche sociali (la disoccupazione e lo sfruttamento dei lavoratori) e i difficili rapporti umani (i nostri sono attaccati alla “roba” come i Mazzarò della novella di Giovanni Verga). Il problema del film è come combina tutti questi elementi nel tentativo di sfruttarli.
"Il mio.... Tesssssoro!".
Le divisioni sociali tra i marinai sono riassunte nella loro Nazione di appartenenza: da una parte gli Inglesi, dall’altra i Russi. Il separatismo sociale è riassunto anche dalle differenze linguistiche, risolte grazie ad un paio di Russi bilingui. Ma in generale sono i personaggi ad essere piuttosto schematici.

La sceneggiatura di Dennis Kelly è fin troppo didascalica, considerando che Kelly è autore della bella serie tv “Utopia” ci sono rimasto abbastanza male a trovarmi di fronte dei personaggi che sono solo un pretesto per giustificare le svolte della trama.

Il giovane Tobin, il 18enne, prossimo papà che diventa il protetto di Robinson, non è altro che la classica rappresentazione delle ambizioni paterne del personaggio di Giuda Legge. Robinson vorrebbe fare bene con il ragazzo, garantendogli un futuro, per poter espiare il fatto di essere stato un padre assente per suo figlio. Siccome ho lasciato un'icona aperta sulla questione flashback, la riapro adesso.

Kevin Macdonald, sottolinea tutto il tormento del personaggio utilizzando tanti (troppi) stucchevoli flashback, disseminati lungo tutta la pellicola. Un mezzo che già di suo risulta fin troppo espositivo per far arrivare un concetto al pubblico, se poi continui ad utilizzarlo fino alla noia per tutta la durata del film, le cose di certo non migliorano…


"Esattamente in questo punto del film, inseriremo un bel Flashback!".
Gli altri personaggi non sono scritti tanto meglio, ad esempio Fraser, il personaggio interpretato da Ben Mendelsohn, ci viene presentato come un pericoloso sociopatico che fa dentro e fuori le patrie galere. Per essere proprio sicuri che anche l’ultimo degli spettatori, quello che dorme in ultima fila, capisca che Fraser è fuori di melone, Macdonald lo fa giocherellare con un coltello o, il alternativa, con le sue stesse dita delle mani. Sulle spalle del personaggio, il compito di essere protagonista in tutti gli incidenti (diciamo pure omicidi) che servono a far cambiare direzione alla storia e al destino dei protagonisti.

Un personaggio in particolare mi ha fatto risuonare in testa, per tutto il tempo della visione, un campanellino che mi diceva “Già visto, già visto in un altro film…”, solo che proprio non ricordavo quale film. Daniles, il funzionario incaricato di rappresentare il finanziatore interpretato da Scott McNairy. Il personaggio è legato ad un grosso colpo di scena (che non rivelerò), ma appena ho visto quella scena il campanello nel mio cranio (vuoto) ha smesso di suonare… Burke! Il dirigente della multinazionale di “Aliens - Scontro finale” di James Cameron. Non solo si tratta dello stesso tipo di personaggio, il politicante viscido messo in contrapposizione ai protagonisti, ma di fatto anche il colpo di scena non è tanto differente.


"Non ci posso credere, sembra di guardarsi allo specchio...".
Ora, se proprio devo dirla tutta, ‘sto colpo di scena non è che mi suoni poi così tanto regolamentare, dovrei ripensare un attimo ad alcuni passaggi della storia, ma diciamo che corriamo sul filo sottile del MACCOSA.

Lo cito perché l’ho visto di recente, ma Black Sea / Mare Nero, aveva la possibilità di essere una specie di Vite Vendute ambientato dentro un sottomarino. Professionisti costretti a fare il loro lavoro, per mancanza di vere alternative, dei “volontari” in una missione con pochissime possibilità di riuscita. Ho apprezzato molto il dialogo in cui i personaggi si paragonano ai pinguini, agilissimi sott’acqua e goffi in superfice, ho pensato, dai! Dai Dennis! Dai che hai trovato la chiave di interpretazione giusta… Invece niente.


"Se proprio devo essere un pinguino, io voglio fare Kowalski".
Il film dovrebbe creare empatia verso i personaggi, come spettatori dovremmo essere così coinvolti dalla storia, da fare il tifo perché i personaggi riescano a salvarsi, a trovare l’oro e a costruirsi una vita migliore lontano dal mare. In realtà, la pellicola azzecca anche delle scene Thriller, ma di fatto ottiene l’effetto contrario, personalmente non facevo altro che pensare: “Vediamo chi muore (male) in questa scena”, in compenso il rumoreggiare in sala degli altri spettatori, conferma il fatto che “Black Sea” venga percepito dal pubblico come una mattanza, ne resterà soltanto uno…

Sorvolo sul METAFORONE del mare nero come rappresentazione del cinismo umano, passo direttamente a segnalare che malgrado tutto, Macdonald qualche scena la manda a segno. Ad esempio, l’unica escursione fuori dal sommergibile, in cui i tre palombari lottano con il fondale marino e i lingotti da trasportare funziona. Il che mi fa ancora più girare i maroni, perché in alcuni momenti il film riesce anche a farci fare il tifo per i protagonisti, in questa scena il regista ha azzeccato un approccio coinvolgente e realistico, che purtroppo non è riuscito ad applicare a tutta la pellicola…


"Heilà! C'è nessuno?" , "NO!"
Anche perché, secondo me, Kevin Macdonald ha lasciato un po’troppo liberi di gigioneggiare gli attori, lo stesso Giuda Legge, enfatizza un po’troppo le emozioni del suo personaggio, non fa un brutto lavoro, però mi ha dato la sensazione di un attore che ha ricevuto come ordine di scuderia: “Fai quello che vuoi che tanto sei bravo”, se Law non è scaduto nell’overacting è solo perché sa essere misurato di suo.

Il finale non mi ha convinto, anche qui non scendo in dettagli per non rovinare la visione a nessuno (ma anche qui, un minimo di MACCOSA è tornato a trovarmi), però l'ho trovato eccessivamente buonista, fa proprio a cazzottoni in faccia, con il cinismo messo in scena durante tutta la visione del film.

Insomma, Mare Nero non mi ha convinto, ha dei meriti e delle trovate azzeccate che sono tutte lì da vedere, ma in generale mi è sembrato veramente un’occasione sprecata, continuo a mantenere le mie riserve con il buon Kevin Macdonald, mi sa che il ragazzo ha qualche problema a scegliersi le sceneggiature giuste.

16 commenti:

  1. Forse è un film troppo corto in tutte le varie sezioni, rispetto alla quantità di "materia" che c'era a disposizione. Sul finale ci avrei messo qualche serio problema di embolia polmonare...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sicuramente è un film che cambia spesso direzione, il che non è affatto un male, passa dal film sul riscatto sociale, all’avventura, e poi vira ancora per andare in altri lidi. Il problema è che ho trovato tutto un po’ troppo schematico. Nel finale tra l’embolia e un uso stravagante del “peso” ho giusto un paio di dubbi. Grazie per il commento! Cheers ;-)

      Elimina
  2. È la seconda recensione tua che leggo e già sei diventato un fidato suggeritore, dal momento che ho visto nel film ESATTAMENTE ciò di cui parli. Se qualcuno mi chiedesse di parlare di Black Sea gli direi, tie', leggi questa recensione, la sottoscrivo. Io che l'ho visto in lingua originale insieme alla mia ragazza scozzese mi sono pure subito le lagne di lei che non sopportava il "forzato" accento scozzese di Law, che scadeva nell'inverosimile. Per il resto, anche io sono rimasto poco convinto. Sebbene il film sia "innocuo", le dinamiche dei conflitti interni mi sono sembrate forzate al massimo, il finale un grande "meh!". Insomma un film che verrà presto dimenticato!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti conosco solo da pochi minuti, ma ho visto il tuo Blog e sono scoppiato a ridere (ovviamente nel senso migliore del termine), ho condiviso una tuo (Geniale) commento su uno dei miei film preferiti, di cui ho intenzione di parlare qui sulla Bara a breve. Ti ringrazio per l’attestato di stima e sappi che ti terrò d’occhio… Anche se suona come una minaccia ;-)
      Concordo sulla forzatura dell’accento di Giuda Legge, per tutto il tempo mi sono chiesto “Ma perché parla così, ha dei problemi di digestione?”, davvero un accento veramente poco credibile, ne Inglese, ne Scozzese… bah! Grazie moltissimo e ci leggiamo in giro, Cheers! ;-)

      Elimina
    2. Bara Volante, sei anche tu sotto mira, nel senso più positivo che si possa intendere. Letto due cose, già intesa perfetta! Se mi capiterà occasione non mancherò di farti pubblicità tra i miei lettori, dovesse farmi fatica riassumere una trama basta dire "andatevela a leggere su Bara Volante, così posso parlare subito di adattamento".
      Sull'accento di Giuda Legge (ti piaceranno le mie locandine all'amatriciana, se vorrai andarle a cercare), la mia ragazza sottolineava come il suo accento, sebbene scozzese, variasse da una battuta all'altra, una frase era detta con accento di Glasgow, la frase dopo come uno delle Highlands... è l'equivalente di un generico "uomo del sud italiano" che una frase la dice in napoletano e quella dopo in calabrese. Rende il tutto molto strano e poco credibile.

      L'unico problema qui è che non so come ricevere notifiche per i commenti... blogspot, questo sconosciuto.

      Elimina
    3. Ti ringrazio moltissimo, davvero… Muchas Gracias! ;-)

      In effetti mi sembrava proprio strano il suo modo di pronunciare le battute, la tua spiegazione rende perfettamente l’idea. Trovi la possibilità di seguire il blog via mail, comunque sappi che ti sto leggendo, non ho ancora visto le tue locandine all'amatriciana ma le cercherò. Devo assolutamente leggermi il tuo commento su Capitan America / CaPTain America : The Winter Soldier. A mio avviso uno dei film peggio doppiati di SEMPRE. Grazie mille, ci leggiamo in giro! Cheers! ;-)

      P.S. Chiamami Cassidy, Bara Volante è il blog ma con Blogger non sono riuscito bene a distinguere le due cose ;-)

      Elimina
    4. Ciao Cassidy, sono riuscito a trovare l'angolino dove inserire l'email per seguirti (consiglio... spostalo più in alto, anzi, impiccalo più in alto). Su CaPTain America mi sono incazzato così tanto che trovi ben TRE articoli in merito, permetti che te li spa(l)mmi qui... anzi, ti do direttamente la lista dei film che negli anni ho analizzato, così non metto troppi link
      https://doppiaggiitalioti.wordpress.com/indice-delle-recensioni-su-adattamenti-e-doppiaggi/
      e ne abbiamo parlato anche in questo secondo (e per ora ultimo) podcast https://doppiaggiitalioti.wordpress.com/2014/05/04/podcast-episodio-2-captain-america-2ospite-a-sorpresabatman/ dove il mio collaboratore Leo ne aveva già fin sopra ai capelli di sentirmi blaterare contro CaPTain Ammeriga.

      Le locandine all'Amatriciana sono tutte qui https://doppiaggiitalioti.wordpress.com/category/rubriche/locandine-allamatriciana/ purtroppo mi rendo conto di lavorare al mio blog da oltre 4 anni e ne ho accumulate di rubriche, controrubriche, articoli etc... non saprei neanche dirti da dove cominciare ma mi farebbe molto piacere vederti da quelle parti e sentiti libero di spalmarti (spammarti) ovunque tu voglia! I miei lettori DOVREBBERO venire a conoscenza del tuo blog!
      Ciao!

      Elimina
    5. Seguirò il tuo consiglio e con un pò di corda lo impiccherò più in alto ;-) Grazie per i link, e non ti preoccupare per le tante rubriche, sono uno che legge tanto e in fretta ;-) Mi vedrai sicuramente bazzicare dalla tue parti, infinite grazie per il sostegno, grazie, grazie e ancora grazie! Cheers ;-)

      Elimina
  3. Risposte
    1. Ti voglio bene ;-) Grazie mille!! Passo a trovarti perché voglio vedere le tua 10-domande-10, Cheers! ;-)

      Elimina
  4. Questo me lo devo guardare ancora, e presto lo farò ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Aspetterò il tuo commento, sono curioso di vedere cosa ne pensi. Cheers;-)

      Elimina
  5. Per me è stato una bella sorpresa, e di MacDonald devi assolutamente recuperare i documentari, che sono il suo meglio.
    L'analisi, comunque, è interessante.
    E la prossima volta che i Ford passano da Torino ci si fa una bevuta. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In effetti i documentari mi mancano completamente, li aggiungerò alla liste delle cose da vedere ;-) Per la bevuta, con piacere, non mi tiro mai indietro quando è ora di svuotare pinte. Grazie per il commento... Cheers! ;-)

      Elimina
  6. Ripesco dal Mar Nero questa recensione e sono contento di aver provato le stesse cose, senza saperlo. Il repli-Burke è geniale e in fondo la Compagnia qui ha molto della Weyland-Yutani (che poi si rifaceva a Conrad).
    Eagle mi sono sempre rifiutato di vederlo comunque non darei troppa colpa al regista: è tratto da un romanzetto anni 50 scopiazzato poi da tutti, perché agli inglesi piace parlare dei Romani in Britannia: non sanno che l'Impero era un filino più grande. Temo che fosse semplicemente una storia sbagliata da portare al cinema.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ora che mi ci fai pensare hai ragione, agli Inglesi piace fare film sull'impero Romano, o comunque parlarne, abbiamo avuto le stesse pensate su questo film ;-) Cheers!

      Elimina