La mockumentary è un espediente difficile da gestire, si rischia di non riuscire a tenere alta l’attenzione dello spettatore per tutta la durata, invece “What We Do in the Shadows” riesce benissimo nel suo intento, ovvero mostrarci le strambe abitudini di un improbabile quartetto di… Vampiri.
A memoria mia,
qualcuno aveva già provato a fare qualcosa del genere. In un TFF di qualche
anno fa, vidi “Vampires” non quello di
Giovanni Carpentiere, bensì quello di Vincent Lannoo: un film Olandese che
iniziava bene e finiva tra gli sbadigli. Per fortuna la mockumentary
proveniente dalla Nuova Zelanda, scritta, diretta e interpretata da Taika
Waititi e Jemaine Clement, è tutto un altro paio di canini!
Una troupe europea ottiene il permesso per seguire con le telecamere, un gruppo di Vampiri
che vive insieme in un appartamento in Nuova Zelanda, seguendoli nello loro
faccende quotidiane e nella preparazione al celebre ballo in maschera profano,
il più grosso evento mondano della comunità delle creature delle notte…
Il gruppo è
composto da Viago (Taika Waititi) un Dandy del 18° secolo di 379 anni di età. Vladislav
(Jemaine Clement) 862 anni con un look simile a quello di Gary Oldman nel
“Dracula” di Coppola, una predilezione per seviziare le vittime e organizzare
orge, anche se la voglia gli è un po’scemata, dopo la battaglia con il suo
acerrimo nemico: La Bestia.
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Un momento di relax tra i ragazzi |
Deacon
(Jonathan Brugh) è il giovanotto del gruppo con i suoi 183 anni, il ribelle
sempre pronto a fare festa. Completa il quartetto, il mio componente del gruppo
preferito, il mitico Petyr (Ben Fransham), 8000 anni, vive nello scantinato,
non partecipa ai lavori di casa e se non fosse per i denti esagerati, è uguale
identico a Nosferatu. Ad incasinare l’equilibrio arriva Nick, il novizio
vampirizzato da poco, una vera testa calda.
Sarebbe un
peccato trasformare il commento in un mero elenco delle gag più riuscite. Poi
perché fare solo una lunga lista, utile solo a rovinarvi la visione di un film
brillante, girato bene e molto rispettoso della tradizione vampiristica?
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"Spegni la luce! sto dormendo!" |
“What We Do in
the Shadows” vede in chiave parodistica tutti i luoghi comuni sui vampiri,
sfruttando ogni situazione per far ridere, dall’impossibilità ad utilizzare gli
specchi, per arrivare alla loro capacità di trasformarsmi in animali (“Bat
Fight!”) o di svolazzare per la casa (ottimo per togliere la polvere nei luoghi
più difficili da raggiungere).
Il film fa
scherzosamente luce su tutte quelle cose di cui non si parla mai del mondo dei vampiri, ad esempio cosa succede nelle ore che intercorrono tra il morso e la
trasformazione, o (una delle mie scene preferite) vedere cosa succede
ad un vampiro che per errore decide di mangiare cibo umano (ho riso come uno
scemo per interi minuti!).
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"La otto in buca d'angolo" |
Ma la cosa che
ho apprezzato di più della pellicola di Waititi e Clement è il suo pieno
rispetto delle classiche regole del mondo dei vampiri. In era recente, l’unico
film ben fatto che si è ricordato di questo tipo di dettagli è stato “Let me
In” (L’orginale non il remake americano…) anche quello visto ad un TFF qualche
anno fa ormai. “What We Do in the Shadows” scherza sul rapporto Vampiro/Servo
umano, ironizzando sul fatto che spesso gli immortali non morti, si
dimenticano che noi umani a differenza loro… Invecchiamo!
Oppure, come
fa un vampiro che non può entrare in un posto, finché non viene ufficialmente
invitato, ad entrare in una discoteca? Possono sembrare problemi da poco, ma
questa mockumentary ci dimostra (facendo parecchia ironia) che non è affatto
così.
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"Guarda! guarda! sembra che la tazza stia volando da sola!" |
“What we do in
the shadows” si burla di molti programmi di docu-reality molto in voga anche in
parecchi canali tv in questo strambo Paese a forma di scarpa e per farlo, si
avvale di piani sequenza ben orchestrati ed effetti speciali non invasivi, ma
utili ai fini del racconto, il tutto senza dover spendere un budget da
capogiro. Ad esempio, il volo dei vampiri, piuttosto goffo per via dei cavi
usati sul set, alla fine è molto funzionale per questi predatori fuori moda.
Una delle
scene che ho amato di più è stato l’incontro notturno tra il gruppo di vampiri
e il gruppo di licantropi, a memoria mia, in un film nessuno si era mai
liberato di un Mannaro, facendo finta di lanciargli un bastone da andare a
riprendere.
Lo scontro tra
Vampiri e Lupi Mannari in questi anni, non fa altro che farci parlare
nuovamente dell’elefante nella stanza, quello con cui convivono tutti i fan di
film sui vampiri da qualche anno a questa parte: Twilight.
Forse l’ho già
detto, dopo quella che io considero la miglior saga (involontariamente) comica
sfornata nell’ultimo decennio, il mondo dei vampiri al cinema ne è uscito
ridimensionato. Remunerativi al botteghino e trendy, ma il problema è che si
rischia di considerare belli tutti i film usciti nel post-Twilight, solo perché
“ridanno giustizia alla figura del Vampiro” o altre frasi fatte del genere.
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"Oops! i did it again" |
“What we do in
the shadows” non si cura di far fare bella figura ai vampiri, però è molto
rispettoso di tutta l’iconografia vampiresca, il risultato è volutamente comico,
ma anche coerente. Basta dire che in questa mockumentary nessun vampiro
scintilla al sole o corre super veloce come se fosse uno degli X-Men. Insomma,
coniugare orrore e commedia è difficile, questo film ci riesce bene e anche se
le risate involontarie sono uno spasso, molto meglio quando qualcuno sa farti
ridere in maniera cosciente!
Uh, ho riso davvero senza alcun ritegno!
RispondiEliminaSulla scena dell’incontro con i licantropi ho letteralmente ululato dal ridere, uno spasso questo film ;-)
EliminaIntendo recuperare tutta la filmografia del regista dopo essermi divertito con il suo "Thor Ragnarok"! Nel semi-citare il titolo di una tua rubrica, oserei dire che Waititi potrebbe diventare "il mio secondo neozalendese preferito". Il primo, ovviamente, è Pietro del Giacomo.
RispondiEliminaSaluti!
Ti ringrazio per la citazione, direi che ci sta tutta ;-) Per altro Waititi ogni tanto minaccia un "What we do in the shoadows 2", che mi fa ridere già solo all'idea ;-) Cheers!
EliminaVisto, mi ha molto divertito!
EliminaCondivido sulla scena del cibo umano; la ripenserò ogni volta che mangerò fritto. XD
Mi sono piaciute tutte le gag e trovo che Stu sia uno dei migliori personaggi di sempre; molto più di Peter di "Deadpool 2" XD
L'unica nota negativa? Avrei preferito un finale meno affrettato; ma considerando il genere di pellicola potrei anche passarci su.
Saluti!
Sicuro! Stu è molto meglio di Peter dai, senza ombra di dubbio :-D Felice che ti sia piaciuto. Cheers!
EliminaTorno un ultima volta su questo post per dire che ho recuperato tutti i lungometraggi di Waiti e mi sono piaciuti tutti, specialmente "Boy" e "Eagle v Shark".
EliminaChi guarda Thor Ragnarok e giudica Waititi un regista da cinepanettone (sigh!) si sta perdendo la possibilità di conoscere un regista in realtà molto affascinante, strambo e a suo modo visionario. Certo, Waititi ama fare il provocatorio (si definisce lo "Tarkovskij" delle commedie) ma nelle sue opere non ho visto solo umorismo (ben dosato) ma anche malinconia, crudezza e realtà.
Tra l'altro, il fatto che in TUTTi i suoi film i protagonisti siano orfani, lo renderebbe un perfetto candidato per il tanto discusso "Guardiani della galassia vol.3" con protagonista l'orfano Star Lord. Sempre se la Disney prima non faccia tornare Gunn...
Saluti neozalendesi!
Il virus della definizione cinepanettone per “Thor Ragnarok” si è diffuso fin troppo velocemente, oltre a trovarlo inesatto (per non dire proprio una cazzata) mi sembra un giudizio pigro a cui troppi si sono allineati. Waititi fa lo scemo, ma non lo è, c’è una grossa differenza tra e molti non lo hanno capito. Mi mancano gli altri suoi film ma mi hai messo la curiosità, in effetti sarebbe una scelta molto azzeccata, ma chissà quando lo vedremo il terzo “Guardiani della galassia”, ora anche Bautista fa melina a centro campo. Cheers!
EliminaFilm che ho pescato per sbaglio credendo fosse tutt'altra pellicola... Di solito becco un pornazzo (che va bene pure quello per carità, ma alla centesima volta che ti capita un po' ti girano!). A questo giro di giostra mi è uscito "Vita da vampiro" e mi è andata decisamente bene.
RispondiEliminaDivertente, ironico e fatto in maniera molto intelligente. Il finto documentario (hai ragione da vendere caro Cassidy!) può essere un'arma a doppio taglio. Ma in questo caso il mockumentary è una risorsa sfruttata molto bene.
Pellicola passata decisamente sotto silenzio, "Vita da vampiro" è assolutamente da recuperare! E anche un secondo capitolo, visto come si chiude questo, non sarebbe neanche male o così campato per aria. Magari potrebbero girare un documentario sulla nuova vita di Stu.
"Vita da vampiro" non è nemmeno un titolo così tremendo in Italiano, Waititi sa il fatto suo, io una nuova mockumentary su Stu e compagni la vedrei subito ;-) Cheers
EliminaIo sto cercando di recuperarlo da quando lo hai linkato nella recensione di thor ma non lo trovo in giro :S
RispondiEliminaDuecento servizi di streaming e nessuno che ce l'abbia in catalogo: ho anche compilato la procedura di richiesta su netflix per questo e per buckaroo banzai...
Spero prima o poi di riuscire a vederli ^_^
Nathan
Pensavo che dopo "Ready Player One", Buckaroo Banzai sarebbe stato sdoganato, invece niente, siamo una società con una memoria cortissima. In effetti Netflix potrebbe evitare ci cercare mille film nuovi inutili, e mettere qualcosa di qualità, non sarebbe male ;-) Cheers
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