Mi sembrava il giorno giusto per parlare di un classico dell’Horror con cui ho un rapporto molto molto strano, ormai dovreste saperlo che quando inizio le frasi in questo modo, sto per colpirvi sulla testa con qualche lunga parabola…
Vi è mai capito di sentire i “normali” parlare di Venerdì 13? Con normali intendo, i non fanatici di film horror come il sottoscritto e voi creaturine delle notte. Di solito i normali si riferiscono al personaggio, chiamandolo Venerdì 13, nemmeno fosse la spalla comica di Robinson Crusoe. Un po’ lo stesso tipo di confusione che si è creata intono a Frankestein, che in realtà è il nome del Dottore non della creatura…
E’ opinione
comune presso i normali che l’assassino di Venerdì 13 uccida usando la
motosega e quando gli fai notare che quello che utilizza la motosega è faccia
di cuoio di “Non aprite quella porta” ti guardano strano. Perfino al maschera
da Hockey, la caratteristica più distinguibile di Voorhees, in realtà nei primi
due film della serie non compare proprio, anzi, se vogliamo dirla tutta: è lo
stesso Jason a non comparire (se non in una scena) nel primo film…
Avete presente
la scena iniziale di “Scream” di Wes Craven, quando l’assassino chiede a Drew
Barrymore chi è l’assassino di “Venerdì 13” e lei gli risponde, sbagliando,
che è Jason Voorhees?
Tutta questa
scena è solo la punta dell’iceberg della confusione che sta dietro alla saga di
“Venerdì 13”, quindi sono giunto ad una conclusione, il mondo si divide in due: da una parte chi conosce Friday the 13th e dall’altra… Drew
Barrymore.
Jason è
l’assassino silente con la maschera da hockey che si trova nei pressi di
Crystal Lake, quello che massacra le coppiette usando preferibilmente armi da taglio
(machete o simili), una delle sue principali caratteristiche è il fatto che
anche se le vittime scappano correndo come Usain Bolt per seminarlo, lui riesce SEMPRE a raggiungerli, senza mai correre, solo usando un
passo deciso e lunghe falcate…
Iniziamo a
dirimere un po’ di dubbi intorno al personaggio: la sua prima apparizione
risale al 1980 con il film diretto da Sean S. Cunningham intitolato Friday the
13th in Italia Venerdì 13 (fino qui tutto bene…)
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Semplice, diretto, lineare... |
Nel film un
gruppo di ragazzi vanno in gita al lago cristallo (mi ha sempre colpito la
traduzione italiana del nome, non so perché…), un posto chiuso da due anni dopo
l’annegamento di un ragazzo e la morte di un paio di animatori del vicino campeggio
(avvenuta l’anno precedente).
Qui troviamo
quelle che saranno secondo me le figure caratterizzanti della serie, ovvero: i
corpi sacrificali fatti a forma di teenagers che verranno falciati durante la
pellicola.
Troviamo tutti
i soliti archetipi: bellocci arrapati, allegri fattoni, lo sfigato che fa
gli scherzi scemi (e muore tra i primi), la ragazza che è la prima a spogliarsi
(ma anche la prima a morire) e la brava ragazza, forse vergine, che sopravvivrà
a tutti i suoi compagni diventando la “Final Girl” di turno. Tutta carne da
cannone che serve a far aumentare la conta delle vittime.
La cosa
curiosa del primo film è che l’assassino con maschera da hockey che ha reso la
saga un brand conosciuto e citato da tutti, in realtà non si vede mai. Se siete delle brave creaturine della notte, saprete rispondere alla domanda
dell’assassino di “Scream”, quindi già conoscerete quello che è
l’unico colpo di scena di tutto il film. Se invece siete dei “Drew Barrymore”
non vi rovinerò la sorpresa, tranquilli. Sappiate solo che il ragazzino che si
intravede nel finale è frutto degli effetti speciali di quel mito di Tom
Savini, uno che nella sua lunga carriera è riuscito a mettere anche questa
tacca alla sua cintura…
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Uno è un pupazzo di gomma, l'altro è un mito, vediamo se riuscite a distinguerli. |
Il secondo
film si intitola Friday the 13th Part II sembra logico no? Ecco non
tanto, perché qui le cose iniziano a complicarsi, in uno strambo Paese a forma
di scarpa, il film diventa L’Assassino ti siede accanto (come quando i
suoceri ti invitano a cena) ed è scritto e diretto da Steve Miner.
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Se la locandina vi sembra ripetitiva, aspettate di vedere il film... |
Perché di
fatto il secondo capitolo cambia di poco rispetto al primo, solo che tutto è
girato, dialogato e diretto in maniera ancora più omologata. Troviamo di nuovo
Crystal Lake, i campeggiatori, le coppiette di teenagers festaioli in preda
agli ormoni. La curiosità è che in questo film, almeno Jason Voorhees si vede,
o almeno, lui sì, ma non la maschera da hockey.
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Non dire Slasher se non ce l'hai nel sacco |
In realtà il
look di Jason in questo film è differente rispetto a quello che lo ha reso
celebre. Qui compare come un enorme boscaiolo con camicione di flanella,
salopette e un sacco in testa, giusto con i buchi per gli occhi. Di fatto,
questo look trae ispirazione dagli omicidi di Texarkana (di cui abbiamo già
parlato diffusamente, ma se volete approfondire, vi basterà cliccare QUI).
La verità è
che le due grandi saghe Slasher con assassino mascherato e silente sono
legate tra di loro, ma hanno avuto un percorso contrario. In “Venerdì 13” Jason
e la maschera non compaiono fino al terzo capitolo, mentre in “Halloween” Mike
Myers è protagonista con la sua inquietante presenza nei primi due film, per poi scomparire nel
terzo…
Il look
definitivo di Jason Voorhees viene scelto mettendosi in scia al solco
tracciato proprio dal precedente “Halloween” di John Carpenter. Come il collega
Mike Myers, Jason opta per una tuta da lavoro e una maschera bianca, in questo
caso, da Hockey.
Friday the 13th Part III arriva nel 1982, sempre diretto da Steve Miner e in questo strambo Paese a forma di scarpa prende il titolo di Week-End di terrore (come quanto i suoceri ti invitano a cena nel fine settimana).
In questo film
Jason ruba la maschera da hockey ad uno dei ragazzetti più irritanti del
gruppo prima di macellarlo senza pietà come suo solito. Tutti e tre i primi
film della serie, anche rivedendoli oggi, lasciano con una sensazione
abbastanza forte: quella di stare assistendo alla parodia di un horror.
Immaginate il
pubblico di “Normali” che guarda “Scream” DOPO aver visto “Scary Movie” ecco,
“Venerdì 13” sembra la saga che da sola riassume tutti i clichè del genere Slasher.
Avete visto quel capolavorone senza sterzo di “Quella Casa nel Bosco” no? Ecco,
quando vedrete il vecchio inquietante che pronostica ai ragazzini “Morirete
tutti!” non potrete far altro che scoppiare a ridere…
Si perché in
tutti e tre i film, ma soprattutto in “Week-End di terrore” si nota come tutto
quanto sembri la parodia di un B-movie. La tensione latita, in favore di un
massiccio body count di morti ammazzati e uccisioni fantasiose. Non nego che
alcune siano anche divertenti, ma non sono mai riuscito a capire come mai, il
più celebre assassino degli Slasher, tanto noto da essere citato (malamente)
dai Drew Barrymore di questo mondo, fosse anche quello qualitativamente meno
riuscito e, soprattutto, quello meno spaventoso di tutti.
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"Chi ha ordinato una teenager morta ammazzata?" |
Sì, perché la
paura in “Venerdì 13” procede in maniera fin troppo classica, dopo aver visto
anche solo due film horror, chiunque dovrebbe capire che quando c’è la musica
in una scena e uno dei protagonisti entra in una stanza buia (solitamente
chiedendo “C’è nessuno?”) allora non succederà… Niente! Nisba! Nada!
Il film
procede per falsi allarmi sottolineati dalla musica in crescendo, con un vero e
proprio abuso di questo espediente. In realtà, da bambino non ho mai visto
“Venerdì 13” così tante volte come si potrebbe facilmente credere, gli ho
sempre preferito altre saghe horror e rivedendomi questi tre film ho anche capito
perché questi non mi facessero poi impazzire…
Personalmente
ho sempre preferito il Micheal Myers creato da Giovanni Carpentiere, eppure la
saga di “Venerdì 13” è molto più conosciuta dal grande pubblico, probabilmente
perché “Friday the 13th” sta al genere slasher come il MacDonald sta alla
cucina: è facile, veloce e riempie la pancia. Capisco perché piaccia, ma si
tratta comunque di roba prodotta in massa… Per altro lasciatemi dire che riuscire
a paragonare la carne macellata del celebre fast-food, al più famoso
macellatore di carne dell’Horror è una soddisfazione non da poco!
Ci sono molti
punti di contatto tra “Halloween” e “Venerdì 13”: come detto i due assassini
hanno un look simile, sono entrambi il sotto prodotto di un ambiente familiare
difficile e, se vogliamo dirla tutta, potete facilmente incontrare i titoli
della saghe di cui sono titolari sfogliando le pagine di un calendario…
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"C’è nessuno?", "No, torna pure a farti la doccia" |
La differenza sostanziale, secondo me, sono proprio le vittime e il loro ruolo rispetto all'omicida:
in “Halloween”
ci sono velati, ma palesi riferimenti al sesso Mike Myers che spia le vittime
come un voyeur e il suo rapporto con la sorella che sembra quasi incestuoso.
Un po’come se l’assassino fosse l’effetto collaterale delle energie sessuali
represse, è un po'come se Carpenter ci dicesse: se non fate sesso,
rischiate di diventare come Mike Myers.
Jason Voorhees,
invece, è una forza reazionaria, braccio armato dei genitori ben pensanti che vogliono
i figli casti e sobri. C’è da dire che si porta dietro anche una componente più
“leggera”: di fatto le sue vittime sono tutte caricature di quelle persone che
ci stavano sulle palle a scuola. Forse è questo il vero motivo del successo
della saga: il perfetto film da Drive-In che fa degli omicidi in massa la sua
vera forza…
Oh, tutto
questo parlare di “Halloween” mi ha fatto venir voglia di rivedermelo, anche
perché come vi ho già promesso una volta, qui si parlerà di John Carpenter e
non ho ancora cambiato idea (Restate Tonnati!).
“Venerdì 13”
alla fine è divertente perché è sempre uguale a se stesso, è pura exploitation horror da guardare sottolineando con un urlo di gioia ogni omicidio. Jason Voorhees
continua ancora oggi ad inseguire le sue vittime, rigorosamente sempre senza
correre, ma camminando a passo deciso. Un'icona che rimbalzando di sponda, tra
tutte le altre icone dello Slasher, riesce ancora oggi a svettare. Il ragazzone
continuerà in eterno a far alzare il sopracciglio a noi fanatici, quando i
“Drew Barrymore” diranno cose inesatte sul suo conto, ma ormai negli anni, credo
che sia entrato a far parte del gioco.
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"Vi voglio bene! lasciatevi abbracciare" |
Insomma, buon
Venerdì 13 a tutti e state tranquilli: se riuscirete a sopravvivere, domani è
Sabato 14 che a ben pensarci, sarebbe un titolo geniale per un eventuale
sequel di questo film!
Bel postone..saga extracult che non vedo da un pezzo, e che mi riporta a ricordi da "Notte Horror" a casa di un'amica al mare.Dovrei rivederli tutti e tre, siccome sono una gran fifona forse mi farebbero paura anche oggi. In compenso ho visto di recente il remake, schifezza senza pari.
RispondiEliminaMi sembrava il giorno giusto per rivedermi i primi capitoli di questa saga ;-) Guarda, secondo me è un film invecchiato abbastanza male, ma tutti appassionati di Horror o non, hanno dovuto fare i conti con l’iconografia di Jason.
Elimina“Notte Horror” penso sia una delle principali ragioni per cui amo i film dell’orrore e per cui questo blog esiste ;-) Confermo, il remake di “Venerdì 13” è una vera porcheria, cose che succedono quando si fanno dirigere i film a quel cagnaccio di Marcus Nispel… Buon Venerdì 13 e grazie per il commento!
Della prima trilogia...preferisco nettamente il terzo, più veloce e molto più scanzonato (il 3D era pessimo) con un bel finale ripreso dal primo film. Menzione d'onore per Kevin Bacon che nel capostipite ci lascia le penne in maniera molto interessante e ben elaborata da Savini.
RispondiEliminaIo ricordo il remake di Nispel che rielabora queste prime tre parti in maniera positiva...o forse ricordo solo le grazie di una certa Julianna Guill!!
Il primo trittico di Jason è nettamente inferiore allre prime trilogie di Halloween e Nightmare (quello di Jack Sholder è una bestia strana, aveva delle belle scene ed anche una storia interessante ma si perde in un paio di pessime scelte di produzione e sceneggiatura).
Gavino Pancetta è sempre mitico ;-) Vero il terzo è quello che definisce l'iconografia di Jason, il 3D fa tenerezza però. Nispel ha riassunto i primi tre film in uno, ma non riesco a sopportarlo, è un regista patinato, troppo patinato, che sia alle prese con Conan, Jason o Faccia di cuoio, sono tutti troppo pulitini, per quello Julianna Guill e Jessica Biel splendevano, dovrebbe fare film con belle donne e basta!
EliminaAnche secondo me va sotto rispetto alla diretta concorrenza, basta valutare anche solo i primi capitoli di ogni saga. Cheers!
Come ho potuto dimenticare di commentare anche i primi capitoli di questa saga? Perchè é vero (e l'ho sempre saputo) che è una saga terra terra e usa e getta, ma ha comunque avuto la sua importanza contro-culturale nella mia formazione di horror-fan!
RispondiEliminaTerminato il pistolotto, veniamo al sodo: il secondo capitolo è stato il primo che ho visto (anche se fu per metà), e dato che ero un ragazzino delle medie mi fece anche una certa strizza: durante la sequenza finale con la testa rinsecchita di mamma Pamela, pregavo Gesù che non aprisse gli occhi... che non avrei dormito per un mese! Tutt'ora é il mio capitolo preferito e, strano a dirsi, ma anche il look di Jason lo trovo molto efficace, spartano ed essenziale com'é! Curiosità: quella volta che lo diedero in TV, sul giornale lo presentarono col titolo originale ma tradotto. Lo ricordavo e ho avuto conferma trovando quel trafiletto su ebay: https://www.ebay.it/itm/Ritaglio-Clipping-FILM-VENERDI-13-II-PROGRAMMI-TV-1984-N078/391930055032?hash=item5b40da0978:g:d3sAAOSwMQBaEe9m
Un due-tre annetti dopo vidi il primo capitolo e, a dire il vero, lì per lì mi parve un pò noioso. In seguito l'ho abbondantemente rivalutato, anche se resta un pò al di sotto del secondo!
Riguardo il terzo ho un legame affettivo: avendo visto i primi due, il capitolo finale e da poco tempo anche il V, mi chiedevo perché il 3 (D) non l'avessero ancora mandato in onda... e quindi, al mio 16esimo compleanno, con alcuni amici lo andammo a noleggiare per guardarcelo insieme. Fu un pomeriggio divertente! Il film in sè in fin dei conti ha fascino più per la forma (il 3D, la theme song e la maschera da hockey) che per i contenuti, ma tuttavia si lascia ancora guardare con qualche brivido genuino!
Stavolta sono stato prolisso... ma erano tre film in un solo post! ;-)
Cheers!!!
Giasone nostro è un pezzo di cultura popolare, la qualità è quello che è ma comunque un pezzo di storia del cinema, mi sto divertendo a ripercorrere tutta la saga ;-)
EliminaIl secondo è notevole, i minuti iniziali sono un trucchetto che l’horror dovrebbe esplorare più spesso, poi risulta una versione vitaminizzata del primo film, quindi a vederli al contrario, ci credo che il primo ti sia sembrato noioso! Gran chicca che hai rispolverato addirittura il titolo giusto del film!
Il terzo è quello in cui Jason trova il suo simbolo più celebre, la maschera da Hockey. Ma che prolisso figurati, posso dirti qualcosa se scrivi tanto, IO!? Non scherziamo dai :-P Cheers!
La colpa della "visione sbagliata" (Jason uccide con la motosega) da parte dei cosiddetti "profani del genere" secondo me è da imputare in parte (e sottolineo in parte) al finale di questa scena di Scuola di Polizia 4!!
RispondiEliminaHo visto sta scena più volte di Venerdì 13 stesso fra i vari passaggi in TV nel corso degli anni!
Molto probabile, ma secondo me già quella scena, era frutto di una certa confusione di fondo, però mi ha sempre fatto ridere, almeno da bambino, è da allora che non rivedo più gli "Scuola di polizia". Cheers!
EliminaBel post! Io di Venerdì 13 ho visto solo il primo e mi è bastato, ne ho appena pubblicato una recensione tutt'altro che positiva, pur se ne avevo buoni ricordi di quando ero ragazzino e ne guardavo la VHS! Naturalmente ti ho linkato...
RispondiEliminaGrazie capo gentilissimo, passerò a leggerti il prima possibile anche perché Giasone è sempre uno dei miei preferiti, inoltre occhio al calendario, presto sarà venerdì 13, di nuovo ;-) Cheers!
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