Anche se la copertina potrebbe far pensare ad una svolta Supereroistica (Non la copertina Variant di Massimo Carnevale che invece è un omaggio a “Psycho”), il quarto volume di “Saga” in realtà non ha cambiato genere, anche se nella prima pagina del volume, troviamo una scena che potrebbe quasi essere un citazione ad un fumetto Supereroistico, e nemmeno uno qualunque, anzi, una delle scene più chiacchierate di quel Capolavoro di “Miracleman” (O Marvelman, chiamatelo come volete, resta sempre un Capolavoro) di Alan Moore, se l’avete letto, sono sicuro che sapete di che parlo…
Il salto in avanti della
narrazione, porta la nostra stramba famiglia in fuga su Gardenia, pianeta
diviso tra Uptown e sobborghi, che ospita i famosi studi televisivi de il
Circuito Aperto, già visto nei volumi precedenti, Vaughan si diverte ancora una
volta a giocare con gli schemi della coppia, Alana lavora è “Porta a casa la
pagnotta” è Marko, fa il Mammo…
Tra le tante tematiche
toccate da questo arco di storie, Vaughan strizza l’occhio forse al pubblico
meno giovane, quello che può comprendere le difficoltà della vita di coppia,
del bilanciamento tra vita privata e lavoro, non si nega nemmeno il tema
dell’abuso di sostanze stupefacenti (Facendo una bellissima citazione al film
“Stati di allucinazione”), per altro un plauso ai ragazzi della Bao Publishing che hanno tradotto in italiano la frase di quella splash page, senza alterare eccessivamente i disegni, sempre molto accurati nelle loro edizioni.
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Lezione di Inglese con la Bao |
Poiché il lavoro di Alana
prevede l’uso di un costume e una maschera, Brian K. Vaughan si gioca anche la
carta metafumettistica, paragonando chi lavora nel mondo dell’intrattenimento,
agli spacciatori di droga, che tengono “Sedato” il pubblico, per fortuna,
appena il METAFORONA rischia di diventare stantio, Vaughan svolta è fa cambiare
ancora una volta direzione alla storia…
Ci sono almeno un paio di
colpi di scena notevoli (Tranquilli, NO Spoiler giuro!) quasi tutti legati
all’inserimento di un nuovo personaggio, Dengo, il ribelle del tubo catodico!
Inoltre la sorella de Il Volere, intravista nei volumi precedenti, torna a
farci visita, e a tener banco e il mai velato sotto testo politico, ma sempre
bilanciato con le dinamiche di coppia, e farcito da ottimi dialoghi.
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Ciao mamma guarda come mi diverto... |
Insomma, dopo venti
numeri, “Saga” è vivo e lotta con noi, è tutto pesche e crema? Non proprio,
forse l’unica nota negativa sono i disegni di Fiona Staples, che pare
continuare a sfornare personaggi, nel solco già creato dai volumi precedenti,
insomma questo è il primo volume di Saga, in cui NON vedo una soluzione visiva
innovativa, o un Character design che mi lascia senza fiato. Lo so, sto facendo
quello che cerca il pelo di Gattobugia nell’uovo…
Il problema poi con
“Saga” è sempre lo stesso, lo si legge tutto di un fiato, solo che l’attesa per
il prossimo volume, come cantava Tom Petty, è la parte difficile.
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