In principio ero io,
seduto per terra a guardare “I Cannoni di Navarone”, anni dopo arrivarono i
fumetti, e le storie di guerra scritte da Garth Ennis, di cui questo “Fury”
potrebbe essere uno dei volumi della serie “Battle field”, tutto questo per
dire, che una storia di guerra, ambientata nella seconda Guerra Mondiale, fatta
come si deve, è sempre un piacere, perché come dice Don “Wardaddy” Collier
(Brad Pitt), “Gli ideali sono pacifici, la storia è violenta.”
Germania 1945.
I Nazisti si giocano
gli ultimi, strenui tentativi di resistenza, sul carro armato Americano modello
Sherman (In pratica un pachiderma corazzato solido ma pieno di difetti)
soprannominato “Fury” ripieno di un equipaggio colorito, come i loro
soprannomi, oltre a Wardaddy, troviamo, Boyd “Bible” Swan (Shia La Boeuf…che vi
giuro, sembra quasi un attore vero! Incredibile!), il Messicano al limite
dell’anacronismo storico Trini “Gordo” Garcia (Michael Peña) e il bullo di
periferia Grady “Coon-Ass” Travis (Jon Bernthal, che da “The Walking Dead” a
“the Wolf of Wall Street” ha il ruolo da bullo assicurato per decenni).
L’espediente narrativo
classico è il solito, nel gruppo collaudato, mette il novizio, che offre il
punto di vista dello spettatore, e poi stai a guardare quanto tempo ci mette a
“sporcarsi” con la guerra (Poco…), in questo caso è l’assistente pilota Norman
Ellison (Logan Lerman, reduce da “Percy Jackson”) che ci metterà un po’ a
guadagnarsi un nome di battaglia, non ve lo rovino perché la scena merita.
Se il Poster da mesi
prometteva Brad Pitt sul carro armato, il film…è proprio così, solo un pelo più
claustrofobico, non siamo dalle parti di film come “Lebanon”, qui siamo proprio
dentro il solco scavato dai classici film di guerra, con tutte le situazione
tipiche del genere:
La compagnia del
“Fury” composta dal Leader schiavo del suo ruolo di duro, che si porta dietro i
fantasmi e le cicatrici delle troppe guerre (Le scene in cui Pitt mima dei
mezzi attacchi di panico, non visto dai suoi, sono il bignami del personaggio
scelto da David Ayer per lui), si passa poi a scene di iniziazione, e una lunga
(Pure troppo) scena a metà film in cui i nostri fanno la conoscenza di un paio
di bionde crucche, scena classica e classicheggiante quanto volete, ma anche
azzoppante nei confronti del ritmo del film…
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Hey tu! tirami il dito! |
David Ayer prende un genere classico, e gli passa sopra due mani di vernice “Moderna”, tutto è sporco, brutto, impiastricciato di fango e fotografato con toni freddi come il clima della Germania , ho citato Garth Ennis in apertura, qui si ritrova la stessa messa in scena della violenza bellica senza sconti, dove ai volti giusti degli attori, sono abbinati personaggi non mono-dimensionali, forse già visti si, ma credibili.
Il film si svincola
dai momenti Tedeschi = Nazisti = Tutti Cattivi e Americani = Buoni, e riesce
anche a tener presente il problema delle differenze linguistiche, che prima di
Tarantino nessuno aveva quasi mai considerato, girando un film ambientato
durante la seconda Guerra mondiale.
Dopo “End of Watch” e
“Sabotage”, David Ayer trova una sua continuità artistica, non tanto nel
genere, (Forse più nei film DI genere), ma narrative, I suoi film sono fatti da
personaggi che vivono il cameratismo, famiglie allargate di “Brothers in arms”,
c’è qualcosa di molto vecchia scuola nel modo in cui sceglie i soggetti, c’è
ancora qualcosa da rivedere nella qualità generale degli script, però dimostra
di avere coerenza e una sua idea di cinema, e a livello tecnico, si mette in
fila dietro a pochi…
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Anche tu che stai guardando...tiraci il dito. |
Anche perché
l’accuratezza nel mostrare le battaglie con i carri, la capacità di mostrare
quando un Panzer VI Tiger Tedesco, potesse da solo, essere così all'avanguardia
tecnologica, da poter tenere in scacco un plotone di Sherman, quindi quando i
nostri vedono un Tiger…si preoccupa, e la scena non è solo carri che si girano
attorno sparando, è un arrembaggio fatto con un ideale coltello tra i denti,
quando questo film rinuncia a parlare e passa all'azione, è una figata
colossale!
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Ok, da qui in poi, facciamo esplodere tutto |
Quando realizzi, che
gli ultimi 30 minuti si avviano verso QUEL finale…non ci volevo credere! non
ci volevo sperare! poi di fatto Ayer ha messo su davvero quel tipo di finale,
quello giusto per un film “De panza” come questo, infatti il momento è
sottolineato dalla bella colonna sonora, ultima cosa che sentiamo prima degli
spari…
Insomma, so già che
verrà criticato per i suoi personaggi schematici e le situazioni già viste, il
film, avrebbe giovato di qualche scene di troppo, lasciata sul pavimento della
sala di montaggio, non lo nego, però funziona alla grande al netto dei difetti,
è sicuramente sanguigno e vecchia maniera, è il film che puoi consigliare a tuo
padre sapendo che ti dirà, ecco, questo è un film come si deve, chiudendo
quell'ideale cerchio aperto con “I Cannoni di Navarone”.
Quindi, grazie Signor Ayer, per aver fatto un film vecchia maniera e fatto come si deve, non farai contenti
tutti ma hai fatto sicuramente contento me.
Ho ceduto alla tentazione e ho letto il commento sul forum, poi sono venuto qui a vedere che avevi combinato, le didascalie sotto alle foto sono da Oscar XD. Temo il film di propaganda pieno di omosessualità latente (End of watch l'ho trovato troppo spesso involontariamente comico), ma voglio dare a Fury una possibilità, poi mi hai incuriosito per le scene d'azione.
RispondiEliminaAnche a me “End of Watch” mi ha convinto il giusto (Dialoghi? Gulp!) diciamo che il Broomance involontariamente comico in “Fury” per fortuna manca, è più cameratismo fatto di battutacce e scoregge, tutto molto pane e salame, per il resto, ti ringrazio moltissimo, con le didascalie mi hanno dato un arma letale!!
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